Come capire se si ha un’infezione intima e cosa fare

Sospetti di avere un’infezione intima? L’esperta spiega quali sono i segnali per riconoscerla, le possibili cause e cosa fare in questi casi

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Antonella Lobraico

Editor specializzata in Salute & Benessere

Specializzata nella comunicazione online, ha collaborato con testate giornalistiche, uffici stampa, redazioni tv, case editrici e agenzie web in progetti su Salute e Benessere.

Le infezioni intime rappresentano un disturbo femminile che può essere provocato dall’azione, ad esempio, di funghi, batteri, virus. La vagina, come il nostro intestino, è popolata da numerosi microrganismi che vanno a costituire quella che viene definita “flora vaginale”. Normalmente, questi microrganismi sono in equilibrio tra loro (microbioma vaginale) e agiscono proteggendoci da altri microrganismi patogeni. Ci sono però fattori che possono provocare cambiamenti all’interno della flora (come l’uso di antibiotici, le infezioni intestinali, lo stress): in questi casi, alcuni batteri e funghi possono avere il sopravvento e causare disturbi rilevanti.

Le infezioni intime sono piuttosto frequenti e fastidiose poiché si manifestano attraverso sintomi come bruciore, dolore, arrossamento, fuoriuscita di secrezioni. Ce ne sono diverse, tra cui in ordine di frequenza:

Ciascuna di esse necessita di una valutazione attenta da parte dello specialista, il quale dopo aver individuato le cause ed effettuato una diagnosi corretta, interverrà con una terapia personalizzata.

Come capire dunque se si ha un’infezione intima? Abbiamo approfondito l’argomento con la Dottoressa Marina Toschi, Medico Chirurgo, Specializzata in Ostetricia e Ginecologia ed in Igiene e Medicina Preventiva.

Cos’è un’infezione intima

«Si tratta di un’infezione che coinvolge le zone genitali. Queste comprendono i genitali esterni (vestibolo, grandi e piccole labbra, clitoride) e i genitali interni, dunque vagina, cervice uterina e a volte anche l’utero e gli annessi (Tube di Falloppio e ovaie)».

Come riconoscerla

«Generalmente, un’infezione intima si riconosce facilmente per il fastidio più e meno rilevante che può portare con sintomi come:

  • prurito;
  • bruciore;
  • perdite più o meno maleodoranti;
  • difficoltà o impossibilità ad avere rapporti sessuali o anche solo fastidio al contatto delle mutandine.

Non va confusa però con la cistite, che invece si manifesta con il continuo bisogno di urinare, dolore alla minzione, bruciore uretrale e spesso dolore nei rapporti sessuali», spiega la dottoressa.

Cause

«Le cause di un’infezione intima sono legate ad un’alterazione del microbioma vaginale. Quest’ultimo, oltre a caratterizzare ognuno di noi, protegge la vagina e i genitali dalle infezioni. Ci sono però batteri “buoni e necessari” per le nostre zone intime, per questo l’impiego di antibiotici, l’uso eccessivo di saponi intimi, o anche l’avere rapporti sessuali non protetti, possono portare ad infiammazioni ed infezioni genitali».

Cosa fare?

«Se si sospetta un’infezione intima, è bene eseguire un tampone sia vaginale che cervicale e se il fastidio è legato alla minzione, è possibile fare anche un tampone uretrale, utile per cercare batteri, miceti e Chlamydia. Si tratta di un esame non doloroso che può essere eseguito da una ostetrica e nella maggioranza dei laboratori privati. Non ha nulla a che vedere con il Pap test che invece, cerca alterazioni tumorali. Se l’esito dell’esame riscontra la presenza di un agente patogeno, sarà necessario intraprendere una terapia di coppia», precisa l’esperta.

Cosa può comportare un’infezione intima

«Il quadro più frequente è quello di un’infezione da Candida (Albicans, Glabrata, Crusei), sempre presente – seppur in piccole quantità – nel nostro microbioma vaginale, ma che aumenta vertiginosamente ai cambi di acidità (pH), in fase premestruale e con l’uso di antibiotici. Questi ultimi però, oltre a debellare l’infezione, distruggono anche la flora “nostra amica”».

Candida

«La candida si presenta spesso con perdite biancastre e ricottose quasi inodori, accompagnate da notevole prurito ed anche da arrossamento ed edema (gonfiore) dei genitali. Questi ultimi possono apparire infatti arrossati e, a volte, coperti da lesioni da grattamento specie notturno ed incontrollato, che può procurare piccolissime ferite. In questo caso, la terapia prevede l’assunzione in coppia di capsule di keto, iso o fenticonazolo per bocca e terapie locali con Clotrimazolo o altri farmaci. Bene assumere poi lattobacilli specifici».

Gardnerella

«Se si verificano perdite maleodoranti (Fish odor), è molto probabile che ci si trovi di fronte ad una infezione da Gardnerella, ovvero un batterio anaerobio non pericoloso, ma difficile da sconfiggere. In questo caso, il trattamento può prevedere l’assunzione di Metronidazolo, oltre ad acidificare la vagina con Lattobacilli protettivi anche questa volta.

Alcuni Lattobacilli sono particolarmente protettivi per la vagina come il L. Crispatus, L. Reuteri e L Gasserii. È quindi importante assumerli sia per bocca che per via vaginale, così da ripristinare la flora intestinale che influenza anche quella vaginale, per facile passaggio e migrazione dei batteri tra retto e vagina».

Chlamydia

«Tra tutte, l’infezione da Chlamydia è la più insidiosa, poiché spesso decorre silenziosa e se non curata a lungo può portare alla chiusura delle tube e quindi alla sterilità, sia femminile che maschile. Può essere riscontrata solo attraverso il tampone cervicale o a volte nelle urine».

Infezione da HPV

«Anche il Virus HPV con le sue 150 e più varianti, può essere una frequente ragione di infezione e di disturbo vaginale. Abbiamo ormai un vaccino che ci protegge da 9 ceppi virali, i più frequenti e pericolosi, che possono portare se non si interviene, anche al Carcinoma cervicale.

Queste infezioni si possono vedere a volte ad occhio nudo (condilomi) e con HPV test e Pap test. Il vaccino viene proposto a ragazzi e ragazze dai 12 fino ai 18 anni ed è tra le vaccinazioni non obbligatorie. Può e direi deve essere inoculato a tutte/i coloro che hanno un’infezione in corso, perché protegge con anticorpi che noi non siamo in grado di elaborare. Si consiglia il vaccino fino ai 45 anni di età perché poi siamo meno capaci di risposta immunitaria.

Consiglio comunque, di eseguire una visita dal ginecologo che saprà riconoscere anche infezioni come il mollusco contagioso da Poxavirus, l’Herpes Virus genitale generalmente monolaterale e causa di dolore e bruciore (fuoco di S. Antonio) o la pediculosi del pube (piattole) che provocano notevole prurito alla base dei peli pubici», conclude l’esperta.

Come prevenire le infezioni intime

Le infezioni intime dunque, possono svilupparsi per differenti motivi. Tuttavia, seguendo alcune semplici buone abitudini, è possibile ridurre il rischio di infezione. Eccone 5:

  1. prendersi cura della propria igiene intima. In questo caso, è preferibile utilizzare un detergente intimo delicato, specifico per questa zona del corpo;
  2. indossare biancheria intima in cotone puro. Questo materiale, essendo traspirante, evita il proliferare dei funghi e dei batteri;
  3. mantenere una flora intestinale sana. Abbiamo visto come il benessere del microbioma intestinale sia strettamente correlato a quello vaginale: ecco perché mantenere uno stile di vita sano e seguire un’alimentazione equilibrata e una defecazione giornaliera, sono determinanti;
  4. bere acqua. È un toccasana per l’organismo in generale, quindi anche per il benessere delle vie urinarie in quanto favorisce l’eliminazione dei batteri;
  5. asciugare bene i genitali. Si eviterà così di fornire la possibilità a germi e batteri di riprodursi. Inoltre, il talco con boro aiuta a contrastare la formazione di funghi.

In generale quindi, le infezioni intime sono comuni. Tuttavia, è possibile prevenirle e trattarle in modo corretto. In caso di dubbi o se si notano i sintomi descritti sopra, è bene il consulto del proprio ginecologo.