Polisonnografia: cos’è, come si effettua, a cosa serve

La polisonnografia è un esame diagnostico che registra l'attività biologica durante il sonno per identificare disturbi del sonno

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Carlotta Dell'Anna Misurale

Medico

Laureata in Medicina, appassionata di neurologia. Vanta esperienze in ricerca, con focus sui misteri del cervello e l'avanzamento scientifico.

Pubblicato: 3 Maggio 2024 10:11

La polisonnografia è una procedura diagnostica compiuta durante il sonno del paziente, che permette di registrare e analizzare diversi parametri fisiologici rilevanti per valutare la qualità e la struttura del sonno stesso. Tipicamente viene indicata per individui che manifestano sintomi che possono suggerire la presenza di patologie legate al sonno, come apnee notturne, disturbi del sonno o insonnia cronica.

Questo esame monitora vari aspetti, tra cui l’attività cerebrale, i movimenti oculari, la frequenza cardiaca, i livelli di ossigeno nel sangue, la respirazione, il tono muscolare e i movimenti degli arti. Poiché si tratta di un test non invasivo e privo di dolore, è adatto a persone di tutte le età. La polisonnografia consente di fornire una valutazione dettagliata e complessa del sonno, elemento cruciale per una diagnosi accurata e per la successiva impostazione di un trattamento mirato per i disturbi del sonno.

Monitorare il sonno e le sue fasi per la polisonnografia

Prima di esaminare nel dettaglio cos’è e a cosa serve una polisonnografia, è opportuno descrivere le principali caratteristiche del sonno per comprendere più precisamente come funziona questo esame. Innanzitutto il sonno presenta due fasi principali: Fase NON-REM sonno ortodosso, e fase REM sonno paradosso. Durante il sonno, queste due fasi si alternano l’un l’altra in una serie di cicli, della durata di circa 90 minuti ciascuno; la corretta alternanza di fase NON-REM e fase REM è ciò che garantisce un riposo ristoratore.

Fase NON-REM

Nello specifico la fase NON-REM prevede quattro stadi, durante i quali il sonno si fa via via più profondo: il primo stadio è l’addormentamento, poi vi è il sonno leggero, mentre al terzo stadio comincia il sonno profondo che raggiunge il suo culmine al quarto stadio. In questo stadio il tracciato elettroencefalografico mostrerà una graduale riduzione dell’attività celebrale, e una sincronizzazione di tutti i segnali poligrafici registrati. A ogni nuovo ciclo, la fase NON-REM dura sempre meno, lasciando maggiore spazio alla fase REM.

Fase REM

La fase REM al contrario è la fase più attiva del sonno: essa è caratterizzata da un aumento delle attività celebrali e delle funzioni vitali quali battito cardiaco frequenza respiratoria, e soprattutto da rapidi movimenti oculari (REM è infatti l’acronimo inglese per Rapid Eye Movement); durante questo stadio la riattivazione cerebrale consente l’attività onirica, con la proiezione di immagini, suoni e sensazioni, di conseguenza la fase REM è anche l’unico momento  in cui il soggetto sogna.

Nonostante ciò, durante questa fase vengono rilasciati degli ormoni che inducono uno stato di paralisi e rilassamento dei muscoli. Si tratta di un momento fondamentale in quanto essa consente la memorizzazione delle informazioni apprese durante la giornata e il loro passaggio nella memoria a lungo termine (MLT).

Cos’è e come si effettua la polisonnografia

La polisonnografia è un test diagnostico progettato appositamente per registrare l’andamento e le variazioni dei parametri fisiologici durante le fasi REM e NON-REM del sonno. Per effettuare questo esame viene impiegato un macchinario chiamato polisonnigrafo, il quale viene collegato all’individuo sotto esame tramite dei sensori cutanei; i parametri registrati dal polisonnigrafo durante il sonno notturno sono le onde cerebrali, i livelli di ossigeno nel sangue, il battito cardiaco, la frequenza respiratoria, i movimenti oculari e i movimenti degli arti.

La procedura, che può essere svolta presso un centro del sonno o presso una struttura ospedaliera con una stanza appositamente attrezzata, si svolge di notte mentre il paziente dorme. Non è richiesta alcuna preparazione particolare, si consiglia di seguire le normali abitudini quotidiane, mantenere invariata l’alimentazione eliminando solo cibi e bevande eccitanti, e di evitare un’intensa attività fisica nelle ore serali che potrebbe comportare difficoltà ad addormentarsi.

Si possono individuare due principali tipi di polisonnografia: la polisonnografia cardio-respiratoria e la polisonnografia neurologica. Per la registrazione dei parametri si utilizzano una fascia toracica e una fascia addominale per rilevare rispettivamente i movimenti di espansione del torace e i movimenti dei muscoli addominali, un pulsossimetro per rilevare la saturazione ossiemoglobinica e la frequenza cardiaca, una cannula nasale per rilevare il flusso respiratorio e un sensore per il russamento, un sensore di posizione per rilevare la posizione assunta durante il sonno e degli elettrodi posizionati sulla testa per rilevare l’attività cerebrale.

Polisonnografia cardio-respiratoria

Anche detta monitoraggio cardio-respiratorio, la polisonnografia cardio-respiratoria consente di stabilire eventuali anomalie a livello dell’apparato respiratorio e diagnosticare disturbi quali apnee notturneroncopatie o ipertrofia delle adenoidi e delle tonsille; la registrazione si concentra pertanto sul flusso respiratorio oro-nasale e l’eventuale russamento, sulla frequenza cardiaca, sull’ossigenazione del sangue e sulla posizione assunta durante il sonno.

Polisonnografia neurologica

Definita anche come polisonnografia completa, questo tipo di esame consente di individuare anche le alterazioni della macrostruttura e microstruttura del sonno, registrando l’attività celebrale durante le fasi REM e NON-REM; è impiegata per la diagnosi di insonniaepilessia notturnaparasonnie e altri disturbi comportamentali notturni.

Quando si effettua una polisonnografia

In genere la polisonnografia viene prescritta ad individui che presentano una sintomatologia che fa supporre un disturbo del sonno. In base alla tipologia dei sintomi, il medico effettua la distinzione tra polisonnografia cardio-respiratoria e polisonnografia neurologica, richiedendo l’esame più appropriato. Nello specifico questo test può essere utile per la diagnosi e il monitoraggio di:

  • Sindrome delle apnee notturne: detta anche sindrome da apnea ostruttiva notturna; comporta difficoltà respiratorie durante il sonno, causando delle interruzioni temporanee della respirazione. Se non trattata adeguatamente può avere conseguenze significative; infatti i pazienti che soffrono di disturbi respiratori del sonno, a seguito dell’ipossia notturna causata dall’interruzione del flusso respiratorio, hanno un rischio aumentato di sviluppare malattie cardiovascolari. Nei casi più moderati i pazienti lamentano semplici deficit cognitivi legati a scarse prestazioni mnemoniche, stati di irritabilità e ansia o calo della libido.
  • Disturbi del movimento: i soggetti affetti da queste condizioni presentano movimenti involontari degli arti; due esempi tipici di disturbi del movimento correlati al sonno possono essere la sindrome delle gambe senza riposo (RLS Restless Legs Syndrome) e i movimenti periodici degli arti.
  • Narcolessia: si tratta di una patologia neurologica che comporta frequenti colpi di sonno e una continua sensazione di sonnolenza durante il giorno; i pazienti che soffrono di questa patologia si addormentano involontariamente più volte nell’arco della giornata, anche quando impegnati in attività coinvolgenti.
  • Disturbi comportamentali notturni: possono interessare sia la fase REM che NON- REM del sonno. Il primo caso è caratterizzato da un sonno agitato, con movimenti del corpo, gesti ed esclamazioni; al secondo caso appartiene un’altra serie di problemi, come ad esempio il sonnambulismo e il risveglio confusionale.
  • Insonnia cronica: ossia l’incapacità di dare continuità al sonno notturno, accompagnata da difficoltà ad addormentarsi nonostante lo stato di stanchezza.

Polisonnografia pediatrica

Anche i bambini possono soffrire di disturbi del sonno. L’esame di riferimento per la loro diagnosi è la polisonnografia pediatrica, che si svolge con la stessa procedura della polisonnografia standard. In generale le cause più frequenti di disturbi del sonno in età pediatrica sono l’ipertrofia adenotonsillare, l’obesità e le malocclusioni dentali; così come in età adulta infatti condizioni patologiche di obesità provocano disturbi respiratori che possono incidere sul riposo notturno.

L’ipertrofia adenotonsillare ha un’alta incidenza nei bambini ed è causata solitamente da infezioni, che comportano rigonfiamenti o ingrossamenti degli adenoidi e delle tonsille: l’incremento delle dimensioni di questi organi causa difficoltà a respirare e, nei casi più gravi, un’ostruzione delle vie respiratorie.

Analisi dei risultati della polisonnografia

I dati emersi dalla polisonnografia vengono analizzati prima da un tecnico di laboratorio che stabilisce se la procedura è stata eseguita correttamente, poi da un medico specializzato in medicina del sonno, che analizza tutti i parametri registrati. In genere il paziente potrà ritirare il referto nel giro di un paio di giorni dal test: al momento del ritiro egli verrà sottoposto ad un colloquio con il medico, al fine di discutere gli esiti dell’accertamento e pianificare la terapia più efficace.

Interpretazione dei parametri

I dati che emergono dalla polisonnografia servono a diagnosticare e monitorare i diversi disturbi del sonno e stabilire il trattamento terapeutico più adeguato; i principali parametri presi in considerazione possono essere:

  • Onde celebrali e movimenti oculari: questa parte del referto può essere utile per identificare narcolessia e altri disturbi comportamentali della fase REM, in quanto queste patologie interferiscono con l’attività celebrale.
  • Battito cardiaco, frequenza respiratoria e variazione dei livelli di ossigeno nel sangue: questi tre parametri vengono sottoposti a stretta osservazione soprattutto nel caso di apnee notturne e sindromi respiratorie.
  • Indice AHI: questo indice in particolare serve a stabilire se il soggetto è affetto da apnee notturne; l’indice AHI (il cui acronimo sta per Apnoea Hypopnoea Index) identifica appunto la somma degli episodi di completa o parziale ostruzione respiratoria durante la registrazione diviso per le ore di sonno. I valori normali corrispondono ad un massimo di 5 eventi per ora, mentre si distinguono sindromi di gravità lieve, moderata e severa, per valori che possono arrivare anche fino a 30 o più eventi per ora.
  • Movimenti muscolari, in particolare degli arti inferiori: se il paziente presenta un sonno agitato, con frequenti variazioni di posizione e movimenti involontari, possono essere confermati le ipotesi di disturbi del movimento, come la sindrome delle gambe senza riposo.
  • Gesti e modi di agire inusuali durante il sonno: sono il possibile segno di un disturbo del comportamento durante la fase REM o NON-REM.

Fonti bibliografiche: