BigMama all’ONU contro il body shaming: “Crescere e guardare al futuro”

BigMama ha tenuto un discorso al Palazzo di Vetro di New York per sostenere la battaglia contro il bullismo e il body shaming

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Paola Landriani

Lifestyle Editor

Content e lifestyle editor, copywriter e traduttrice, innamorata delle storie: le legge, le scrive, le cerca. Parla di diversità, inclusione e di ciò che amano le nuove generazioni.

Dal palco del teatro Ariston a quello delle Nazioni Unite. BigMama, reduce da un incredibile successo grazie alla sua esibizione durante la 74esima edizione del Festival di Sanremo, continua a far sentire la sua voce, questa volta al Palazzo di Vetro di New York. Un momento in cui la cantante è tornata a parlare dei temi che le stanno più cari e che gravitano attorno alla sua produzione artistica.

BigMama, il discorso all’ONU

BigMama, nome d’arte di Marianna Mammone, ha tenuto un discorso al Palazzo di Vetro di New York: un momento di grande orgoglio per la cantante, che nell’ambito dell’iniziativa Le arti per la cittadinanza globale, inserita all’interno della conferenza internazionale GCMUN (Global Citizens Model United Nations), ha fatto sentire la sua voce con un discorso intitolato Crescere e guardare al futuro.

Il tema del suo intervento ha toccato questioni a lei molto care come il bullismo, il body shaming e, più in generale, tutte forma di discriminazione e violenza. BigMama ha raccontato la questione partendo da episodi personali che hanno caratterizzato la sua adolescenza, momento di crescita che, per lei e molti altri ragazzi e ragazze, non è stato facile.

Davanti a una platea di duemila liceali internazionali, BigMama ha raccontato: «Per tutta la vita mi hanno fatto credere di essere completamente sbagliata. Il mio fisico faceva in modo che la gente mi valutasse come ‘non abbastanza’ prima ancora che mi si potesse davvero conoscere. Una persona grassa nell’immaginario degli altri è una persona svogliata, pigra, non attiva, non intelligente, che non ha voglia di migliorare. Per una persona come me sognare era inutile.”

BigMama ha poi continuato: “Vengo da un paese molto piccolo con una mentalità altrettanto piccola. Ho dovuto sopportare anni di bullismo, verbale e fisico. La prima risposta è stata la rabbia. A 13 anni ho scritto il mio primo pezzo, un rap che parla di suicidio e autolesionismo e per tre anni l’ho tenuto per me. BigMama è nata quando ho avuto la forza di metterlo su YouTube.”

L’evento di New York si aggiunge a un altro importante traguardo di BigMama, che l’8 marzo pubblicherà Sangue, il suo primo album. “Sangue come quello che mi lega ai miei genitori, ai miei fratelli, alla mia terra. Sangue che butti quando soffri, sangue di ferite aperte, sangue che arriva alla testa quando la rabbia è più forte di te. Come la parte di me che il tumore ha deciso di attaccare, sangue e musica che scorrono insieme nelle mie vene”.

L’impegno di BigMama contro il body shaming

L’intervento di BigMama all’ONU è solo la punta di diamante di un percorso che la cantante porta avanti da tempo. La rapper ha infatti basato il suo percorso artistico proprio sulla battaglia contro il bullismo e le discriminazioni. Partendo dalla sua apparizione durante il concertone del Primo Maggio nel 2022, quando aveva dichiarato: “Mi dicevano: cicciona, fai schifo. Ed ero convinta di meritarlo finché ho iniziato a scrivere e ho iniziato a credere moltissimo in me stessa” fino alla sua avventura sanremese fortemente voluta da Amadeus, in cui grazie alla sua La rabbia non ti basta ha portato sul palco dell’Ariston il suo riscatto.

Parlando della sua canzone, BigMama aveva raccontato in un’intervista per Il Corriere della Sera: “Sentivo l’urgenza di raccontare per la prima volta i traumi che ho vissuto da piccola. Ho sempre scritto testi che parlano di rivalsa, ma mai parlando di me in primo luogo. È infatti una canzone scritta di getto, in appena tre ore di sessione, insieme al mio producer Estremo e alla mia fidanzata, che peraltro mi ha anche aiutato sulla melodia.”

Una canzone che si rivolge a una Marianna bambina, impaurita e ferita dalle parole e dalle azioni altrui che non le permettono di comprendere appieno il suo valore “Tornassi indietro le direi di continuare a sognare. Ma soprattutto che tutte le persone che le vogliono male e che non parlano bene di lei, in futuro le manderanno al contrario tantissimi messaggini carini, ai quali però in alcuni casi non risponderà.”