Queer, cosa significa e come nasce la comunità rappresentata da BigMama a Sanremo

Cosa significa queer, la comunità a cui BigMama ha dedicato il suo brano nella seconda serata del Festival di Sanremo 2024

Foto di Maria Francesca Moro

Maria Francesca Moro

Giornalista e Lifestyle Editor

Giornalista e content editor. Dalla carta al web e ai social racconta di lifestyle, cultura e spettacolo.

“Dedico il mio brano a tutta la comunità queer: amatevi liberamente, potete farlo” ha detto BigMama al termine della sua esibizione durante la seconda serata del Festival di Sanremo 2024. Scopriamo qualcosa di più sulla comunità di cui la rapper si è fatta portavoce sul palco dell’Ariston.

L’omaggio di BigMama alla comunità queer

BigMama è più forte delle sciocche polemiche sul suo aspetto e, durante la seconda serata di Sanremo 2024, è arrivata con le mani in alto, strette in un triangolo, il gesto della vagina simbolo delle manifestazioni femministe degli Anni ’70.

BigMama queer Sanremo
Fonte: IPA
Il look da “suora blasfema” e lo slogan queer

E ha indossato un outfit che ne esaltava la sensualità, con un significato profondo. Per cantare il suo brano di rivalsa La rabbia non ti basta, l’artista ha scelto di indossare un unico abito da “suora blasfema”. Una creazione di Lorenzo Seghezzi, con cappuccio, scollo a barca a rivelare le spalle, stringhe sulle maniche e fodera rossa a contrasto.

Una volta tolto il mantello, BigMama ha sfoggiato dei vistosi collant rossi, decorati con ricami e graffiti neri, con uno slogan ben preciso: Queer e Revolution erano le parole che si leggevano sulle gambe della rapper, che per mostrarle ancora meglio, si è anche lasciata andare ad un liberatorio twerk (facendo inoltre guadagnare parecchi punti a chi la conta in squadra al FantaSanremo).

Cosa significa queer

Inizialmente il termine queer aveva un significato dispregiativo. Nacque nella lingua inglese alla fine del Diciannovesimo secolo e indicava qualcosa di strano e fuori dall’ordinario. La traduzione letterale in italiano sarebbe strano, eccentrico o insolito. All’epoca queer era usato per discriminare le persone omosessuali, un corrispettivo del brutto termine checca.

In seguito, tra gli Anni Ottanta e i Novanta del secolo scorso, il movimento LGBTQIA+ si è riappropriato del termine queer, conferendogli un valore di rivalsa e trasformandolo in una parola simbolo di orgoglio e resistenza. Oggi con queer si intendono tutte quelle identità sessuali e di genere che non rientrano nelle norme eterosessuali e cisgender.

Comunità e famiglia queer

La comunità queer si afferma negli Stati Uniti a metà degli Anni ’50, in risposta alle ingiustizie e alle discriminazioni attuate dalle forze dell’ordine, che aveva l’usanza di fare irruzione nei gay bar per arrestare chiunque violasse le norme sul travestimento e assumesse atteggiamenti considerati contrari al genere di appartenenza.

Perché con queer si intendono appunto coloro che vivono la propria sessualità e il proprio essere in modo fluido, senza la necessità di riconoscersi negli stereotipi comunemente perpetrati del maschile e femminile. Così, la famiglia queer, non prevede i tradizionali ruoli di moglie/marito o madre e padre, ma altro non è che un gruppo di persone legate dall’amore reciproco. Così come aveva proclamato Michela Murgia in occasione del suo matrimonio, celebrato poco prima di morire.

Gli artisti queer

Così come BigMama, sono sempre di più gli artisti che scelgono di utilizzare la musica per farsi portavoce della comunità queer. In Italia ci sono Vergo, ex concorrente di X Factor 2020 e Voodoo Kid; all’estero i più seguiti sono pop-star non-binary Kat Cunning e l’attrice transgender, protagonista di Euphoria, Hunter Schafer.