Fuoco di Sant’Antonio: cause, sintomi e trattamento

Bruciore, dolore, prurito, lesioni cutanee, possono essere spia del fuoco di Sant’Antonio. Con l’aiuto dell’esperto scopriamo cos'è questa infezione

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Antonella Lobraico

Editor specializzata in Salute & Benessere

Specializzata nella comunicazione online, ha collaborato con testate giornalistiche, uffici stampa, redazioni tv, case editrici e agenzie web in progetti su Salute e Benessere.

Il suo arrivo non passa di certo inosservato per via dei dolorosi e fastidiosi sintomi: stiamo parlando dell’Herpes Zoster, comunemente chiamato fuoco di Sant’Antonio. Si tratta di una patologia provocata dall’Herpes Zoster Virus, ovvero il virus responsabile anche dello sviluppo della varicella. La sua particolarità risiede nel fatto che una volta contratta la varicella, il virus non viene debellato dall’organismo, piuttosto resta inattivo fino all’arrivo di un fattore che ne provoca il risveglio sotto forma di fuoco di Sant’Antonio.

Il nome Herpes Zoster descrive la natura stessa dell’infezione. I due termini di origine greca stanno infatti a significare “serpente” (herpes) e “cintura” (zoster), facendo riferimento alle eruzioni vescicolari che si presentano sul tronco del corpo come una sorta di cintura.

Quali sono quindi le cause, i sintomi e i trattamenti possibili in caso di fuoco di Sant’Antonio? Ne abbiamo parlato con il Professore Leonardo Celleno, Dermatologo e Presidente di AIDECO – Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia.

Che cos’è il fuoco di Sant’Antonio

«Il cosiddetto fuoco di Sant’Antonio è una patologia causata dall’espressione cutanea dell’Herpes Varicella Zoster Virus, un virus della famiglia degli Herpes virus. La varicella rappresenta la patologia caratteristica della fase acuta di infezione primaria del virus, mentre il fuoco di Sant’Antonio è la riattivazione del virus dalla sua fase latente. L’Herpes Zoster Virus è infatti solitamente già presente nei gangli nervosi del nostro organismo (stazioni di incontro dei nervi che escono dal midollo spinale e si congiungono con i nervi periferici) e solo quando si verifica una diminuzione delle nostre difese immunitarie questo riesce, per così dire, a prendere il sopravvento. Questo particolare virus può infatti restare inattivo nel tessuto nervoso per anni o anche per tutta la vita e solo in seguito ad un forte “stress” di natura psico-fisica, può attivarsi e moltiplicarsi lungo le fibre nervose, giungendo così sulla pelle, provocando tipiche lesioni di tipo vescicolo-bollose, eritematose e crostose», spiega il Professore.

Come si trasmette il fuoco di Sant’Antonio

«I virus appartenenti alla famiglia degli Herpes Varicella Zoster Virus si trasmettono facilmente da persona a persona, attraverso l’emissione di particelle provenienti dalle vie respiratorie di una persona malata. Per quanto riguarda la patologia herpetica vera e propria del fuoco di Sant’Antonio, non bisogna però avere eccessiva paura della sua trasmissibilità perché, come già detto, si entra in contatto con il virus già nei primi anni di vita. In caso di eruzioni cutanee dell’herpes varicella zoster, il liquido contenuto nelle vescicole è ugualmente contagioso e soltanto toccando le lesioni ci si può infettare: il contatto con questo nei soggetti più giovani non vaccinati e che non hanno avuto la varicella, può causare l’esantema cutaneo tipico della malattia» continua l’esperto.

Il fuoco di Sant’Antonio può insorgere a qualsiasi età, anche se coinvolge per lo più adulti e anziani. In particolare, sono a rischio i pazienti con difese immunitarie basse, ad esempio coloro che soffrono di malattie del sistema immunitario o che si sono sottoposti a cure contro il cancro, come la chemioterapia.

Sintomi del fuoco di Sant’Antonio

«I sintomi sono molteplici. Primi tra tutti solitamente sono bruciore, rossore o prurito localizzato nella regione cutanea in cui appariranno poi le vere e proprie lesioni. La zona in cui il fuoco di Sant’Antonio si manifesta più frequentemente è una fascia (chiamata dermatomero) che si estende su un solo lato del tronco all’altezza della vita, ma il disturbo può presentarsi frequentemente anche su un lato del viso, intorno all’occhio e sulla fronte. Rossore, bruciore e dolore si irradiano infatti lungo il decorso di un nervo periferico, che ad esempio, partendo dal dorso segue il nervo lungo il costato per terminare nella metà del torace e non interessandone l’altra parte. L’eritema vescicolo-sieroso, simile a quello della varicella, compare nell’arco di una settimana ed il dolore relativo può cambiare da lieve a intenso e durare per un periodo di tempo variabile da settimane a mesi», specifica il Professor Celleno.

In alcuni soggetti il virus può manifestarsi anche senza l’eruzione cutanea, ma con dolore. Altri individui invece, possono notare diversi giorni prima la comparsa delle vescicole, sintomi tra cui:

  • formicolio di una parte del corpo;
  • stanchezza;
  • mal di testa;
  • febbre;
  • sensibilità al tatto;
  • prurito.

Cause del fuoco di Sant’Antonio

«Sicuramente è fondamentale il ruolo dell’Herpes Virus Varicella Zoster. Le altre cause vanno ricercate in tutti quei fattori in grado di abbassare le nostre difese immunitarie:

  • periodi di stress;
  • malattie debilitanti;
  • terapie mediche e farmacologiche particolari;
  • stati di debolezza psicofisica».

Tra gli altri fattori che possono favorire la comparsa del fuoco di Sant’Antonio ci sono:

Diagnosi del fuoco di Sant’Antonio

La diagnosi viene effettuata a seguito di una visita specialistica dove vengono valutati i sintomi e le vescicole tipiche. Eventualmente, si possono svolgere degli esami di laboratorio, come quello che va alla ricerca degli anticorpi IgM legati alla presenza del virus.

Come calmare il dolore del fuoco di Sant’Antonio

«Nei casi più semplici è sufficiente fare ricorso ad anti-infiammatori non steroidei o ad anti-dolorifici specifici di comune prescrizione medica. Nei casi più complessi, che magari interessano regioni, quali volto o occhio, o che perdurano a lungo nel tempo, è necessario fare ricorso a specialisti nella terapia del dolore che potranno utilizzare farmaci di prescrizione riservata o infiltrazioni e trattamenti medici particolari».

Trattamento del fuoco di Sant’Antonio

«Il trattamento risiede nella pronta somministrazione di farmaci a base di molecole ad azione antivirale come l’Aciclovir, il Famciclovir o Valaciclovir. In alcuni casi è utile ricorrere, per la prevenzione di questa malattia che può determinare anche gravi effetti soprattutto nella popolazione più anziana, alla vaccinazione specifica preventiva» conclude l’esperto.

È poi possibile ricorrere, dietro consulto medico, all’assunzione di antidolorifici che agiscono in modo parziale sulla sintomatologia dolorosa. Quest’ultima può essere allievata attraverso rimedi come ad esempio:

  • fare degli impacchi freschi sulle vescicole;
  • mantenere le vescicole pulite;
  • preferire abiti freschi e larghi, possibilmente di cotone.

Cosa fare se l’herpes zoster si manifesta durante la gravidanza? In questo caso il medico valuterà la tipologia di farmaci utili ed efficaci, senza incorrere in eventuali rischi per il futuro nascituro.

Complicazioni del fuoco di Sant’Antonio

In generale, con la corretta terapia si guarisce dal fuoco di Sant’Antonio. In particolare, è difficile andare incontro a possibili complicazioni, soprattutto se si ha un’età inferiore ai 50 anni.

Diversamente, in soggetti con un sistema immunitario debole e negli anziani, la riattivazione del virus potrebbe provocare problemi ad organi importanti come l’orecchio, gli occhi o il cervello. Tra le più comuni complicazioni rientrano:

  • la nevralgia post-erpetica (anche la più frequente), dove il nervo interessato viene colpito da dolore e prurito che perdura ben oltre la scomparsa delle vescicole. In alcuni casi infatti, potrebbe durare per diversi mesi o anni;
  • le infezioni agli occhi: il virus colpisce il nervo responsabile della sensibilità dell’occhio e della parte superiore del volto (herpes zoster oftalmico). Si possono quindi verificare glaucoma, una pressione alta nell’occhio, un’infiammazione del nervo ottico, ovvero condizioni che vanno trattate in breve tempo, in quanto c’è il rischio di perdere la vista;
  • la sindrome di Ramsay, in cui il virus colpisce il nervo facciale, in prossimità dell’orecchio. Anche in questo caso è bene intervenire il prima possibile, dal momento che si potrebbe andare incontro alla perdita dell’udito e alla paralisi facciale.

Altre complicazioni riguardano possibili infiammazioni a fegato, meningi, polmoni.

Prevenzione del fuoco di Sant’Antonio

Poiché il virus può essere trasmesso da un individuo all’altro fino a quando le vescicole non si sono seccate, è bene limitarne il più possibile la diffusione evitando il contatto con altre persone (specie bambini, anziani, donne incinte, soggetti con un sistema immunitario debole) e la condivisione di indumenti e biancheria ad uso personale.

Inoltre, è possibile vaccinarsi ed è raccomandato nei soggetti a rischio e over 65. Il vaccino ha un’efficacia del 70% circa e riduce anche la gravità della sintomatologia e la comparsa della nevralgia post-erpetica. Rafforza infatti la risposta immunitaria verso il virus e ne previene la riattivazione. Ad ogni modo, prima di sottoporsi a vaccinazione, è sempre bene consultare il proprio medico di base.

In generale quindi, il fuoco di Sant’Antonio guarisce in modo spontaneo grazie al supporto della terapia seguita. Difficile incorrere in gravi complicazioni, ma si manifesta tramite una sintomatologia piuttosto fastidiosa e dolorosa che può però essere trattata con farmaci adeguati. Se si notano i sintomi tipici descritti sopra, è bene avvertire il proprio medico.

 

Fonti bibliografiche:

Istituto Superiore di Sanità, Herpes Zooster