Influenza e virus di stagione 2025-2026, cosa ci aspetta e come ci difenderemo

Influenza 2025-2026: "In Italia ci si aspetta una stagione con elevata incidenza". Cure, vaccini disponibili e i sintomi per riconoscerla

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

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Consapevoli. Ma qualche timore affiora, soprattutto se si parla di bambini ed anziani. A disegnare il percepito degli italiani sull’influenza (è stato identificato il primo caso ufficiale a Genova, presso l’Irccs San Martino, con un paziente che ha presentato il virus A-H3N2 del ceppo Croazia, come viene chiamato in Europa quello australiano) e sui tanti virus parainfluenzali destinati a circolare nei prossimi mesi (con segnali che già ci sono in giro disturbi come mal di gola e simili) è un’indagine di Human Highway per Assosalute.

Leggendo i dati, si scopre che il medico di medicina generale e il farmacista per gli adulti e l’Intelligenza Artificiale (oltre alla rete) per gli under-24 sono le principali fonti d’informazione. Ma la domanda che tutti si fanno è sempre la stessa: che stagione sarà? A rispondere ecco il commento di Fabrizio Pregliasco, Professore Associato del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università di Milano e Direttore Sanitario Aziendale dell’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio di Milano.

I virus si susseguono

Secondo gli esperti, stiamo entrando in una sorta di “pre-stagione” dei virus respiratori più diffusi. I primi ad arrivare sono meno impattanti da un punto di vista clinico-sanitario ma preparano il terreno per la comparsa dell’influenza “vera e propria”, generalmente predominante al centro dell’inverno.

Guardando all’autunno-inverno 2025-2026, i segnali che arrivano dall’emisfero Sud, in particolare dall’Australia, indicano già un aumento dei casi. Anche in Italia ci si aspetta una stagione con elevata incidenza.

“Per essere più cauti, facendo tesoro dell’esperienza australiana si può stimare che verranno coinvolto tra il 15 e il 25% della popolazione – commenta Pregliasco. È probabile che i primi casi compaiano già a metà ottobre, con un progressivo aumento verso il picco invernale”.

L’attesa, in ogni caso, è per la  co-circolazione di diversi virus respiratori, tra cui virus influenzali (ceppi A H1N1 e B Victoria), virus respiratorio sinciziale (RSV), SARS-CoV-2 e rhinovirus. “Dato che in Australia, si osserva già la circolazione simultanea di questi virus, è probabile che la situazione si ripeta anche in Italia. In particolare, il ceppo B Victoria, meno diffuso negli anni scorsi e verso cui la copertura vaccinale è minore, potrebbe determinare un aumento dei contagi, anche se entrambi i ceppi influenzali sono inclusi nel vaccino stagionale – fa sapere l’esperto”.

Come riconoscere l’infezione

Dal punto di vista clinico, distinguere tra questi virus basandosi solo sui sintomi è spesso difficile per i cittadini. Ma qualcosa ci può aiutare. Ad esempio l’’influenza vera e propria si manifesta con un inizio brusco della febbre, almeno un sintomo respiratorio (come tosse o mal di gola) e almeno un sintomo sistemico, come dolori muscolari, malessere generale.

Questi sintomi sono particolarmente evidenti negli adulti, mentre nei bambini piccoli e negli anziani la febbre può essere meno intensa o, addirittura, assente. “In caso di infezione da Virus respiratorio sinciziale, metapneumovirus e altri virus respiratori, i sintomi possono essere simili a quelli influenzali, ma di solito meno marcati e più graduali – fa notare Pregliasco Possono presentarsi congestione nasale, tosse lieve o sintomi gastrointestinali. I Rhinovirus e altri virus minori spesso causano sintomi più lievi e localizzati, come naso chiuso o lieve malessere.

Infine il virus Sars-CoV-2, responsabile di Covid, può presentarsi con sintomi molto variabili, che possono includere quelli respiratori, sistemici e gastrointestinali. L’unico modo sicuro per confermare un’infezione da Covid-19 è il tampone, soprattutto per soggetti fragili o con comorbidità, poiché alcune persone possono essere asintomatiche ma comunque contagiose. È importante sottolineare che, sebbene le varianti influenzali previste per la prossima stagione e quelle di Sars-CoV-2 siano generalmente meno patogene rispetto al passato, continuano a rappresentare un rischio significativo per anziani e persone con patologie croniche, come dimostrano i recenti decessi verificatisi anche in Italia”.

Come prevenire le infezioni

La vaccinazione antiinfluenzale rappresenta un’opportunità per tutti, ma diventa particolarmente importante per le persone più fragili, come gli anziani o chi presenta patologie croniche. Non è destinata esclusivamente agli over 60: anche adulti con fattori di rischio e alcune categorie professionali possono trarne beneficio.

“È importante sottolineare che la vaccinazione non garantisce l’assenza completa dei sintomi respiratori: l’efficacia può variare di anno in anno a seconda della corrispondenza tra ceppi vaccinali e virus circolanti – puntualizza Pregliasco.

Tuttavia, il vaccino riduce l’intensità della malattia e il rischio di complicanze gravi. Inoltre, alcune infezioni respiratorie possono essere causate da virus diversi dall’influenza (ad esempio, il virus respiratorio sinciziale, RSV), quindi la comparsa di sintomi simil-influenzali non significa che il vaccino sia inefficace”.

Per la stagione in corso, oltre al vaccino antiinfluenzale “classico”, è possibile ricevere anche la vaccinazione contro il Covid-19. Le due vaccinazioni possono essere somministrate nello stesso appuntamento, poiché si effettuano in due punti diversi del corpo. Questo rappresenta un’occasione per valutare anche altre vaccinazioni raccomandate per gli anziani o soggetti a rischio, come l’antipneumococcico (utile per prevenire polmoniti e altre complicanze respiratorie; generalmente basta una dose nella vita salvo casi particolari), quello per Herpes zoster, i richiami previsti nel calendario vaccinale.

“Queste avvertenze sono fondamentali per la persona fragile – è il parere di Pregliasco. Per quanto riguarda il virus respiratorio sinciziale (RSV), al momento non è ancora incluso nella pianificazione vaccinale di routine, ma sono già disponibili vaccini e strategie per specifiche categorie, come gli anziani e in soggetti a rischio, la mamma nell’ultimo trimestre di gravidanza per trasmettere anticorpi al neonato e proteggerlo nei primi mesi di vita, la somministrazione di anticorpi monoclonali al neonato, come alternativa alla vaccinazione materna.

Per i bambini piccoli (intorno a 1–1,5 anni), che sono particolarmente vulnerabili alle infezioni respiratorie come la bronchiolite, la vaccinazione RSV potrebbe rappresentare un’opzione futura, ma al momento non è ancora disponibile su larga scala”.

Come affrontare i virus di stagione

Durante le ondate influenzali, il ricorso ai farmaci da banco rappresenta spesso la prima risposta ai sintomi comuni come febbre, malessere respiratorio, mal di testa e stanchezza. “L’automedicazione, se effettuata in modo responsabile e proporzionata all’intensità dei sintomi, è una scelta terapeutica adeguata perché può offrire diversi benefici – commenta lo studioso. Innanzitutto, permette di alleviare i disturbi e migliorare il benessere generale, modulando, al contempo, la risposta immunitaria, riducendo il rischio di complicanze.

Questo aspetto è particolarmente rilevante negli anziani, nei quali una reazione immunitaria eccessiva può contribuire a complicanze più gravi, come la polmonite interstiziale tipica delle infezioni virali. Si tratta di un approccio è consolidato per molte infezioni respiratorie virali, incluse quelle causate da metapneumovirus, adenovirus, parainfluenza e coronavirus diversi dal Covid-19”.

Fondamentale è ricordare che come tutti i medicinali anche questi possono avere degli effetti avversi. Per questo gli esperti raccomandano di usarli in modo appropriato e corretto seguendo le indicazioni del foglietto illustrativo o quanto indicato dal medico o del pediatra. “Per le categorie più vulnerabili, come gli anziani o i soggetti fragili, è importante integrare l’automedicazione con la valutazione medica tempestiva – conclude Pregliasco”.

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.