Il Comune di Sanremo cerca partner organizzativi per le prossime edizioni del Festival. Questo, in buona sostanza, l’oggetto del bando pubblicato che impensierisce Rai, la quale – fino a questo momento – aveva utilizzato il brand di proprietà dell’ente pubblico ligure in maniera automatica. Ora che non si può più assegnare il marchio in modo indiscriminato, con la necessità dunque di una gara pubblica, si è aperta una vera e propria battaglia legale che nella sua ultima tappa ha riguardato marchi e licenze. Con tanto di diffida.
Rai diffida il Comune di Sanremo, i motivi
“I marchi del Festival sono legati al format di Rai e in nessun caso possono essere utilizzati da altre emittenti televisive”, fa sapere l’Ufficio Legale di Viale Mazzini dal quale è partita la diffida. In buona sostanza, la tv nazionale ritiene di avere pieni diritti sul format – pensato e messo in opera dalla squadra in forze a Rai per oltre 70 anni – e di essere così legata indissolubilmente all’affidamento del brand ora messo al bando. La decisione è stata presa dopo la delibera della Giunta del Comune di Sanremo in cui ha dato “mandato al consulente legale incaricato di costituirsi in giudizio, per conto dell’amministrazione comunale, contro i ricorsi che Rai e Je srl hanno proposto per l’annullamento della delibera di indirizzo dello scorso marzo”.
La delibera, dando seguito alla sentenza del Tar Liguria, stabiliva inoltre i criteri secondo cui l’amministrazione comunale avrebbe dovuto individuare il partner per l’organizzazione e la trasmissione in chiaro del Festival della Canzone Italiana per il 2026, 2027 e 2028 con possibile proroga di due anni. Si tratta comunque di una prima volta: il Comune di Sanremo – titolare dei marchi Festival di Sanremo e Festival della Canzone Italiana – ha dovuto pubblicare una manifestazione di interesse per l’organizzazione delle prossime edizioni.
Cosa succede ora a Sanremo in Rai
Il contenzioso tra Rai e Sanremo sembra ora destinato a non risolversi così facilmente. Pare infatti che i vertici della tv di Stato non abbiano recepito positivamente la clausola di assegnazione dell’evento, che prevede il versamento di 6,5 milioni di euro, contro i 5 milioni che invece sono stati corrisposti quest’anno. A tale somma si aggiunge l’1% degli introiti derivanti dalla pubblicità venduti durante il Festival di Sanremo. Rai ha inoltre ricordato come tutti i prodotti collaterali siano pagati da RaiPubblicità, rendendo così ingiustificata l’ulteriore richiesta messa a bando.
Il progetto stilato per assicurarsi il bando uscirà tra 40 giorni, mentre per il 22 maggio è attesa la decisione del Consiglio di Stato dopo il ricorso presentato da Rai a seguito della sentenza del Tar della Liguria. In più, è stata inserita un’ulteriore clausola che tiene al riparo il Comune da un eventuale fallimento dell’evento in termini di ascolti, riservandosi il diritto di revocare la concessione qualora i dati auditel dovessero registrare una perdita di 15 punti percentuali rispetto alle cinque edizioni passate del Festival che sono andate oltre il 60%. Una condizione, questa, che sembra favorire la tv di Stato, alla luce dei risultati delle edizioni condotte da Amadeus e da Carlo Conti. Ma il contenzioso con il Comune di Sanremo appare molto lontano dall’essere risolto.