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Cos’è
Il dolore sessuale è presente in percentuale variabile di donne in base alla fascia d’età presa in considerazione, tra il 15-35% delle donne in età fertile e fino al 45% delle donne in menopausa. Può essere presente anche negli uomini ma con una prevalenza notevolmente inferiore. È un sintomo importante che con il tempo può portare ad un allontanamento dalla sessualità, diminuzione del desiderio sessuale e chiusura verso l’intimità e la vita di relazione. È utile descrivere accuratamente i sintomi per identificare la causa, avere una diagnosi ed un trattamento adeguato. È importante soprattutto non pensare che sia normale provare dolore nel rapporto sessuale: il dolore è un campanello d’allarme che il corpo usa per indicarci che qualcosa non sta funzionando, quindi non va mai trascurato o sottovalutato.
Sintomi
Di grande aiuto per identificare la cause del dolore sessuale e per avere una diagnosi accurata è la descrizione dei sintomi, questo perché la localizzazione del dolore è correlata alla causa e quindi anche al trattamento.
Importante quindi nel momento in cui ci si rivolge allo specialista definire:
Localizzazione del dolore
- superficiale/introitale: si percepisce all’inizio del canale vaginale e si manifesta all’inizio della penetrazione, spesso anche durante la masturbazione o con il semplice tentativo di inserire un tampone interno per le mestruazioni;
- medio-vaginale: compare quando la penetrazione è circa a metà vagina;
- profondo: il dolore compare a penetrazione avvenuta e si sente più intenso durante le spinte coitali.
Tempo d’insorgenza/scomparsa
- si risolve subito appena ci si allontana dallo stimolo doloroso oppure persiste per ore o giorni;
- compare immediatamente o dopo un po’ di tempo dallo stimolo;
- ci sono situazioni che facilitano l’insorgenza o la scomparsa del dolore;
- si percepisce anche in situazioni non sessuali e quali;
- si associa ad altri disturbi o ad altri tipi di dolore persistente (cistite, emicrania, stipsi ecc.).
Descrivere il dolore anche attraverso esempi: brucia, tira, come aghi, come spilli, compressione, dolore sordo, come un livido, come un “grattare”.
Cause
Le cause che determinano il dolore sessuale sono molteplici e nella sua identificazione non vanno trascurati i diversi aspetti, possiamo avere cause organiche, psicologiche ma anche sessuali o legate alla vita di relazione.
Tra le cause organiche troviamo:
- le infezioni vulvovaginali e le reazioni infiammatorie per esempio anche di tipo allergico;
- la distrofia (secchezza) vaginale dovuta a menopausa, all’allattamento oppure a terapia oncologiche (chemioterapia, radioterapia oppure ancora terapie che sopprimono la produzione ormonale);
- assunzione di farmaci che riducono l’eccitazione e la lubrificazione vaginale;
- disturbi dermatologici vulvari;
- anomalie anatomiche che rendono impossibile o dolorosa la penetrazione;
- prolasso;
- neuropatie;
- disfunzioni del pavimento pelvico, cioè della muscolatura che sostiene gli organi contenuti nella pelvi e che può dare dolore per esempio perché troppo contratto o perché presenta dei punti di dolorabilità specifici localizzati più o meno profondamente e che possono essere percepiti in vagina (tender o trigger points);
- endometriosi, la PID (malattia infiammatoria pelvica);
- problematiche colonproctologiche, come per esempio emorroidi e/o ragadi anali, sindrome dell’intestino irritabile, morbo di Crohn;
- vaginismo;
- vulvodinia (dolore persistente idiopatico).
Alcune delle cause danno dolore sessuale acuto o che scompare con un trattamento specifico; in altri casi o là dove il dolore si trascina negli anni si può innescare un circolo vizioso in cui gli aspetti psicologici e relazionali entrano in gioco. È il caso in cui il dolore diventa cronico o persistente: il persistere del dolore può infatti attivare un circolo vizioso fatto di pensieri catastrofici e negativi su se stesse e sulla situazione, allerta del corpo che si manifesta con una tendenza a essere ipervigili nel tentativo di difendersi dal dolore e di controllare tutto ciò che accade, contrazione del pavimento pelvico “in chiusura”, paura anticipatoria del dolore. Alla lunga queste reazioni tendono a dare una diminuzione dell’eccitazione e quindi della lubrificazione vaginale (amplificando il dolore) e diminuzione del desiderio sessuale.
In alcuni casi l’ansia e la depressione possono ulteriormente gravare sulla qualità della vita della donna e peggiorare la percezione del dolore; questi tratti possono però essere anche già presenti nella donna prima della comparsa del dolore e rendere la donna più vulnerabile al dolore persiste/cronico. Non bisogna dimenticare che anche il partner gioca un ruolo fondamentale: la ricerca attiva della soluzione così come il sostegno in fase diagnostica e terapeutica sono fattori che aiutano ad affrontare e risolvere il dolore più di quanto faccia invece l’eccessiva comprensione del partner o l’allontanamento della sessualità.
A chi rivolgersi
La prima linea di intervento per il dolore sessuale è il ginecologo. Il tempo è un prezioso alleato per la diagnosi e la terapia, è quindi importante non considerare il dolore come parte della vita sessuale ma attivarsi immediatamente.
È importante tenere presente che accanto a condizioni che richiedono necessariamente un percorso psicosessuologico (ad esempio il vaginismo), anche le situazioni di dolore persistente dove la causa è inizialmente organica possono richiedere un sostegno psicosessuologico necessario ad individuare la co-presenza di fattori psicologici di predisposizione o mantenimento del dolore, fattori relazionali e pensieri disfunzionali rispetto alla sessualità che possono incidere negativamente sull’esperienza sessuale.
Trattamento
Il trattamento del dolore sessuale è legato alla diagnosi e alle cause; l’obiettivo è prima di tutto rimuovere la causa, rimuovere i fattori che possono contribuire a mantenerlo e instaurare uno stile di vita “alleato” del benessere personale e sessuale.
Per semplificare:
- terapie antimicrobiche mirate nei casi di vulvovaginiti;
- terapie ormonali locali o per via sistemica quando il problema è legato alla distrofia vaginale. Nel caso in cui non sia possibile utilizzare ormoni per la sindrome urogenitale, dobbiamo tenere in considerazione altre soluzioni, come per esempio molecole non ormonali efficaci, il trattamento laser, lubrificanti e idratanti della mucosa vaginale;
- integratori e/o farmaci specifici per ridurre il dolore;
- riabilitazione del pavimento pelvico in tutti quei casi in cui si associ un aumento del tono muscolare o dolorabilità muscolare del pavimento pelvico. Questo tipo di intervento è utile anche per migliorare la consapevolezza muscolare e imparare a gestire un gruppo di muscoli spesso trascurati;
- percorso psicosessuologico o psicoterapeutico. Il dolore sessuale soprattutto quando diventa cronico invade la vita personale e relazionale minando non soltanto la sessualità ma anche la qualità di vita personale e di coppia.