La Volta Buona, pagelle del 20 ottobre: Mariotto mattatore (8), Convertini sincero e galante (8)

Oggi La Volta Buona sembrava il lunedì mattina dopo il sabato di Ballando: Mariotto inarrestabile, Balivo a suo agio, Convertini e Todaro pronti a giocare più che a discutere

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Francesca Secci

Giornalista, esperta di lifestyle

Sarda, ma anche molto umbra. Giornalista pubblicista, sogno di una vita, scrive soprattutto di argomenti di attualità, lifestyle e cura della casa.

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La Volta Buona di oggi è stato tutto un enorme déjà-vu di sabato sera. Sembra di essere ancora incollati al sabato sera di Ballando con le Stelle, non riusciamo ad uscirne, possiamo solo sperare che la fine arrivi in fretta. In studio uno dopo l’altro Guillermo Mariotto, Rossella Erra, Addino, Di Vaira, Raimondo Todaro e Beppe Convertini, come se il week-end non fosse mai finito e questa fosse solo l’appendice.

La puntata si regge tutta su quella strana energia da giorno dopo. C’è chi ancora si pavoneggia per il voto dato, chi racconta alcuni retroscena (l’unico gustoso su Andrea Delogu, ma ci torniamo), e chi si ritaglia il momento struggente parlando di esperienze “intense”.

Caterina Balivo c’è, ma si capisce che oggi il copione si scrive da solo. Non succede nulla di enorme, ma si parla tanto. Tantissimo. Un lunedì così: chiacchierato. Manca soltanto, diciamolo, un “caffeuccio”, per citare la D’Urso dei tempi andati.

Guillermo Mariotto, “faccia da schiaffi” e padrone del salotto. Voto: 8

Mariotto a volte lo ami, a volte un po’ meno, ma non è mai uno che provoca indifferenza. Oggi ha trasformato La Volta Buona in una specie di riunione extra della giuria di Ballando. Ironico, sfrontato, con quel tono che oscilla tra il predicatore e l’imputato, provoca e scherza come se la scaletta fosse un accessorio.

Quando Caterina Balivo, dopo che scerzosamente gli dice che “Oggi hai proprio una faccia da schiaffi”, gli chiede conto del riferimento di Marcella Bella a Canino e Lucarelli in una clip del programma, lui non si scompone: prende la palla al balzo e ribalta tutto, lasciando intendere che il vero spettacolo, a Ballando, non è la pista ma la giuria. Un po’ è vero.

Si parla di preferenze, voti, di “figli e figliastri”, e delle sue simpatie dichiarate che continuano a spaccare il pubblico. Poi arriva il momento più teatrale: il monologo su Barbara D’Urso, che Mariotto descrive come una figura sospesa tra la santa e l’attrice navigata. Da lì parte un confronto su Francesca Fialdini, che lui definisce “una che si è risvegliata e ora è un fiore”.

Con la solita ironia corrosiva, trasforma la televisione e le sue protagoniste in una specie di coreografia morale. Quando gli rinfacciano di essere “bullo e scorbutico”, replica da veterano: “Sono vent’anni che giudico, un motivo ci sarà se mi tengono”.

Rossella Erra, Matteo Addino e Sara Di Vaira: i tribuni del popolo. Voto: 7,5

La giuria popolare si muove come un blocco unico, per forza e meno male. Anche se a volte uno solo dei tre ci basta e ci avanza pure. Rossella Erra fa da portavoce, pronta a rilanciare a ogni stoccata di Mariotto, come se fosse un torneo di ping pong con le palle cariche di risentimento.

Matteo Addino tenta il ruolo più ingrato, quello del mediatore, cerca di mantenere il tono basso mentre intorno volano le opinioni. Cosa che non gli riesce sempre bene, troppo impegnato a dar retta ai commenti di Mariotto. Sara Di Vaira, invece, si concede interventi più tecnici, anche se nessuno glieli chiede, ma almeno alza un po’ il livello del dibattito.

Nel caos generale, funzionano. Sono quelli che portano il tifo viscerale, quello vero, che non si preoccupa di risultare elegante o ragionevole. C’è bisogno di qualcuno che stia dalla parte dei ballerini. Il tavolo di Ballando, senza di loro, sembrerebbe ancora più costruito di quanto già non sia.

Discutono dei soliti sospetti: le dinamiche interne, i “giochini” da giuria, i regolamenti che sembrano scritti a puntate. E il punto che martellano è chiaro: Mariotto, votando per ultimo, può dare un’impronta forte al verdetto, condizionare chi viene prima, far sembrare tutto concordato anche quando forse non lo è.

Difendono i concorrenti sottovalutati come se li conoscessero da una vita. Il tutto ha l’aria di un talk nel talk, con Erra che non molla mai il microfono e Addino che prova, per sport, a far tornare tutti sulla Terra. Tentativo nobile, risultato nullo.

Raimondo Todaro, il professore che non smette mai di correggere. Voto: 7,5

Raimondo Todaro si ritrova nel solito momento di televisione dove deve parlare. Convertini lo accompagna, la Balivo fa da perno, e si mettono a fare prese di danza come se fosse tutto spontaneo. Non lo è, ovviamente, ma almeno non è imbarazzante.
Todaro regge la scena come fa da anni, mai troppo sopra le righe. Corregge, spiega, lancia battute. Fa il professionista senza darsi arie, anche perché di Ballando ne ha vinti ben cinque, è bravo proprio oggettivamente. Mariotto ogni tanto lo provoca, ma Mariotto provoca tutti, è il suo lavoro da oltre 20 anni.

Quando si passa al piano personale, racconta cosa vuol dire essere un padre separato, parla di rispetto reciproco tra genitori, senza trasformarsi in un testimonial del buon senso.

Beppe Convertini, tra ironia, galanteria e autoironia. Voto: 8

Beppe Convertini partecipa al salotto da presentatore, senza scivolare nella finta umiltà. Durante il gioco delle prese con Todaro e Balivo, sta al gioco, si diverte per davvero. Forse. Quando Mariotto lo prende di mira, lui non fa drammi. Sorride, ironizza sugli zeri ricevuti e butta lì: “Lo so, sono un pezzo di legno”. Lo dice come lo direbbe chiunque al bar la domenica. Il che è proprio filologicamente corretto visto i programmi che conduce.

Mariotto insiste e lo chiama “capo di retorica”. Lui non si agita, risponde con calma e tira fuori un discorso sulla famiglia, semplice e sincero. Dice solo: “La famiglia è la cosa più importante per tutti noi, soprattutto la nostra mamma. Godiamocela, perché non durerà per sempre”.

Quando si passa a commentare il feeling tra Andrea Delogu e Nikita, non finge disinteresse e non si butta nel gossip. Dice solo: “Si vede che si amano. È evidente quando ballano, c’è qualcosa di speciale”. Basta quello. Cioè, a noi basta questo, forse ci basta poco per chiacchierare ulteriormente. E in questo ha ragione la Lucarelli: Ballando non è un talent, o meglio, non è solo un talent, ma è anche un reality. Magari quello che non ci dà da mangiare la D’Urso ce lo darà proprio Beppe Convertini.