Emicrania, migliora o peggiora in gravidanza?

Durante la gestazione, l'emicrania spesso si manifesta con minore intensità e frequenza

Foto di Federico Mereta

Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Emicrania, un problema per la salute che si declina al femminile. Sono soprattutto le donne, infatti, a soffrire di questo furioso mal di testa (e sintomi annessi, con la necessità di stare al buio perché non si sopporta la luce in caso di fotofobia associata). Come se non bastasse, la patologia interessa soprattutto durante l’età riproduttiva. Ed allora, per chi soffre di emicrania, la gravidanza può essere d’aiuto oppure va evitata? La risposta giusta è la prima, e la scienza spiega perché.

Perché si teme la gestazione

Per chi teme un impatto negativo dell’emicrania sulla gravidanza e sulle possibilità di avere problemi sia per la gestante che per il feto, arriva un dato tranquillizzante. Se è vero che tra le donne si pensa che questa forma di cefalea debba diventare un motivo di “esclusione” per la dolce attesa (sarebbe di questo parere poco meno di una donna su cinque), è altrettanto innegabile che sul fronte scientifico la situazione appare esattamente opposta.

In corso di gravidanza, infatti, l’emicrania migliorerebbe. A dirlo è una ricerca condotta dall’Equipe di Ryotaro Ishli, della Mayo Clinic di Phoenix, apparsa su Mayo Clinic Proceedings. L’indagine, che ha interessato poco più di 600 donne in età riproduttiva individuate attraverso una speciale banca dati che raccoglie le pazienti in trattamento presso diversi centri per la cefalea negli USA ed è basata su questionati mirati, ha dimostrato in primo luogo i timori, peraltro non giustificati, che l’emicrania debba tenere lontane le possibilità di gravidanza.

Quasi un’intervistata su cinque ha detto che proprio per il tremendo mal di testa non si sarebbe avventurata in una “dolce attesa” specie tra chi aveva problemi cronici e con forme di cefalea “mestruale”, legata cioè al periodo che precede e intercorre con le perdite. Le cause di questa scelta sono legate nella maggior parte dei casi al timore che la gravidanza potesse peggiorare il quadro e che, d’altro canto, soffrire di emicrania avrebbe potuto rendere ben più difficili da sopportare i classici nove mesi di gravidanza.

Ma è proprio così?

Gli stessi autori dello studio, nel rivelare l’importanza di una corretta informazione della donna da parte del ginecologo e del neurologo, riportano come a prescindere dalle credenze la situazione possa risultare del tutto accettabile. In particolare, stando alle ricerche scientifiche, almeno la metà delle donne che soffrono di emicrania durante i nove mesi di gestazione vede ridursi sia l’intensità delle crisi sia soprattutto la loro frequenza. I vantaggi, in questo senso, sarebbero più significativi non all’inizio della dolce attesa, ma nei mesi che avvicinano al parto.

Sempre secondo quanto si riferisce nell’indagine, più attenzione va portata per i trattamenti necessari per fronteggiare le crisi. In questo senso va detto che i farmaci utilizzati sia in senso profilattico che terapeutico potrebbero essere assunti sotto l’indicazione del medico, ovviamente se il curante lo ritiene, anche se è sempre importante limitarne l’impiego e verificarne la sicurezza soprattutto durante gli attacchi.

L’ideale per il trattamento è fare sempre riferimento al curante durante la gravidanza, perché l’emicrania può essere anche affrontata con altri trattamenti ed addirittura con strumenti che non prevedono l’impiego di medicinali. Per questo, prima di fare scelte, è sempre meglio informarsi bene. E chiedere al curante se e come portare avanti una gestazione, ma senza “evitare” a priori la gravidanza per questo tipo di cefalea.