Sul palco di La Volta Buona, Francesca De Andrè ha scosso il pubblico con parole affilate, rendendo pubblica la sua distanza emotiva dal padre Cristiano. Non un confronto dai toni pacati, ma un resoconto netto di una separazione che va ben oltre il semplice silenzio telefonico. “Non ricordo l’ultima volta che ci siamo sentiti”, ha dichiarato, dipingendo un quadro desolante del loro rapporto.
Rispetto per l’artista, disillusione per l’uomo
Francesca ha scelto di separare la figura dell’artista da quella paterna, lasciando intendere un rispetto genuino per il talento musicale di Cristiano. “Io in realtà ho gratificato mio padre a livello artistico dicendo che lui secondo me ha tantissime capacità come musicista”, ha affermato senza esitazioni.
Ma l’ammirazione si arresta qui: secondo Francesca de Andrè, il padre ha preferito rimanere ancorato all’eredità del nonno, Fabrizio De Andrè, un tributo che si ripete a ogni tournée, senza mai trasformarsi, a detta sua, in qualcosa di autenticamente suo. “Avrebbe dovuto coltivare più il suo, invece che lasciarlo da parte, dedicandosi eccessivamente a riportare quello che erano le canzoni di suo padre”, ha sottolineato, quasi a voler scuotere l’uomo che, agli occhi della figlia, sembra aver scelto la via più facile, quella che non richiede una vera ricerca personale.
Non c’è rancore nelle sue parole verso l’artista, ma piuttosto un rammarico profondo: per Francesca, il padre avrebbe potuto essere molto di più di un semplice interprete del repertorio familiare.
Una ferita mai rimarginata: “Non si è interessato minimamente”
Ma è sul piano umano che Francesca rivela la delusione più grande. Quando si è trovata ad affrontare seri problemi di salute, Cristiano de Andrè, stando al suo racconto, ha ignorato completamente la situazione: “Non si è interessato minimamente”. Un’affermazione netta, che non lascia spazio a interpretazioni.
Francesca ha aggiunto che il padre avrebbe addirittura reagito con sarcasmo alla sua condizione, mostrando un’indifferenza che amplifica il senso di estraneità. “So anche che si è fatto una risata parlando della mia salute, a rischio grave”, ha dichiarato, confermando la difficoltà nel chiamarlo “padre” con convinzione. Per Francesca, quella distanza emotiva non è una semplice ferita, ma un taglio profondo che ha definito il loro rapporto.
La liberazione dal legame: una scelta necessaria
Di fronte a questi ricordi dolorosi, Francesca ha spiegato la necessità di allontanarsi da un legame che considera ormai tossico. “La ricerca continua di un rapporto che fondamentalmente non può esserci è quello che ti porta a vivere male”, ha detto, descrivendo il suo distacco come una forma di liberazione. Non si tratta di un gesto impulsivo o rancoroso, ma di una scelta consapevole e ponderata: mantenere un rapporto di “circostanza” non è una soluzione accettabile per lei, che preferisce allontanare dalla sua vita chiunque sia fonte di sofferenza.
Il cognome De Andrè: una pesante eredità e la voglia di riscatto
Sul finale, inevitabilmente, si è toccato il tema del cognome. Francesca ha ribadito l’orgoglio per l’appartenenza a una famiglia che ha lasciato un segno nella musica italiana, ma ha anche affermato il desiderio di costruire una strada tutta sua, lontana dai confronti con il passato. “Io lo valuto come persona” ha spiegato, come a voler ribadire che, per lei, non ci sono vie di mezzo: la sua identità non è definita da un’eredità familiare, ma dal percorso che decide di tracciare per sé.