In Italia le donne tendono a non considerare come dovrebbero il rischio cardiovascolare. E a volte non riconoscono il peso per la salute del cuore di fattori come colesterolo LDL, ipertensione, sovrappeso, ereditarietà ed altro. Ancora. Anche se magari hanno gli esami che indicano maggiori probabilità di andare incontro a infarti o ictus, capita che non si impegnino adeguatamente per migliorare lo stile di vita.
A segnalare questa situazione è la ricerca Cardiovascular Risk awareness of Italian Women (CARIN WOMEN), uno studio multricentrico pubblicato sul Journal of Clinical Medicine e condotto su un totale di 5.590 donne in 49 ambulatori cardiologici italiani dal gruppo Medicina di Genere di A.R.C.A. (Associazioni Regionali; Cardiologi Ambulatoriali).
L’obiettivo principale della survey era quello di determinare il livello di consapevolezza delle donne relativamente al proprio rischio relativo alle differenze tra i generi, la conoscenza dei fattori di rischio (tradizionali e non) e il loro impatto sugli eventi cardiovascolari. Tra i fattori di rischio tradizionali considerati in questa survey figurano ipertensione arteriosa, diabete mellito, ipercolesterolemia e abitudine al fumo.
I fattori di rischio non tradizionali comprendevano sia quelli specifici di genere (complicazioni in gravidanza: nascite pretermine, ipertensione, diabete, aborti ripetuti) sia altri non specifici rappresentati da malattie autoimmuni, trattamenti chemioterapici o radioterapici per il cancro al seno, ansia e depressione.
Dall’analisi emerge chiaramente che occorre maggior attenzione. Cosa fare? Ecco i consigli di Roberta Poletti, cardiologa della Fondazione Monasterio di Pisa, centro cardiologico e cardiochirurgico di eccellenza, interamente pubblico, con sedi a Massa e a Pisa, che ha attivato un percorso ambulatoriale cardiovascolare specifico chiamato “Monasterio Rosa”, dedicato alle donne con elevato profilo di rischio cardiovascolare.
Indice
Cosa succede negli anni
Facciamo attenzione a tutte le età. E facciamo i controlli, secondo le indicazioni del medico, ricordando che con il termine della vita fertile sia modifica la traiettoria di benessere per cuore ed arterie. La donna che raggiunge la menopausa assiste ad una serie complessa di modificazioni psico-fisiche principalmente correlate al calo del livello di estrogeni – spiega Poletti.
Si tratta di una profonda variazione di più sistemi – metabolici, cardiovascolari e non ultimi psicologici- che interessa la donna in modo più o meno graduale ma con importanti ripercussioni. Se pensiamo ai recenti giochi olimpici, potremmo vedere la transizione dall’età fertile a quella della menopausa come il passaggio da una disciplina sportiva ad un’altra, tra loro profondamente distanti: nell’età della giovinezza possiamo dire di correre i cento metri, con una grande spinta sulla velocità ed un alto consumo energetico.
Nell’età più avanzata si predilige invece un tipo di sforzo diverso come potrebbe essere il tiro con l’arco, con una attenzione estrema alla posizione ed alla traiettoria”. Insomma. ad ogni età occorre puntare sulla prevenzione. Perché il cuore ci parla. E dobbiamo ascoltarlo.
A cosa bisogna prestare attenzione
Il benessere cardiovascolare va controllato. E, soprattutto, per la donna ci vuole attenzione a tutti i segnali che potrà darle il corpo. Con regole ed obiettivi differenti. “Con la menopausa il cambiamento dell’assetto ormonale derivato dalla perdita del ruolo protettivo degli estrogeni, porta ad un incremento dei valori di pressione arteriosa, del colesterolo LDL, che è quello “cattivo” perché si deposita sulla parete dei vasi sanguigni, della glicemia e del peso corporeo – fa sapere Poletti.
Tutte queste condizioni aumentano quello che i medici chiamano profilo di rischio cardiovascolare, cioè la possibilità di sviluppare eventi come l’infarto miocardico e l’ictus. È doveroso aggiungere che nella donna in menopausa gli stessi fattori di rischio conferiscono maggiore probabilità di sviluppare eventi rispetto ad un uomo della stessa età, soprattutto se sussistono abitudini scorrette come il fumo di sigaretta o l’inattività fisica, o condizioni di infiammazione cronica come le malattie reumatologiche”.
Più attenzione ai sintomi dell’infarto e le regole di prevenzione
La donna è peculiare anche per come manifesta la malattia coronarica: l’infarto miocardico, la più drammatica manifestazione dell’occlusione di un’arteria cardiaca. “Questa patologia potrà presentarsi in modo differente da come siamo abituati a pensare, e spesso i sintomi saranno aspecifici o sfumati, rendendo la diagnosi più difficoltosa ed in genere più tardiva – conclude l’esperta.
Quest’ultimo aspetto è particolarmente sconfortante perché sappiamo bene che il tempo è fondamentale; quando si verifica un evento di ischemia acuta la probabilità di salvare tessuto vitale del “muscolo cuore” diminuisce progressivamente con i minuti che passano. Inoltre il successo di una terapia di rivascolarizzazione, la cosiddetta angioplastica, si affievolisce progressivamente se si interviene in ritardo, con correlato aumentare del rischio di esiti infausti”.
Come se non bastasse, la donna tende ad avere una ridotta percezione del proprio profilo di rischio. “È purtroppo ancora convinzione diffusa che la malattia vascolare sia prerogativa maschile, e molto spesso la donna non la considera la possibilità che la possa riguardare. Per di più i contesti familiari e sociali hanno tradizionalmente selezionato per lei il ruolo di caregiver, ossia di colei che si occupa di assistere: prima i figli, poi i genitori, ed infine il marito, delineando una figura che aiuta gli altri ma che difficilmente ascolta per se stessa segnali che possono essere spia di problemi di salute. Ecco perché è fondamentale per la donna in menopausa conoscere le condizioni da tenere sempre sotto controllo.
Le regole di questa nuova sfida sono controllare la pressione arteriosa, il colesterolo e la glicemia, tenere sotto controllo il peso corporeo, adottare una dieta equilibrata, meglio se di tipo mediterraneo, e praticare regolarmente attività fisica, basta un contapassi e la buona volontà di raggiungere almeno 8000 passi al giorno.
Un’altra grande sfida sarà smettere di fumare e tenere sotto controllo lo stress, anche accettando la possibilità di farsi aiutare da specialisti/esperti. Infine dovrà vedere nel proprio medico di fiducia un alleato con cui potersi confrontare e definire insieme gli obiettivi – nuovi anche questi – da raggiungere”.