Domenica In ha voluto ricordare Mia Martini in occasione dell’anniversario della sua prematura scomparsa. In questa occasione la sorella Leda Bertè ha riproposto i suoi dubbi sulla morte della cantante. Ospite di Mara Venier, la donna, oltre a raccontare aneddoti personali e musicali di Mimì, ha detto di non aver ancora capito cosa le è successo davvero, parlando del rapporto complicato tra l’artista e il padre, l’ultimo a vederla viva la sera prima della tragica scoperta. Dubbi sollevati in passato anche da Loredana Bertè, che ha raccontato in un libro avvenimenti drammatici legati alla figura paterna.
Mia Martini, la sorella Leda Bertè a “Domenica In”: “Non so ancora come è morta”
La scomparsa di Mia Martini è stata una grandissima perdita per la musica italiana, ma anche per le tantissime persone che l’amavano. E se c’è qualcuno che non riesce ancora a darsi pace per la sua morte improvvisa è proprio una delle sue tre sorelle, Leda Bertè, che da sempre sostiene che le circostanze che avvolgono questa vicenda non sono affatto chiare. Ospite di Mara Venier a Domenica In, in occasione di un lungo spazio celebrativo in onore di Mimì, a diciotto anni dalla sua scomparsa, la donna è tornata a esporre i suoi dubbi sulla tragica e prematura morte, puntando il dito, ancora una volta, contro il padre, Giuseppe Radames Bertè, scomparso nel 2017 all’età di 96 anni.
“Lui quella sera è stato l’ultimo a vedere Mimì” ha spiegato Leda parlando dell’uomo, con il quale la cantante si era riappacificata da poco, e proprio per stare al suo fianco aveva deciso di trasferirsi in provincia di Varese. “Dopo che lui è andato via lei è stata trovata morta. Io non ho mai capito cosa è successo se hanno litigato o cosa, ma c’erano segni di violenza, sui polsi, e sul viso. Non lo so e mai si saprà perché non ci sono più nessuno dei due, e lui non ha mai risposto alle mie domande. Ha detto che ciò che le era accaduto era una conseguenza del suo modo di vivere”.
Un’accusa diretta, forte, che negli anni Leda ha ribadito in vari programmi. Al passato violento dell’uomo, dal quale la donna ha voluto prendere fortemente le distanze, e agli indizi che, secondo lei, portano a una violenta colluttazione il giorno della morte, si aggiunge un altro dettaglio. Il padre fece cremare in tutta fretta il corpo di Mia Martini, non lasciando spazio ad eventuali altri analisi.
Le accuse di Loredana Bertè al padre: “Un mostro che avanzava in silenzio”
Leda non è l’unica sorella ad aver raccontato aneddoti di violenza sul padre: la stessa Loredana Berté lo ha descritto più volte come “il mostro che avanzava in silenzio”. Nel suo libro Traslocando, infatti, la cantante ha raccontato l’infanzia difficile al fianco di quest’uomo, usando parole che spiegano meglio anche i dubbi di Leda: “Era l’uomo nero delle favole. Era il cattivo, il vigliacco che chiudeva la porta per non rischiare che qualcuno lo vedesse. Aveva un fremito. Il bastardo che sentiva un lampo di piacere. Noi e lui. Soli finalmente. Avevo cinque anni, ero terrorizzata. In canottiera, nostro padre si metteva comodo e si toccava, nella nostra stanza. Io e Mimì eravamo sveglie, ma facevamo finta di dormire”.
La tragica morte di Mia Martini
Era il 14 maggio 1995 quando il corpo senza vita di Mia Martini fu ritrovato nella sua abitazione a Cardano al Campo, in provincia di Varese. Secondo il medico legale era morta già da giorni, tra l’11 e il 12 maggio. La causa ufficiale del decesso è arresto cardiaco da overdose di stupefacenti; infatti, come rivelato poi solo dopo la sua scomparsa, già a inizio anno l’artista assumeva forti antidolorifici (in quantità esagerate) per i dolori causati da un fibroma all’utero del quale soffriva da anni, e per il quale non intendeva sottoporsi al necessario intervento chirurgico.
Una motivazione che, però, non ha mai convinto fino in fondo le sue sorelle, Leda, Olivia e Loredana Bertè, che sono sempre del parere di una possibile connessione tra i lividi e i segni di colluttazione (con il padre) ritrovati nell’appartamento, e la sua improvvisa e tragica morte, a soli 47 anni.