Soffio al cuore: sintomi, cause e patologie

Il soffio al cuore è un rumore aggiuntivo durante l'ascolto dei battiti cardiaci, spesso causato da flussi sanguigni anomali attraverso le valvole cardiache

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Carlotta Dell'Anna Misurale

Laureanda in Medicina e Chirurgia

Studentessa di Medicina appassionata di neurologia. Vanta esperienze in ricerca, con focus sui misteri del cervello e l'avanzamento scientifico.

Il termine “soffio al cuore” si riferisce a un suono specifico generato dal flusso sanguigno attraverso le diverse strutture cardiache, come camere e valvole, durante la contrazione muscolare. Normalmente, il passaggio del sangue avviene in maniera silenziosa, ma in certe circostanze, questo flusso può produrre un suono più evidente.

Interessante notare che la presenza di un soffio al cuore non indica necessariamente una condizione patologica. Al contrario, in molti casi, si tratta di una manifestazione innocua e priva di rischi per la salute.

Il rilevamento di un soffio cardiaco non equivale automaticamente a una diagnosi di malattia cardiaca. In realtà, questo fenomeno può essere considerato più un segnale di attenzione che un indicatore diretto di patologia. È rilevante sottolineare che nell’80% delle situazioni, il soffio cardiaco è classificato come benigno, caratterizzato da un suono armonico che non dovrebbe suscitare preoccupazioni. Tuttavia, nel 20% dei casi, può effettivamente segnalare la presenza di una patologia cardiaca sottostante, come una malattia delle valvole cardiache, nota anche come valvulopatia.

Tra le cause patologiche, i soffi possono essere classificati in organici, quando c’è un’anomalia strutturale del cuore o dei vasi sanguigni, e funzionali, quando il cuore è strutturalmente normale. Le cause organiche includono malformazioni congenite come difetti del setto cardiaco, valvulopatie come la stenosi o la regurgitazione valvolare, o condizioni come l’endocardite, che possono danneggiare le valvole cardiache. I soffi funzionali possono derivare da stati febbrili, anemia, ipertiroidismo o durante la gravidanza, dove l’aumento del volume sanguigno può temporaneamente alterare il flusso del sangue.

La rilevazione di un soffio durante un esame fisico spesso conduce ad ulteriori indagini diagnostiche, come l’ecocardiogramma, per determinare la causa e la rilevanza clinica. Il trattamento dipenderà dalla causa sottostante, potendo variare da un semplice monitoraggio a interventi chirurgici per correzioni strutturali.

Cos’è il soffio al cuore

Per comprendere cos’è il soffio al cuore occorre approfondire il percorso del flusso sanguigno all’interno del cuore. Solitamente la circolazione sanguigna è silenziosa, ma alcune condizioni possono alterare il flusso, che risulterà rumoroso.

Durante il ciclo cardiaco avvengono diversi eventi: il muscolo cardiaco si contrae e si rilassa e le valvole cardiache si aprono e si chiudono. Quando avvengono delle alterazioni nel corretto funzionamento di questi sistemi, si genera un flusso sanguigno turbolento che causa un rumore rilevabile dal medico.

Il soffio può essere benigno (innocente o funzionale) oppure patologico (organico):

  • Il soffio al cuore benigno è definito anche fisiologico. In questo caso questo segno clinico non è legato alla presenza di una malattia cardiaca, quindi non è sinonimo di una patologia legata al cuore. E’ possibile che alcuni fattori come lo stress o lo stile di vita possano far emergere un soffio cardiaco. In questo caso, infatti, il sangue, spinto dal movimento cardiaco nei vasi arteriosi, passa attraverso le valvole cardiache generando dei piccoli flussi turbolenti che generano questo rumore. In questo caso il soffio può sparire da solo. In gravidanza, non di rado, vengono rilevati soffi cardiaci che, in seguito al parto spariscono da soli, senza assumere farmaci. Fattori legati alla vita del paziente, come alimentazione, postura, esercizio fisico e stress possono portare a casi di soffio al cuore benigno e momentaneo.
  • Il soffio al cuore patologico è indicativo di una patologia cardiaca. E’ difficile distinguere un soffio benigno da uno patologico e, per questo, è bene effettuare ulteriori indagini come un elettrocardiogramma o un’ecografia cardiaca o un altro esame di imaging, per verificare che il cuore funzioni correttamente.

Sintomi del soffio al cuore

La presenza di sintomi legati a un soffio cardiaco è strettamente correlata alla sua natura patologica. È possibile che individui precedentemente asintomatici sperimentino all’improvviso mancanza di fiato e l’emergere di un soffio cardiaco significativo che prima non era rilevabile. Un esempio emblematico di tale situazione si verifica con la rottura di una corda tendinea della valvola mitrale, un evento acuto che può modificare drasticamente la dinamica del flusso sanguigno attraverso il cuore.

Generalmente i sintomi, seppur aspecifici, che possono accompagnare un soffio sono:

  • Fiato corto durante esercizi fisici o attività di tutti i giorni come salire le scale;
  • Dolore al petto;
  • Vertigini;
  • Svenimenti;
  • Eccessiva sudorazione;
  • Cianosi;
  • Ritardi nella crescita.

Cause del soffio al cuore

Il soffio al cuore può essere causato da diversi fattori. Anche in questo caso, è possibile distinguere le cause in base al tipo di soffio al cuore, se benigno o patologico. Tra le cause del soffio al cuore fisiologico ci possono essere fattori comuni come:

  • Gravidanza
  • Stress
  • Stile di vita sedentario
  • Forti emozioni
  • Infanzia

Quando un soffio al cuore è identificato come segnale di una possibile patologia cardiaca, diventa fondamentale effettuare ulteriori accertamenti per determinarne la causa specifica. Le condizioni che possono essere associate a un soffio cardiaco sono diverse e spaziano da patologie presenti sin dalla nascita a quelle sviluppatesi nel corso della vita:

  • Cardiopatie congenite: Queste sono anomalie strutturali del cuore presenti fin dalla nascita. Tra queste si annoverano i difetti interatriali e interventricolari, oltre al persistere del dotto arterioso (dotto di Botallo), che dovrebbe chiudersi naturalmente dopo la nascita.
  • Cardiopatie acquisite: Questo gruppo include condizioni che si sviluppano nel corso della vita. Un esempio è il prolasso della valvola mitrale, una condizione in cui la valvola tra l’atrio sinistro e il ventricolo sinistro non si chiude adeguatamente. Un’altra condizione degna di nota, soprattutto tra gli anziani, è la stenosi della valvola aortica, in cui la valvola aortica si restringe, causando un caratteristico soffio rude quando il sangue passa attraverso la valvola parzialmente ostruita o calcificata.
  • Scompenso cardiaco: Questa condizione può influenzare la funzionalità delle valvole mitralica e tricuspidale, portando a una loro insufficiente chiusura. Lo scompenso cardiaco, in particolare, può essere il risultato di un malfunzionamento del ventricolo sinistro, con conseguenti ripercussioni sulle valvole cardiache.

In sintesi, la presenza di un soffio al cuore può essere il sintomo di una varietà di condizioni, alcune delle quali richiedono interventi terapeutici specifici per prevenire complicanze future.

Diagnosi del soffio al cuore

L’unico modo per diagnosticare il soffio al cuore è farsi visitare da un medico. Solitamente il soffio viene riconosciuto durante visite generiche, durante la quale il medico può obiettivare questo segno e prescrivere una visita specialistica o un esame di imaging, in modo da rilevare l’eventuale presenza di una patologia cardiaca concomitante.

È il medico di medicina generale solitamente a consigliare il tipo di visita più adatto al rumore percepito. Di solito è consigliabile recarsi presso un cardiologo in grado di diagnosticare esattamente il tipo di problematica ed, eventualmente, impostare un trattamento adeguato.

Durante una visita cardiologica per la diagnosi del soffio al cuore non è raro che il medico chieda informazioni sulla storia medica del paziente. Tra le domande più frequenti ci sono:

  • In famiglia sono presenti casi di malattie cardiologiche?
  • Ha avuto sintomi quali dolore al torace, vertigini, svenimenti o fiato corto?
  • Questi sintomi si sono presentati a riposo o durante l’attività fisica?

Grazie a queste domande e ad un attento esame obiettivo, il medico potrà valutare la gravità del soffio al cuore, riconoscendone l’intensità, il tono cardiaco interessato e la durata.

In seguito alla visita è possibile che vengano richiesti degli esami specifici, come la radiografia toracica, l’elettrocardiogramma o l’ecocardiografia.

L’Ecocardiogramma color doppler

Per individuare la tipologia di soffio al cuore spesso viene richiesto l’ecocolordoppler cardiaco a riposo. Questo test non è invasivo e si basa sull’utilizzo di un meccanismo ad ultrasuoni che permette di ricostruire la morfologia statica e dinamica del cuore. Per effettuare questo esame ci vogliono circa 20 minuti e prevede il posizionamento di una sonda sul torace (definita trasduttore) che invia all’ecocardiografo tutte le informazioni sulla circolazione sanguigna e sui movimenti del cuore.

Attraverso questo particolare tipo di ecografia è possibile individuare la presenza di problematiche del muscolo cardiaco e di verificare lo stato delle valvole cardiache . In questo modo è possibile approfondire lo stato di salute del cuore e comprendere se il soffio è legato ad una patologia cardiaca.

Trattamento del soffio al cuore

L’ecocardiografia svolge un ruolo cruciale nella diagnostica cardiaca, consentendo non solo di identificare con precisione la natura e la severità delle patologie valvolari, ma anche di orientare la scelta del trattamento più adatto al paziente. Questo può variare tra opzioni chirurgiche a interventi farmacologici, a seconda delle specificità e necessità individuali.

Con i notevoli avanzamenti nella cardiologia interventistica, si è aperta la strada a nuove opportunità terapeutiche minimamente invasive. Tra queste, spicca la procedura di sostituzione valvolare aortica percutanea, nota come TAVI (Transcatheter Aortic Valve Implantation), che permette di sostituire la valvola aortica malata senza ricorrere a interventi chirurgici aperti. In aggiunta, le tecniche di riparazione percutanea delle valvole mitrale e tricuspide tramite l’uso di clip offrono ulteriori opzioni di trattamento per i pazienti idonei, riducendo significativamente il tempo di recupero e i rischi associati a procedure più invasive.

Nonostante queste avanzate opzioni terapeutiche, rimane essenziale il monitoraggio costante dell’evoluzione dei soffi cardiaci nel tempo. La progressione o la regressione di un soffio può infatti fornire indicazioni preziose sull’andamento della patologia valvolare sottostante, influenzando le decisioni cliniche relative alla gestione del paziente. Questo aspetto sottolinea l’importanza di un follow-up regolare e di una valutazione dinamica nel contesto di un approccio terapeutico personalizzato e basato sull’evoluzione della condizione cardiaca.

Fonti bibliografiche: