Cavoli, cavolfiori, broccoli, perché le crucifere fanno bene e quando limitarle nella dieta

Dai cavoli ai broccoletti, le crucifere hanno proprietà antitumorali. Ma in caso di patologie della tiroide è meglio limitarne il consumo

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 28 Ottobre 2024 15:08

Un pizzico di storia, per iniziare. La Contessa Du Barry, ultima favorita di Luigi XV e “sostituta” di Madame de Pompadour, aveva l’abitudine di consumare il classico “brodino” di carne e cavoli, cui faceva seguire un contorno di cavolfiore bollito, ricoperto di una speciale salsa e poi gratinato.

Andando più indietro nel tempo si arriva addirittura ai tempi dell’antica Roma, in cui le crucifere venivano considerate piante di grande utilità in senso curativo. E gli antichi romani, si sa, spesso hanno precorso quanto oggi la scienza propone. Perché le crucifere, ovvero la famiglia che raccoglie questi vegetali, possono essere alleati per il benessere.

Alimenti che contrastano i rischi di tumore

Anche oggi, in un mondo sicuramente diverso rispetto a quello di 2000 anni orsono, dobbiamo ricordarci l’importanza di cavoli, cavolfiori, broccoli, broccoletti, cavolini di Bruxelles e simili. Attenzione: chi sceglie di consumare regolarmente crucifere, nell’ambito di una dieta sana quale quella proposta dal modello mediterraneo e quindi in una sostanziale varietà di alimenti di assumere, non deve pensare di farlo solamente guardando il valore calorico di questi alimenti. E nemmeno, vista la stagione che arriva, per il piacere di consumare un alimento caldo e saziante.

La scienza dice che cavolo, cavolfiore, broccoli e cavolo nero possono avere un effetto positivo nella prevenzione di diverse forme tumorali, e non solo attraverso le fibre alimentari di cui sono ricchi. L’azione sarebbe legata a specifici composti che appaiono particolarmente utili nella prevenzione dei tumori legati a meccanismi ormonali, come quello della mammella, della prostata, del pancreas e dell’endometrio.

Uno di questi si chiama indolo-3-carbinolo e il suo effetto protettivo è già stato dimostrato in modelli animali. Le crucifere o brassicacee quindi sono importanti fonti di sostanze utili ad azione anti-cancerogenica.

Un’azione globale sull’organismo

La cancerogenesi, il processo che conduce alla comparsa di una cellula tumorale, può essere a volte molto lento. L’infiammazione, l’angiogenesi e lo stimolo ormonale rappresentano alcune delle condizioni che possono portare alla modificazione dell’aspetto microscopico della cellula, favorendo la sua modificazione. E quindi con la giusta alimentazione, si punta a limitare i potenziali danni legati a questi meccanismi.

In particolare, secondo alcuni studi, con questi alimenti si potrebbe puntare su cibi “bio-attivi”, come appunto potrebbero essere i broccoli, che potrebbero aiutare le difese del sistema immunitario, agendo anche nei confronti di potenziali rischi grazie all’azione di meccanismi antiossidanti, antiangiogenetici o antisteroidei, come del resto potrebbe essere per le carote o il tè verde.

Ma non basta. Le crucifere, oltre a dare poche calorie, possono aiutare a mantenere le regolarità dell’intestino grazie al loro contenuto di fibre. E soprattutto offrono al corpo la vitamina K, che può aiutare a contrastare la formazione di depositi di calcio all’interno dei vasi, favorendo il mantenimento del benessere circolatorio.

Attenzione a chi ha problemi di tiroide

Alcuni dei composti presenti nelle crucifere possono essere degradati in sostanze come la goitrina ed i tiocianati che riducono la biodisponibilità di iodio. Per questo ci vuole attenzione in caso di patologie tiroidee.

Il consiglio degli esperti  di non esagerare, sempre mantenendo il valore di una dieta varia due-tre volte la settimana, in modo che negli altri giorni l’assorbimento di iodio rimanga ottimale. Importante, in questo senso, è consumare poco sale, ma iodato.

Per chi ha problemi di ipo-tiroidismo infine è suggeribile avere una particolare attenzione e ridurne il consumo ad una-due volte per settimana. Ma ricordiamo un’informazione utile per tutti. Ricordiamoci di consumare questi cibi. Eliminarli del tutto significherebbe anche rinunciare ad alcuni preziosi nutrienti di cui sono particolarmente ricchi.