Anemia: sintomi, cause e rimedi dell’emoglobina bassa

L’anemia può essere legata a carenze nutrizionali o a eventi fisiologici e patologici. Scopri quali sono i sintomi e i trattamenti di questa condizione.

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Federico Beretta

Medico chirurgo

Medico Chirurgo abilitato, da anni collabora con diversi magazine online e si occupa di divulgazione medico/scientifica.

Quando qualcosa non sta funzionando come dovrebbe, il nostro organismo ci invia dei segnali per allertarci. Saperli riconoscere tempestivamente ci aiuta ad agire il prima possibile, supportandolo nel modo corretto.

Durante un periodo di forte stress, capita di avvertire affaticamento o debolezza diffusa; a volte, però, questi sintomi possono nascondere delle alterazioni dello stato di salute e devono essere indagati in maniera approfondita. È il caso dell’anemia, una condizione diffusa e che colpisce per lo più anziani, donne in gravidanza o in menopausa.

Secondo l’OMS, si tratta di un importante problema di salute pubblica; stando infatti alle stime, a livello globale, soffrono di anemia:

  • il 40% dei bambini tra i 6 e i 59 mesi;
  • il 37% delle donne in dolce attesa;
  • il 30% delle donne tra i 15 e i 49 anni.

Che cos’è l’anemia

L’anemia è una condizione in cui il numero di globuli rossi o la concentrazione di emoglobina al loro interno è più bassa rispetto ai valori considerati “normali”. L’emoglobina è una proteina contenuta all’interno dei globuli rossi e deputata al trasporto dell’ossigeno, attraverso sangue verso tutti i distretti corporei; inoltre, consente ai globuli rossi di recuperare l’anidride carbonica, prodotto di scarto dei processi metabolici cellulari, dai vari distretti dell’organismo fino ai polmoni. È una proteina ricca di ferro, minerale che conferisce al sangue il suo tipico colore rosso. I globuli rossi vengono prodotti attraverso un procedimento chiamato eritropoiesi, che si svolge nel midollo osseo, presente in molte delle ossa più grandi dell’organismo. Per produrli, sono necessari diverse molecole che possono essere assunti attraverso l’alimentazione, tra cui:

  • il ferro;
  • l’acido folico;
  • la vitamina B-12.

Forme di anemia

Ci sono diverse forme di anemia, tra le più comuni rientrano:

Quali sono le cause dell’anemia

Ciascuna forma di anemia ha una o più cause scatenanti. Una diagnosi accurata è determinante per comprendere il motivo del suo sviluppo e di conseguenza, il tipo di trattamento da intraprendere.

Anemia da carenza di ferro

L’anemia sideropenica, dal greco “sideros” cioè “ferro” e “penia” ovvero “povertà”, è caratterizzata da una ridotta quantità di ferro nell’organismo e costituisce la forma più frequente. Il ferro è un minerale importante, perché è parte integrante della struttura di diverse proteine come l’emoglobina. Il ferro viene assorbito dall’intestino solo in piccola parte attraverso i cibi consumati (circa il 5-10%): una parte si lega alla proteina ferritina (la forma principale di deposito del ferro) e l’altra si unisce alla transferrina, un’altra proteina che lo trasporta nelle cellule.

La carenza di ferro può essere legata alla presenza di malattie o ad eventi fisiologici come:

  • la gravidanza. In questa fase della vita, l’organismo ha bisogno di maggiori quantitativi di ferro, per favorire lo sviluppo del feto;
  • l’allattamento;
  • il ciclo mestruale fisiologico o, più frequenetemente la menorragia, ovvero un flusso abbondante che causa perdite importanti di sangue;
  • la crescita durante l’infanzia. Può provocare un abbassamento delle riserve di ferro che vanno reintegrate con un’alimentazione adeguata.

Come anticipato, anche eventi di natura patologica possono ridurre i livelli fisiologici di ferro. Ad esempio:

  • interventi chirurgici, come il baypass gastrico;
  • assunzione di diversi farmaci, come gli inibitori della pompa protonica e gli anti-acidi;
  • patologie a carico dell’apparato gastro-intestinale come la gastrite o la celiachia;
  • la malnutrizione;
  • la presenza di malattie da malassorbimento;
  • aver subìto dei traumi con significative perdite di sangue;
  • la presenza di patologie, tra cui l’insufficienza cardiaca e renale, l’obesità, alcuni tumori, il morbo di Crohn.

Anemia da carenza di vitamina B12

Questa particolare condizione può essere causata non solo da un ridotto introito di vitamina B12 attraverso la dieta, ma anche da alcune patologie tra cui:

  • quelle gastrointestinali, ad esempio il morbo di Crohn, l’ulcera, la gastrite;
  • l’anemia perniciosa. Si tratta di una malattia autoimmune a carico dello stomaco che attacca erroneamente le cellule dell’organo. In questo modo l’organismo non riesce ad assorbire la vitamina B12.

Anche l’essersi sottoposti ad interventi chirurgici che hanno interessato lo stomaco e l’intestino e l’assunzione di alcuni farmaci, possono provocare l’anemia da carenza di vitamina B12.

Anemia da carenza di folati

I folati sono dei composti chimici che l’organismo non riesce ad immagazzinare per lungo tempo; per questo devono essere introdotti attraverso l’alimentazione. Le possibili cause di questa carenza sono:

  • una dieta povera di folati;
  • l’interazione con alcuni farmaci che ne riducono le quantità nell’organismo rendendo più difficile l’assorbimento;
  • un malassorbimento;
  • urinare spesso, che provoca una perdita importante di questi composti.

Quali sono i sintomi dell’anemia

All’inizio, l’anemia potrebbe non dare segnali particolari della sua presenza. Spesso, infatti, viene evidenziata a seguito dell’esecuzione di esami del sangue eseguiti per altri motivi. Successivamente, quando raggiunge una fase più grave, può manifestarsi con:

  • debolezza;
  • senso di stanchezza;
  • fiato corto;
  • colore della pelle pallido o giallastro;
  • mal di testa;
  • dolore al petto;
  • vertigini;
  • battito del cuore accelerato.

La gravità dipende dall’età del soggetto, dall’eventuale presenza di altre patologie e dai livelli di ferro nel sangue.

Sintomi dell’anemia da carenza di vitamina B12

Tra i possibili segnali ci sono:

  • mal di testa frequenti;
  • perdita di peso;
  • tachicardia;
  • astenia;
  • difficoltà di concentrazione;
  • difficoltà nella respirazione.

Sintomi dell’anemia da carenza di vitamina B9 (folati)

In questo caso si possono riscontrare;

Diagnosi dell’anemia

Nel caso in cui la sintomatologia indichi la presenza di un’anemia, viene eseguita una visita approfondita, durante la quale viene valutato lo stato di salute generale del paziente. Se lo ritiene opportuno, il medico indicherà l’esecuzione di alcuni specifici esami del sangue, tra cui un emocromo completo. Si tratta di un semplice esame che rileva il livello di emoglobina e il volume corpuscolare medio (in caso di anemia è aumentato).

Grazie a questo test è possibile valutare l’eventuale presenza di valori aumentati di ferritina, bilirubina e lattico deidrogenasi, provocati da una alterazione nel metabolismo fisiologico dei globuli rossi. All’emocromo potrebbe essere associato l’esame dello striscio di sangue che aiuta a valutare la morfologia delle cellule che lo compongono, per valutare la presenza di eventuali alterazioni.

Se il medico sospetta la presenza di un’anemia perniciosa, potrebbe chiedere di eseguire degli esami complementari, per valutare se il mancato assorbimento della vitamina B12 (nonostante venga assunta con la dieta), possa essere provocata da una malattia autoimmune.

È bene considerare che i livelli di emoglobina possono dipendere da diversi fattori, tra cui il sesso, l’età, l’altezza, lo stato fisiologico in cui ci si trova (come la gravidanza). Secondo l’OMS, ecco i livelli di emoglobina (g/L) da prendere come riferimento per diagnosticare l’anemia:

Età Assenza di anemia Anemia Lieve Anemia Moderata Anemia severa
Bambini, dai 6 ai 59 mesi ≥110

 

100-109 70-99 <70
Bambini, dai 5 agli 11 anni ≥115 110-114 80-109 <80
Bambini, dai 12 ai 14 anni ≥120 110-119 80-109 <80
Donne non incinte, dai 15 anni in su ≥120 110-119 80-109 <80
Donne incinte ≥110 100-109 70-99 <70
Uomini, dai 15 anni in su ≥130 110-129 80-109 <80

Quali sono le conseguenze dell’anemia

È fondamentale trattare l’anemia poiché questa condizione può procurare, con il passare del tempo, alcune complicazioni. Tra queste rientrano:

  • problemi a carico del cuore. L’organo deve pompare più sangue del previsto per compensare la mancanza di ossigeno nel sangue, causando, a lungo termine, un’insufficienza cardiaca;
  • stanchezza persistente, tale da ostacolare lo svolgimento delle attività quotidiane;
  • complicazioni in gravidanza, ad esempio il parto prematuro.

L’anemia falciforme potrebbe portare, in alcuni casi, anche alla morte per gravi complicazioni.

Inoltre, è stato dimostrato che l’anemia da carenza di ferro riduce la produttività negli adulti e può influire sullo sviluppo fisico e mentale dei bambini. Dunque, l’anemia può avere conseguenze significative sullo sviluppo umano e, di conseguenza, su quello sociale ed economico.

In età avanzata, inoltre, l’anemia da carenza di ferro può provocare stanchezza cronica e debolezza, aumentando il rischio di cadute e possibili traumi. Può anche mettere a rischio, come abbiamo visto, la corretta funzionalità del cuore.

Quali sono i fattori di rischio dell’anemia

Ci sono diversi fattori di rischio che possono concorrere allo sviluppo di questa malattia, come:

  • la genetica. Si parla in questo caso di anemia ereditaria, come ad esempio quella falciforme, che può essere trasmessa all’interno di uno stesso nucleo famigliare;
  • l’età, in genere la sua incidenza aumenta dopo i 65 anni;
  • la presenza di alcune patologie, come il cancro, il diabete, l’insufficienza renale;
  • la gravidanza;
  • alcune condizioni a carico dell’intestino, come la celiachia e il morbo di Crohn;
  • il ciclo mestruale;
  • una dieta povera di ferro, vitamina B9 e B12.

Trattamenti dell’anemia

La terapia da intraprendere dipende dalla causa scatenante. Nel caso in cui l’anemia sia stata provocata da carenze nutrizionali (ferro e vitamine del gruppo B), la terapia comune consiste nell’effettuare un’integrazione specifica da assumere, quasi sempre, per via orale. Le dosi e il tempo necessario del trattamento verranno indicate dal medico.

Può capitare che alcuni soggetti, durante il periodo di assunzione di integratori di ferro, presentino degli effetti collaterali come:

  • stitichezza/diarrea;
  • feci scure;
  • nausea.

Per ridurre questi sintomi è utile parlarne con il proprio medico che potrebbe ridurre la dose giornaliera e integrare con la vitamina C che favorisce l’assorbimento del ferro.

Coloro che seguono una dieta vegana, devono tenere sotto controllo i livelli di questi nutrienti e integrarli, se necessario, in modo preciso e costante.

Terminata la terapia, è bene effettuare dei controlli periodici, sottoponendosi ad esami del sangue per assicurarsi che i livelli siano tornati nella normalità. Perché la terapia funzioni è indispensabile la collaborazione del paziente, che deve rispettare quanto indicato e prescritto dal proprio medico.

Se l’anemia è provocata dalla presenza di malattie croniche, il trattamento si concentra sulla malattia che l’ha causata. L’anemia falciforme, invece, richiede un trattamento personalizzato.

Prevenzione dell’anemia

È possibile prevenire l’anemia nel caso in cui questa sia causata da carenze nutrizionali. Per farlo, è necessario mantenere uno stile di vita sano con un occhio di riguardo nei confronti dell’alimentazione. Ecco i cibi che non dovrebbero mancare nella propria dieta:

  • cereali, verdure a foglia verde scuro, come il crescione e il cavolo riccio, frutta secca, legumi, carni rosse magre (contengono ferro);
  • legumi, banane, agrumi (ricche di acido folico);
  • pollame, carne rossa magra (sono una buona fonte di vitamina B12).

Da consumare con moderazione sono, invece, le bevande gassate, quelle contenenti caffeina e gli alcolici. In aggiunta, per prevenire forme severe di anemia si consiglia di sottoporsi annualmente (o quando necessario) a un prelievo ematico, utile non solo per monitorare i livelli di ferro e vitamine, ma anche del colesterolo e degli zuccheri nel sangue.

In gravidanza poi, la mamma deve occuparsi non solo della sua alimentazione, ma anche di quella del nascituro. In questo senso, è determinante integrare in modo opportuno vitamine e sali minerali, se necessari e sottoporsi ai controlli di routine per prevenire eventuali carenze. In particolare, nel corso della gestazione è necessario incrementare la dose di folati: se si sta programmando una gravidanza, è bene parlarne con il proprio ginecologo.

In conclusione, l’anemia può presentarsi in diverse forme, ma le più comuni sono quelle provocate dalle carenze nutrizionali. Queste possono essere prevenute e trattate mediante opportuna supplementazione, seguendo i suggerimenti del proprio medico di fiducia.

 

Fonti bibliografiche