Il corpo femminile: una bellissima e complessa macchina che ancora nasconde variabili e soggettive caratteristiche che lo rendono in parte misterioso e affascinante. L’orgasmo femminile è «un fenomeno neuromuscolare e sensoriale, innescato da stimoli sessuali (somatici e mentali) è accompagnato da vasocongestione dei tessuti erettili, lubrificazione e contrazioni pelviche che inducono intense sensazioni piacevoli», come ci spiega la Dottoressa Daniela Botta, Psicoterapeuta, sessuologa clinica, ECPS. Istituto di Sessuologia Clinica di Roma. Tuttavia «l’orgasmo femminile non è stato ancora completamente compreso e definito, a causa della grande variabilità, per la diversa localizzazione e le tecniche di stimolazione». Quindi cos’è l’orgasmo e si può misurare la sua intensità?
Lo studio del professor Jannini
Il professor Emmanuele Jannini, professore di endocrinologia e sessuologia medica all’università di Roma Tor Vergata e past president della Società italiana di Andrologia e Medicina Sessuale, negli scorsi anni pubblicò uno studio sul piacere femminile e la sua misurazione, tramite l’orgasmometro. Pubblicato anche sulla rivista Plos One, lo studio portato avanti con un gruppo di ricercatori italiani, indaga la possibilità di misurare il piacere sessuale di una donna.
Tramite un test anonimo sul web, le donne volontarie hanno potuto raccontare liberamente e senza filtri le loro esperienze sessuali, il loro vissuto con gli orgasmi e con il piacere sessuale. Tramite il questionario si constata che gli orgasmi sono più intensi con il passare degli anni, che essere in una relazione stabile o meno non fa differenza nel raggiungimento dell’orgasmo e l’importanza della masturbazione, che porterebbe a una maggior intensità nel raggiungimento dell’orgasmo.
Cos’è l’orgasmo femminile?
L’orgasmo femminile: è mito o realtà? Non tutte le donne provano l’orgasmo e non per tutte è uguale: è importante partire dalla propria visione e dal proprio vissuto personale. Ci sono donne che non si concentrano sull’orgasmo, ma sul piacere sessuale, a prescindere dal suo raggiungimento e vivono l’esperienza sessuale in modo soddisfacente e piacevole comunque.
L’intensità dell’orgasmo nella donna è misurabile?
«La ricerca in questo campo è in corso e in continua evoluzione perché l’orgasmo è un’esperienza complessa che coinvolge anche fattori psicologici, emotivi e le valutazioni soggettive di piacere e soddisfazione dovrebbero essere incluse nella sua valutazione», spiega la dottoressa Botta.
Ci sono dei parametri oggettivi fisiologici che possono essere ricorrenti durante l’esperienza orgasmica come la frequenza dei battiti cardiaci, l’aumento della respirazione e della sudorazione, così come l’attività cerebrale, ma non possono essere presi come unici ed esclusivi punti di riferimento: questi parametri fisiologici, infatti, «non sono necessariamente indicativi dell’intensità del piacere orgasmico percepito».
Il piacere sessuale femminile: l’orgasmo clitorideo o vaginale, c’è differenza?
«Come tutto ciò che riguarda il piacere femminile quello che sappiamo è in continua evoluzione, basta pensare la storia dell’ufo anatomico, il punto G, oppure che la prima rappresentazione tridimensionale della clitoride ( su cui ancora dibattiamo quale sia il genere della parola) risale solo al 2016.
Alcuni ricercatori ipotizzano che la natura e l’intensità delle contrazioni muscolari durante l’orgasmo possano variare a seconda della modalità di stimolazione e delle caratteristiche individuali della persona, ma la verità è che ad oggi, anche se questa affermazione è impopolare, la ricerca è ancora in corso e la letteratura scientifica e gli esperti non hanno opinioni concordi.
Ad oggi sappiamo che l’orgasmo è uno, la distinzione orgasmo clitorideo e vaginale che richiama all’idea di un orgasmo di serie a e di serie b (Freud lo definiva orgasmo nevrotico e orgasmo maturo) è stata abbandonata. Ciò che cambia è la zona di stimolazione della clitoride che lo innesca. Infatti l’ipotesi più accreditata è che nell’area anteriore della vagina (dove si pensava esistesse il punto G) con l’eccitazione, si formi una piattaforma orgasmica chiamata CUV (zono Clito-Uretro-Vaginale), la cui stimolazione provoca la stimolazione del bulbo e delle radici della clitoride e provoca in alcune donne e in alcune circostanze l’orgasmo. Questo orgasmo così provocato in alcune donne provoca sensazioni diverse».
Quando non raggiungere l’orgasmo può essere un problema?
L’esperienza di fare l’amore e il piacere sessuale vanno oltre l’orgasmo raggiunto: quando ci lasciamo andare a quello che stiamo vivendo, nel rispetto proprio e del partner, e nella complicità e armonia vissuta in intimità si può già provare piacere fisico e sessuale, a prescindere dall’orgasmo.
«Il problema nasce quando la fase orgasmica è totalmente o raramente inesperibile a causa di blocchi psicologici, fisici o relazionali. L’anorgasmia in questi casi è una vera e propria disfunzione sessuale e può influenzare negativamente il benessere sessuale e la soddisfazione personale. Questo può portare a frustrazione, ansia, senso di insoddisfazione o bassa autostima. L’esperienza sessuale diventa frustrante, la donna percepisce un senso di incompiutezza e quello che sappiamo dalle ricerche è che le donne con difficoltà orgasmiche tendono ad avvicinarsi negativamente sia all’autoerotismo che al sesso di coppia. Per dirla in altri termini le donne dovrebbero sentire che hanno diritto all’orgasmo, ma che questo non è un obbligo».
Probabilmente, quindi, al momento non è possibile indicare dei parametri per misurare il piacere sessuale di una donna perché questo dipende da troppe personalissime variabili. Possiamo goderci il rapporto sessuale e provare piacere fisico a prescindere dal raggiungimento dell’orgasmo: «l’orgasmo non dovrebbe essere il metro di misura dell’attività sessuale, sarebbe più opportuno parlare di piacere e soddisfazione. È comune avere un’ esperienza coinvolgente senza il raggiungimento dell’orgasmo e un’esperienza insignificante pur con il raggiungimento dell’orgasmo», conclude la Dottoressa Botta.
Fonti: Plos One