Il Festival di Sanremo potrebbe cambiare radicalmente. Per quanto sia incredibile, infatti, non è da escludere un’edizione proposta su un’altra rete. Giovedì 5 dicembre il Tar della Liguria ha stabilito come il Comune di Sanremo non possa più affidare l’organizzazione della kermesse direttamente alla Rai. Ma il Comune ha scelto di fare appello contro la sentenza del Tar.
Sanremo può cambiare rete
In situazioni del genere la dinamica è nota: si passa dal clamore del momento al silenzio, fino a una nuova decisione in tribunale che ribalta tutto. Allo stato attuale, però, esistono tutte le premesse per portare il Festival di Sanremo lontano dalla Rai.
Il marchio della kermesse musicale appartiene alla città a il Tribunale amministrativo regionale della Liguria ha deciso che dall’edizione 2026 occorrerà organizzare una gara pubblica, aperta a ogni operatore del settore. È importante sottolineare l’anno, il secondo del Carlo Conti bis, dal momento che per le giornate dall’11 al 15 febbraio 2024 è già tutto deciso e nessuno potrà modificare la messa in onda programmata.
Viene però da chiedersi perché mai tutto ciò sia accaduto. Alla base troviamo il ricorso presentato da un’associazione impegnata nella produzione e realizzazione di eventi e opere musicali, la JE (Just Entertainment. Ci si aspetta in tempi brevi il ricorso da parte della Rai, che lotterà per non mettere in dubbio uno degli eventi cardine del proprio palinsesto. Una questione che va ben oltre gli ascolti. Tutto ruota intorno agli incassi garantiti dai partner pubblicitari, che valgono decine di milioni di euro ogni anno.
Il ricorso contro Sanremo e la Rai
Il Comune di Sanremo, nel 2021, aveva attivato una convenzione per poter affidare alla Rai i diritti in esclusiva per la realizzazione delle edizioni del 2022 e del 2023. A marzo dello scorso anno, però, JE aveva presentato il proprio interesse per l’acquisto dei diritti della kermesse, in vista della scadenza imminente della convenzione citata.
L’intento era in realtà di procedere anche all’acquisto del marchio, mirando a poter organizzare e curare lo svolgimento dell’edizione numero 74, l’ultima condotta da Amadeus. In tempo rispetto alla scadenza, però, il Comune ha provveduto a concedere il semaforo verde a una delibera per l’affidamento alla Rai, senza alcuna gara. Accordo stipulato per le edizioni 74 e 75. Dinanzi a tutto ciò, JE ha fatto ricorso.
Va da sé che si dibatterà duramente in tribunale, con i giudici chiamati a tener conto anche di una distinzione di concetto molto importante. Da una parte c’è il marchio, tra le mani del Comune. Dall’altra, però, c’è il format della trasmissione. La Rai sostiene d’essere l’unico soggetto a possedere tale format, risultante ormai inscindibile dal marchio, dopo tante edizioni.
L’azienda sostiene che i due non possano essere scissi, il che si traduce in un’assegnazione garantita senza limiti temporali. Il Tar non ha però riconosciuto l’identificazione di marchio e format. Ha dunque disposto una procedura pubblica. “Il Comune è titolare del marchio ed è, pertanto, libero di associarlo (previa procedura di evidenza pubblica) a format diversi da quelli della Rai”.
La risposta della Rai
Non si è fatta attendere la replica della Rai, che tiene a sottolineare come i giudici abbiano confermato l’efficacia della convenzione per l’edizione 2025. A ciò si aggiunge la “titolarità in capo a Rai del format televisivo da anni adottato per l’organizzazione del Festival”.
Di fatto, dovesse un’altra rete avere la meglio in gara pubblica, si sarà costretti a modificare il format oggi in vigore. Una nota ufficiale fa sapere: “Nessun rischio che la manifestazione canora, nella sua veste attuale, possa essere organizzata da terzi”. Con ogni probabilità si procederà a delineare in tribunale quelli che sono i caratteri esatti del format non replicabili da altri.
L’appello del Comune di Sanremo contro la sentenza del Tar
La questione è spinosa ed è anche destinata a evolversi, visto che l’11 dicembre il Comune di Sanremo ha presentato a tutti gli effetti un ricorso contro la sentenza del Tar. Nei giorni scorsi, la Giunta si è riunita: il sindaco Alessandro Mager, alla luce di quanto è successo, ha preso la decisione di ricorrere al Consiglio di Stato. “Per continuare a tutelare il Comune in tutte le sedi”.
Le strade da percorrere sono tante, ma in ogni caso si deve ottemperare alla sentenza. Quindi, che il ricorso abbia esito positivo o meno, è stata già predisposta la manifestazione di interesse. Sempre l’11 dicembre è stata costruita l’unità operativa che si occuperà della concessione dell’uso in esclusiva del marchio a partire dal 2026. Non è ancora stata scritta l’ultima pagina, ma l’idea che Sanremo traslochi… ha destato non poco tumulto.