Cisti endometriosica: cos’è, sintomi, diagnosi, cura

La cisti endometriosica, o endometrioma, è una formazione cistica che si sviluppa quando il tessuto endometriale cresce all'interno delle ovaie, causando dolore pelvico, mestruazioni dolorose e possibili problemi di fertilità

Foto di Ivan Shashkin

Ivan Shashkin

Medico

Medico appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

Pubblicato: 16 Maggio 2024 15:02

Le cisti endometriosiche o endometriomi sono delle formazioni cistiche piene di sangue “vecchio” di origine endometriale, assumono quindi una colorazione marroncina. La loro dimensione varia tra i 2 e i 5 centimetri di diametro, ma può capitare che crescano anche fino a 10-20 centimetri.

Queste cisti possono essere la causa di crampi addominali, dolori pelvici e ciclo mestruale particolarmente doloroso. Sebbene non siano pericolose di per sè, possono diventare molto pericolose in caso di rottura con comparsa di sanguinamento dalla vagina, febbre, nausea e vomito. Quando avviene una complicanza di questo tipo, gli endometriomi possono essere responsabili di una condizione di emergenza.

A seconda della gravità e della grandezza della cisti, la cura può variare e si può optare per un trattamento farmacologico o chirurgico.

Cosa sono le cisti endometriosiche

L’endometrioma è una ciste non cancerosa, piena di liquido – come abbiamo visto si tratta di sangue “vecchio” dell’endometrio – che si forma nelle ovaie. Endometriosi è una condizione in cui il tessuto simile all’endometrio, che normalmente riveste l’interno dell’utero, cresce al di fuori dell’utero, rispondendo ai segnali endocrinologici come se fosse un vero endometrio. Queste cisti si sviluppano quando il tessuto endometriosico si accumula all’interno e forma una massa cistica piena di sangue.

Queste cisti dal tipico colore scuro, di un marrone che può ricordare il catrame o il cioccolato fuso, può colpire una sola o entrambe le ovaie e può presentarsi singolarmente o come gruppi di cisti. Questa patologia colpisce le donne che sono affette da endometriosi, in una percentuale che oscilla tra il 20 e il 40%. Come suggerisce il termine, infatti, le cisti endometriosiche sono una manifestazione tipica di questa patologia.

In realtà, nonostante spesso si chiamino comunemente “cisti ovariche” il termine è improprio perchè potrebbero comparire anche a livello delle tube di falloppio, nell’ultimo tratto dell’intestino o su porzioni di peritoneo. Tuttavia, circa nell’80% dei casi, l’organo che ne viene colpito è proprio l’ovaio.

Cos’è l’endometriosi

L’endometriosi è una malattia, purtroppo, piuttosto comune, in cui il rivestimento interno dell’utero, noto come endometrio, cresce all’esterno dell’utero e sulle ovaie, sulle tube di Falloppio e su altre aree del tratto riproduttivo.

Durante il ciclo mestruale, questo tessuto endometriosico può reagire in modo simile all’endometrio nell’utero: si ispessisce, si rompe e sanguina. Tuttavia, a differenza dell’endometrio che viene espulso durante le mestruazioni, il sangue e i tessuti endometriosici al di fuori dell’utero possono causare infiammazione, dolore, formazione di cicatrici e aderenze.

Quali sono i sintomi di una cisti endometriosica

Sebbene sia possibile che non ci sia nessuna manifestazione particolare, i sintomi in genere sono abbastanza definiti. Attenzione: non è la dimensione della cisti a dettare la gravità o l’intensità dei sintomi: è possibile che una donna con una piccola cisti possa manifestare sintomi molto acuti, mentre chi presenta una cisti di grandi dimensioni possa essere asintomatica ed arrivare alla diagnosi casualmente.

In ogni caso, quando si verificano, i sintomi sono simili a quelli dell’endometriosi. Non è detto che si presentino tutti i sintomi contemporaneamente, è possibile che alcuni siano più accentuati di altri o che non siano affatto presenti, e comprendono:

  • Ciclo mestruale con dolori intensi e crampi addominali.
  • Dolore pelvico, anche non correlato al ciclo mestruale, in particolare durante la minzione o la defecazione.
  • Ciclo irregolare.
  • Dolore durante il sesso.
  • Nei casi più gravi, difficoltà di concepimento ed infertilità.

Come anticipato, le cisti endomestriosiche possono rappresentare una emergenza medica nel caso di eventuale rottura: in questi casi, possono causare un forte dolore addominale improvviso sul lato del corpo in cui si trova la cisti e sanguinamento dai genitali, ma anche vomito, diarrea, febbre. In tale evenienza, la cosa migliore da fare è quella di rivolgersi immediatamente al medico o andare in pronto soccorso

Cause delle cisti endomestriosiche

C’è molto dibattito su come e perché si formano queste cisti. La teoria più accreditata è che siano una conseguenza diretta dell’endometriosi. Infatti, il rivestimento di queste cisti agisce in modo molto simile al rivestimento dell’utero: cresce e viene poi eliminato in risposta all’aumento e alla diminuzione mensile degli ormoni femminili.

In una condizione di normalità, questo tessuto viene espulso attraverso il ciclo mestruale; in condizioni patologiche invece rimane intrappolato nella cavità della cisti. Qui può produrre infiammazione e disturbi alle ovaie. Tuttavia, è possibile che si formino delle cisti ovariche anche in assenza di endometriosi: in questo caso le origini sono ancora piuttosto misteriose.

Come vengono diagnosticate le cisti endometriosiche

Se si accusano i sintomi descritti prima, è bene prenotare una visita ginecologica e parlarne con il proprio medico. Lo specialista potrà consigliare ulteriori indagini strumentali per confermare il sospetto diagnostico. In particolare, potrebbe prescrivere un’ecografia pelvica se:

  • percepisce la presenza di una ciste durante un esame pelvico;
  • sospetta che tu abbia l’endometriosi in base ai tuoi sintomi;
  • stai sperimentando infertilità inspiegabile.

Un’ecografia, grazie a un processo di acquisizione delle immagini interne, può identificare se è presente una cisti, anche se non può determinare precisamente che tipo di cisti sia. Per una conferma, quindi, sarà necessario effettuare una biopsia: con un ago il medico andrà ad estrarre il materiale contenuto all’interno della cisti per analizzarlo al microscopio. Tuttavia, questa procedura, poiché gravata da alcune complicanze, viene praticata raramente.

Come vengono trattate le cisti

Ovviamente, non esiste un trattamento univoco per questo tipo di ciste. La terapia scelta dipenderà da diversi fattori, tra cui:

  • l’età della paziente
  • i sintomi lamentati
  • sede delle cisti
  • desiderio di gravidanza

Se la cisti è piccola e non produce sintomi, il medico può consigliare un approccio molto cauto: sarà necessario controllare la cisti un paio di volte l’anno e valutarne di volta in volta l’andamento e l’eventuale crescita. Durante questo periodo, è possibile che vengano prescritti farmaci in grado di inibire l’ovulazione, come la pillola anticoncezionale. Questo può aiutare a controllare il dolore e riesce a rallentare la crescita delle cisti, ma non può curarle. Possono anche essere prescritte cure ormonali a base di gonandotropine o progesterone, in grado di sopprimere o limitare la produzione di estrogeni. Inoltre, per aiutare le donne a sopportare i dolori – in particolare durante il ciclo mestruale – possono essere consigliati farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).

Nei casi più gravi, diventa necessario un intervento risolutivo; si ricorrerà quindi alla chirurgia. In particolare, il trattamento chirurgico, chiamato cistectomia ovarica, è spesso raccomandato per le donne che hanno:

  • sintomi dolorosi
  • cisti più grandi di 4 cm
  • infertilità
  • un’età piuttosto avanzata

Inoltre, può essere consigliato a coloro che hanno già avuto figli o che non presentano desiderio di gravidanza per intervenire prima che la situazione possa complicarsi. Nel caso in cui la donna sia già in menopausa, l’intervento avviene quasi di routine e implica l’asportazione di tutta l’ovaia (ovariectomia)

L’intervento viene generalmente eseguito tramite un laparoscopio, ovvero un tubo sottile e lungo con una luce e una fotocamera all’estremità – che aiuta i medici a eseguire la procedura, che viene inserito attraverso una piccola incisione. Tuttavia, anche quando il chirurgo è altamente qualificato, il tessuto ovarico sano può essere rimosso insieme alla cisti: ciò potrebbe influire negativamente sulla funzione ovarica. D’altra parte, l’infiammazione che una cisti endometriosica può produrre, può compromettere la fertilità più che la chirurgia stessa. Per questo è bene parlarne attentamente con il proprio medico e valutare tutte le opzioni possibili e percorribili nel singolo caso specifico.

Che effetto hanno le cisti endometriosiche sulla fertilità

Le cisti endometriosiche possono invadere, danneggiare e assumere il controllo del tessuto ovarico sano: questo può rappresentare una seria minaccia per la fertilità. Come appena descritto, in ogni caso, questo tipo di cisti può essere difficile da trattare e ricordiamo che gli stessi interventi chirurgici pelvici utilizzati per controllarle o rimuoverle, sebbene generalmente mininvasivi, possono portare alla formazione di cicatrici ovariche e conseguente ridotta fertilità. Inoltre, è stato osservato, che le donne affette da questa patologia, tendono anche ad avere:

  • un numero minore di ovuli;
  • ovuli che hanno minori probabilità di maturare;
  • livelli più elevati di ormone follicolo-stimolante (FSH), che possono suggerire la presenza di problemi alle ovaie.

Tuttavia, la presenza di cisti endometriosica non è equivalente di infertilità: sono infatti molte le donne che riescono comunque a concepire naturalmente nonostante la presenza delle stesse.

Per le donne che dovessero presentare problemi di fecondità a causa di cisti endometriosiche non risolvibili con la terapia medica o chirurgica, la fecondazione in vitro rappresenta un’altra opzione.

Fonti bibliografiche: