Zoonosi e parassitosi, come proteggerci dalle malattie degli animali

Le zoonosi sono malattie che dall'animale si trasmettono all'uomo e possono avere anche gravi conseguenze. Come possiamo prevenirle: lo studio

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

C’è una sorta di equazione che regola il rapporto tra l’essere umano e gli animali con cui entra in contatto, per affezione o per allevamento. Se questi ultimi stanno bene e vivono un’esistenza quanto più possibile serena e controllata sul fronte del benessere, tanto più anche gli uomini possono mantenere la salute. Se poi aggiungiamo anche l’ambiente che ci circonda, terza “stella” di questo circolo virtuoso che fa rima con benessere, comprendiamo quanto sia importante conoscere le zoonosi e quanto queste possono rivelarsi nocive anche per l’uomo.

Le zoonosi sono le malattie che dall’animale possono essere trasmesse all’uomo. Alcune specie di parassiti sono comparse sulla terra più di 750 milioni di anni fa e nel corso dei secoli hanno modificato le loro abitudini di vita adattandosi ai vari ospiti (in un meccanismo quasi perfetto di coevoluzione), nonché ai cambiamenti climatici e ambientali. I parassiti sono spesso meno agguerriti e più discreti di virus e batteri ma non meno pericolosi, giacché il parassita (pulci, zecche, vermi) non solo si nutre a spese dell’ospite (animale da compagnia, domestico da reddito, selvatico), ma utilizza quest’ultimo come propria nicchia ecologica.

Attenzione ai parassiti

L’OMS tra le sfide della nuova roadmap stilata nel 2021, definisce i traguardi da raggiungere entro il 2030 per la prevenzione, il controllo e la eradicazione delle Neglected Tropical Diseases. Il 60% di queste malattie tropicali sono rappresentate da parassitosi (esempio, echinococcosi, teniasi, geoelmintiasi, filariosi, leishmaniosi, schistosomiasi) e rappresentano una sfida continua nell’attuale scenario di transizioni sanitarie ed epidemiologiche. Un animale in salute equivale a salute per tutti. Questo vale anche e soprattutto per gli animali da compagnia, che vivono sempre a più stretto contatto con gli umani.

“Il 50% dei medici veterinari italiani continua a registrare una crescente attenzione per la salute degli animali da compagnia – fa sapere Marco Melosi, Presidente ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) – la forma di prevenzione sanitaria alla quale i proprietari fanno, in assoluto, più attenzione è la vaccinazione. Infatti, il 71% dei medici veterinari interpellati da ANMVI nell’ultima indagine condotta a maggio di quest’anno indica nelle profilassi vaccinali il più alto tasso di compliance.

A dimostrazione che le vaccinazioni rappresentano un pilastro della sanità pubblica globale. I proprietari (56%) sono molto attenti alle protezioni antiparassitarie che vanno ripetute durante tutto l’anno a causa dei cambiamenti climatici. I proprietari sono anche edotti sulla leishmaniosi trasmessa dal pappatacio (detto anche flebotomo) infetto. I proprietari (36%) sono più attenti, secondo l’indagine, ai controlli dopo una malattia dell’animale da compagnia che alle visite ordinarie rispettate solo dal 22%. La raccomandazione è invece di non dimenticare visite e cure programmate. Le zoonosi di cui le parassitosi fanno parte si prevengono infine rispettando alcune basilari norme generali di igiene e il controllo periodico della salute dell’animale come il lavaggio delle mani e la pulizia degli ambienti, delle lettiere e delle cucce dove l’animale vive abitualmente”.

Cosa sono le zoonosi?

Attenzione però: secondo il rapporto UNEP, 56 zoonosi sono responsabili di 2,5 miliardi di casi di malattie umane e di 2,7 milioni di decessi per anno. Le attività legate alla produzione alimentare, che richiede una estensione della superficie coltivabile in aree prima non antropizzate, sono direttamente collegate all’aumento dei contatti tra uomo e specie selvatiche e ad una accresciuta probabilità che si verifichino spillover (salti di specie). L’unico modo per arginare spillover e zoonosi è la prevenzione attuata in modo corretto negli allevamenti e l’impiego razionale dei farmaci veterinari, in particolare degli antibiotici, per contrastare fenomeni di resistenza dei patogeni.

“Le zoonosi sono malattie causate da agenti trasmessi per via diretta o indiretta, dagli animali all’uomo, che costituiscono un pericolo per la salute umana e animale, con notevoli conseguenze anche a livello sociale ed economico – sottolinea Daniela Mulas, Vicepresidente FNOVI (Federazione Nazionale  Ordini Veterinari Italiani) – il 75% delle malattie umane fino ad oggi conosciute deriva da animali e il 60% delle malattie emergenti sono state trasmesse da animali selvatici.

Le vie di trasmissione degli agenti zoonotici all’uomo sono molteplici e tra queste vi sono il contatto diretto di un ospite suscettibile con un animale infetto. Per contrastare efficacemente le zoonosi occorre considerare che la loro diffusione è sempre più oggi strettamente correlata alle alterazioni ambientali, ai cambiamenti climatici e degli stili di vita. Per questo motivo è oggi di fondamentale importanza nella lotta alle zoonosi adottare un approccio multidisciplinare e multisettoriale, capace di coinvolgere in un’ottica di salute unica non solo medici umani e medici veterinari ma anche altre figure professionali che possano contribuire alla attività di prevenzione”.

Per limitare il rischio di zoonosi usiamo bene gli antibiotici

Anche nella nostra vita di ogni giorno possiamo darci da fare nei confronti delle zoonosi. Seguire le indicazioni del veterinario, se si hanno animali di compagnia, è fondamentale, così come è importante sottoporre gli animali stessi a controlli, specie quando invecchiano. E poi… Poi si ripresenta il problema della resistenza agli antibiotici, che va comunque tenuto presente. anche in questa chiave di prevenzione.

Lo conferma per Pier Luigi Lopalco, Professore Ordinario di Igiene presso l’Università del Salento. “Tipicamente, per zoonosi si intende una malattia infettiva che riconosce il suo serbatoio in una specie animale e che viene trasmessa, per via diretta o indiretta, all’uomo. Classico esempio di zoonosi a trasmissione diretta è la rabbia, come la salmonellosi può essere presa a modello di zoonosi a trasmissione prevalentemente indiretta”. La salute globale è quindi oggi il risultato di una stretta correlazione tra salute umana, salute animale e ambiente di vita.

“L’approccio One Health si dimostra estremamente adatto ad interpretare un altro fenomeno, quello dell’antimicrobicoresistenza, che rappresenta una ulteriore minaccia prioritaria per la salute globale – riprende l’esperto. L’uso improprio degli antibiotici in medicina umana e veterinaria, insieme al loro abuso in zootecnia e perfino in agricoltura industriale (es. antifungini) ha spinto l’OMS ad includere il fenomeno della resistenza agli antibiotici tra le 10 minacce più importanti per la salute globale, al pari delle malattie cronico degenerative o delle pandemie. Sarà dunque necessario agire a livello globale per ristabilire un corretto equilibrio tra uomo, animali e ambiente per prevenire o almeno mitigare il rischio di diffusione dei microrganismi pericolosi ed il diffondersi della resistenza agli antibiotici”.