Ecografia pelvica: a cosa serve, quando farla

L'ecografia pelvica è un esame diagnostico che utilizza ultrasuoni per generare immagini delle strutture pelviche, come l'utero, le ovaie e la vescica, utilizzata per valutare gravidanze e disturbi urinari

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Carlotta Dell'Anna Misurale

Laureanda in Medicina e Chirurgia

Studentessa di Medicina appassionata di neurologia. Vanta esperienze in ricerca, con focus sui misteri del cervello e l'avanzamento scientifico.

L’ecografia pelvica rappresenta uno strumento diagnostico fondamentale per esaminare con precisione le strutture anatomiche situate nella parte inferiore dell’addome. È un esame che si avvale degli ultrasuoni per investigare in modo specifico gli apparati riproduttivi sia femminili che maschili, nonché l’apparato urinario di entrambi i sessi.

Questo tipo di esame si distingue per essere completamente non invasivo e sicuro, in quanto non utilizza radiazioni ionizzanti, a differenza di procedure come la TAC all’addome. Inoltre, a differenza della risonanza magnetica dell’addome inferiore, non richiede l’introduzione di mezzo di contrasto.

Conosciuto anche come ecotomografia pelvica, questo esame si effettua attraverso una particolare tecnica di focalizzazione spaziale che permette di visualizzare i diversi piani anatomici degli organi in esame. Le immagini ottenute tramite ecografia pelvica sono essenziali per diagnosticare condizioni come cisti ovariche, fibromi uterini, anomalie della prostata, calcoli renali e altre patologie che possono interessare la regione pelvica.

L’ecografia pelvica è quindi uno strumento di valutazione diagnostica estremamente utile e spesso impiegato, grazie alla sua capacità di fornire immagini dettagliate senza esporre il paziente a rischi associati a radiazioni o a mezzi di contrasto.

A cosa serve l’ecografia pelvica

L’ecografia pelvica è un esame diagnostico essenziale che utilizza gli ultrasuoni per fornire immagini dettagliate della regione pelvica, permettendo così di esaminare gli organi contenuti in questa area del corpo.

  • Nelle donne, è particolarmente utile per valutare l’utero, le ovaie e le tube di Falloppio, contribuendo alla diagnosi di condizioni come cisti ovariche, fibromi, endometriosi, patologie uterine e monitoraggio delle gravidanze.
  • Negli uomini, invece, l’ecografia pelvica è spesso impiegata per investigare la prostata e i testicoli, ed è utile nella diagnosi di prostatiti, tumori o idrocele. Inoltre, l’ecografia pelvica può essere usata per valutare la vescica in entrambi i sessi, per rilevare problemi come calcoli, tumori o anomalie congenite.

Oltre a osservare gli organi dell’addome inferiore, l’ecografia pelvica esterna permette di studiare anche i tessuti in esso contenuti, per verificare la presenza di infezioni, iperplasia, neoplasie o ancora malformazioni. 

Per entrare più nel dettaglio, i campi di applicazione dell’ecografia all’area pelvica sono due, quello che coinvolge il tratto urinario e quello che riguarda gli organi riproduttivi di genere maschile e di genere femminile. 

Ecografia pelvica e ecografia dell’apparato urinario

L’ecografia pelvica e quella del tratto urinario sono entrambe procedure diagnostiche non invasive che utilizzano gli ultrasuoni per ottenere immagini degli organi interni, ma differiscono per gli organi che esaminano e le indicazioni cliniche.

Le principali differenze tra le due ecografie sono:

  1. Organi target: l’ecografia pelvica è più centrata sugli organi riproduttivi, mentre l’ecografia del tratto urinario sugli organi escretori.
  2. Indicazioni cliniche: l’ecografia pelvica è spesso utilizzata per questioni legate alla fertilità, alla ginecologia e all’urologia maschile, mentre quella del tratto urinario si concentra su condizioni che influenzano la funzione renale e la minzione.
  3. Genere: mentre l’ecografia pelvica ha applicazioni specifiche per sesso, quella del tratto urinario è generalmente applicabile a entrambi i sessi con focus sugli stessi organi.

Entrambe le ecografie sono strumenti fondamentali nell’ambito medico e sono scelte in base alle necessità diagnostiche specifiche del paziente.

Ecografia pelvica e organi riproduttivi

Nel caso delle persone di genere femminile, l’ecografia pelvica esterna è utile per valutare anomalie nella struttura anatomica, come tumori alle ovaie, all’utero o alle tube di Falloppio, o ancora malattie infiammatorie come la PID (malattia infiammatoria pelvica), l’endometriosi e infezioni.

In queste circostanze può essere affiancata all’ecografia transvaginale, cioè un’ecografia interna che, attraverso la sonda inserita in vagina, permette di valutare internamente gli organi riproduttivi femminili. Quest’ultima è però per esempio sconsigliata per le bambine, le ragazzine e non viene solitamente effettuata – salvo diverse indicazioni – negli stati di gravidanza avanzati. I controlli in gravidanza, infatti, vengono solitamente realizzati con ecografia pelvica esterna a partire dal secondo trimestre (è il caso per esempio dell’ecografia morfologica). 

Per gli organi riproduttivi maschili, l’ecografia pelvica è particolarmente indicata per valutare disturbi e anomalie a carico della prostata, come per esempio nel caso di ipertrofia prostatica benigna

Quando fare l’ecografia pelvica

Di solito le donne effettuano un’ecografia al basso ventre presso il ginecologo, come esame complementare rispetto alla visita. Può essere particolarmente utile per valutare: 

  • infertilità
  • sanguinamenti vaginali anomali
  • dolori pelvici persistenti e non legati al ciclo mestruale
  • amenorrea, cioè l’assenza del ciclo mestruale
  • tumori o altre masse di ovaie e utero
  • malformazioni
  • liquido o masse nell’endometrio
  • presenza di dispositivi intrauterini e loro posizionamento

In caso di sintomi legati quindi al ciclo mestruale, di problemi di concepimento, di dolore persistente o sanguinamenti anomali, è bene recarsi dal ginecologo per sottoporsi a un’ecografia della regione pelvica. 

Negli uomini è spesso l’urologo che effettua questo esame per valutare lo stato generale dell’apparato riproduttivo maschile, ma anche (in maniera meno approfondita dell’ecografia dell’apparato urinario), lo stato della vescica, in caso di problemi di minzione (dolore, bruciore, bisogno di urinare spesso e altro) ma anche in caso di disfunzioni sessuali o altro legato al funzionamento della prostata. 

L’urologo può valutare anche i problemi minzionali della donna, sottoponendola quindi a ecografia della vescica e degli annessi. 

In altre circostanze, per esempio per dolori al basso ventre non identificati o presunti problemi intestinali, potrebbe essere direttamente un medico radiologo a effettuare l’ecografia, valutando lo stato complessivo degli organi del basso ventre. 

Come si svolge l’ecografia pelvica

Quando si parla di ecografia pelvica esterna si prevede un esame non invasivo e innocuo. Che sia il ginecologo, l’urologo o il radiologo, l’ecografia si svolge sempre allo stesso modo. Spesso non c’è bisogno di spogliarsi (tranne nel caso in cui si debba controllare la prostata): il paziente si sdraia sul lettino, si scopre la zona del basso ventre, il medico applica il gel sulla pelle nuda e appoggia la sonda, che inizia subito a trasmettere le immagini al monitor attraverso gli ultrasuoni. 

Quando l’ecografia della regione pelvica interessa tutto l’addome inferiore è bene presentarsi con la vescica piena, quindi bere e non urinare per una o due ore prima dell’esame. 

Nel caso di ecografia pelvica ginecologica, che punta a valutare solo gli organi riproduttivi o anche nel caso di gravidanza, non è necessaria alcuna preparazione. 

Raccomandazioni

Per quanto l’ecografia alle pelvi sia un esame accurato che permette di osservare attentamente organi, apparati e tessuti molli, ci sono alcune condizioni che potrebbero inficiarne il lavoro. 

Per esempio non presentarsi con la vescica piena quando richiesto, oppure la presenza di troppi gas intestinali, di ciclo mestruale per le donne, ma anche nelle persone con obesità grave e quindi troppo tessuto adiposo

Una volta terminata l’ecografia, il paziente o la paziente può tornare alle sue attività. Il medico può dare una risposta immediata, soprattutto nel caso si stessero osservando masse e quindi fare una diagnosi sulla loro natura benigna o maligna. In altri casi potrebbe essere necessario un consulto col medico che ha prescritto l’ecografia per avere il quadro generale o, ancora, potrebbero rendersi indispensabili ulteriori esami. Il grosso limite dell’ecografia all’addome inferiore è che dipende molto dall’operatore che la effettua: per avere risultati certi affidatevi a medici radiologi specializzati. 

Fonti bibliografiche: