BigMama, “donna, grassa, queer”: a Sanremo il riscatto dal bullismo e dalle violenze

BigMama arriva a Sanremo 2024 con un brano di rivalsa, raccontando i soprusi subiti in passato

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Maria Francesca Moro

Giornalista e Lifestyle Editor

Giornalista e content editor. Dalla carta al web e ai social racconta di lifestyle, cultura e spettacolo.

La leggerezza è un’arma troppo spesso sottovalutata. Si tralascia la potenza del ballare (metaforicamente e no) di fronte alle brutture della vita, alla cattiveria della gente, da lasciarsi alle spalle con una piroetta. È quello che fa BigMama, che arriva sul palco dell’Ariston con una canzone potente e un passato pesante, ma non abbastanza da toglierle la voglia di urlare la propria voglia di rivalsa.

BigMama, che dei canoni se ne frega

“Ho scritto il mio primo brano a 13 anni dopo che alcuni ragazzini mi hanno tirato delle pietre addosso per il mio aspetto fisico”, chiunque non rientra appieno nei rigidi canoni estetici dell’era di Instagram può capire ciò che ha passato BigMama, all’anagrafe Marianna Mammone, nata in provincia di Avellino 23 anni fa.

La società, il mondo dello spettacolo, quelle come BigMama le emargina, “vengo da una famiglia per niente benestante, sono donna, grassa, rapper e queer: le ho tutte” dice lei al Corriere della Sera. E lo dice alla sé bambina, vittima di bullismo: “Se ti dicono che non puoi cantare perché sei grassa, perché sei donna, perché vieni da un paesino, fregatene”. La sua musica e il suo La rabbia non ti basta, brano con cui esordirà al Festival di Sanremo 2024, è un invito a “non avere paura di credere in sé stessi, di non farsi condizionare da quello che pensano gli altri”.

Una forza conquistata dopo anni, “Quando il mondo ti odia e le persone ti odiano, la prima risposta è l’odio: odiavo il mondo, odiavo gli altri, odiavo me stessa. Nei miei primi testi c’era tantissimo rancore, pensavo all’autolesionismo, al suicidio, sfogavo la rabbia su me stessa”. Ma La rabbia non ti basta, e così BigMama l’ha trasformata in ironia, sana strafottenza: “Ho capito che le energie negative vanno trasformate in positive, che gli altri ti giudicano anche in base a come ti senti, a come ti presenti, in base alla proiezione che hai di te stessa”.

E lei oggi si sente “bona”, così come lo era lo scorso anno quando è arrivata con un ciclone di glamour e femminilità sul palco dell’Ariston, accanto a quell’altra diva senza freni di Elodie. In quell’occasione era la spalla, stavolta i riflettori saranno tutti per lei: “Ho paura di deludere soprattutto me stessa, le mie aspettative. Alle prime prove appena i violini hanno iniziato a suonare ho pianto tutte le lacrime che avevo, perché è stato il momento in cui ho capito che stava succedendo davvero”.

Il momento più difficile

“Ho subito un bullismo violento, anche dal punto di fisico, anche violenze sessuali, all’appello non manca davvero niente” confida BigMama. Ma il momento più duro è stato quando ha scoperto, appena ventenne, di avere un cancro. “Mi sono fatta 12 chemioterapie e ora sto bene e ho pure scoperto di stare bene con i capelli corti”. Ed ecco che torna la forza della leggerezza: “Diciamo che tutti questi momenti mi sono serviti e mi servono ancora oggi per capire che se voglio fare qualcosa io posso. L’aver superato tutte queste cose mi ha portato a capire che se voglio ballare ballo”.

E balla per le persone come lei, “grasse, queer, di paese” ma anche “per tutti, non solo per le minoranze”. Seppur un po’ di minoranza – che si spera presto si smetta di considerare così – sul palco di Sanremo male non fa. Un podio completamente al femminile non lo si vede da decenni, Clara quest’anno è stata la prima donna da anni a vincere Sanremo Giovani e prima della giovane Ariete nessuno aveva mai osato cantare di un amore verso qualcuno dello stesso sesso sul palco.

Ben venga insomma BigMama, con la sua “diversità” reale e una trasgressione che è concreta e sincera e non, come molto spesso negli ultimi anni abbiamo visto sull’Ariston, una posa costruita ad arte per suscitare scalpore.