Compare soprattutto nelle donne dopo la menopausa. Ma non solo. Ed è importante che la donna faccia riferimento al medico in caso di problemi, ad esempio nei ritmi intestinali o dolori al basso ventre, o ancora aumento di volume della parte inferiore dell’addome. Stando in guardia soprattutto in caso di sanguinamenti dagli organi genitali. Sono questi i segni e i sintomi più classici del tumore dell’ovaio. A ribadirlo è Chiara Cassani, Ginecologa presso la Fondazione Policlinico San Matteo IRCCA di Pavia. Che ha ricordato come una volta fatta la diagnosi è possibile definire terapie su misura per ogni singolo caso e che grazie ai progressi della medicina e della ricerca è oggi possibile fornire risposte mirate ad ogni donna.
Le caratteristiche del tumore
Il tumore ovarico comprende tutte le condizioni neoplastiche che originano appunto da questi organi entro cui si formano gli ovuli, dalle tube di Falloppio (che connettono le ovaie con l’utero) e dal peritoneo (il rivestimento della parete e degli organi addominali). Questi tumori vengono classificati in base alle cellule da cui originano: i più frequenti sono i tumori epiteliali. Tra i tumori ovarici epiteliali, il sottotipo più comune è quello sieroso di alto grado. Il carcinoma ovarico è ancora oggi tra i tumori più gravi anche per la mancanza di strumenti di screening e di diagnosi precoce e la presenza di sintomi poco riconoscibili, motivi per cui viene diagnosticato in fase avanzata in circa l’80% dei casi. Una delle difficoltà nella diagnosi è proprio l’insorgenza tardiva della sintomatologia, tanto che in molti casi la lesione viene riconosciuta in stato avanzato. Disporre di uno screening sarebbe fondamentale.
Attenzione in famiglia
La familiarità è il principale fattore di rischio nel 15-25% dei casi. E’ noto che alcune alterazioni genetiche ereditarie (geni BRCA1 e BRCA2) aumentano di fatto la possibilità di sviluppare questa neoplasia. Per questo ogni donna dovrebbe fare attenzione e sottoporsi ai controlli. Ovaio e mammella sono i due organi “bersaglio” da tenere in grande considerazione in caso di positività per i geni BRCA 1 e 2. La presenza della mutazione del gene BRCA1, mediamente, innalzerebbe dell’85 per cento per cento il rischio di sviluppare un tumore maligno al seno e del 50 per cento quello di andare incontro al cancro dell’ovaio. Ovviamente queste situazioni vanno studiate ed è importante che ogni donna sappia che ha diritto a una consulenza genetica in caso di sospetto. Altrettanto ovvio è che, in caso di positività per il gene BRCA1, occorra studiare protocolli di monitoraggio mirati e si possa proporre, in chiave preventiva e dopo che la donna stessa ha realizzato il proprio desiderio di maternità, un’eventuale asportazione preventiva di questi organi che possa evitare lo sviluppo possibile di un tumore. Per questo è importante sottoporsi a test genetico se esistono casi in famiglia e comunque sapere che, anche quando il tumore viene scoperto e la lesione viene asportata, questo controllo viene effettuato sulle cellule malate per offrire alla famiglia della paziente un’importante informazione in chiave di prevenzione futura.
Cure su misura
Negli ultimi tempi, le opportunità di cura per il tumore ovarico sono costantemente aumentate grazie a farmaci che agiscono specificamente su cellule che hanno particolari caratteristiche, come i Parp-Inibitori. E la ricerca propone per il futuro ulteriori soluzioni oltre alla chirurgia e alla chemioterapia, grazie a farmaci “su misura” in base alle caratteristiche delle cellule. Non solo. In caso di recidiva si punta su chemioterapici legati a un anticorpo. L’anticorpo riconosce sulla lesione un particolare recettore e porta il farmaco direttamente nel tumore stesso che poi lo internalizza, con un effetto “cavallo di Troia”.
In collaborazione con GSK