Alopecia areata, come funziona il primo farmaco dedicato

L'alopecia areata è una malattia autoimmune che provoca la caduta dei capelli: come funzionano le cure mirate

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

La pelle è lo specchio dell’anima. E in qualche modo anche gli annessi cutanei come i capelli o le sopracciglia possono risultare importanti, a volte fondamentali, nel modo in cui ci presentiamo agli altri. Tanto è vero che in chi soffre della forma più comune di calvizie, l’alopecia androgenetica, a volte anche la sola caduta dei capelli si rivela uno stress emotivo.

Pensate allora cosa significa trovarsi ad affrontare una condizione in cui i capelli mancano in una zona ben delimitata, magari formano una sorta di “buco” all’interno del cuoio capelluto. O riflettete su una vasta area di pelle che si trova quasi di colpo glabra. Ecco queste sono le condizioni che si possono trovare in chi soffre di alopecia areata. Nella maggioranza dei casi il quadro è limitato, ma può accadere anche che inizi già coinvolgendo vaste aree del mantello cutaneo o che la condizione patologica tenda ad allargarsi. Con evidenti ripercussioni sul benessere psicologico della persona.

Cos’è l’alopecia areata

L’alopecia areata è una malattia autoimmune cronica che provoca la perdita di capelli, da chiazze ben definite sul cuoio capelluto alla perdita totale di capelli sul cuoio capelluto (alopecia totalis) fino alla perdita dei peli corporei di tutto il corpo (alopecia universalis). Colpisce tutte le età  e tutti i tipi di pelle.

Sebbene la causa esatta della patologia non sia nota, si ritiene che la sua origine sia multifattoriale, il che significa che una varietà di fattori genetici e ambientali contribuiscono allo sviluppo della malattia.  In particolare, la malattia ha una forte associazione con diversi geni legati alle funzioni immunitarie e quasi il 20% dei pazienti affetti ha una storia familiare di malattia.  Non sorprende che i pazienti con alopecia areata abbiano anche un rischio maggiore di presentare diverse condizioni atopiche e autoimmuni  come la vitiligine, i disturbi della tiroide, la psoriasi, l’artrite reumatoide e il diabete mellito.

Inoltre il 9,4% dei pazienti  mostra un’anamnesi precedente e/o attuale di dermatite atopica, rispetto all’1,9% dei pazienti senza la forma di alopecia. L’alopecia areata rappresenta circa l’1-4% delle affezioni dermatologiche ambulatoriali.  E’ più comune nei giovani adulti e colpisce in egual misura tutti i sessi.  L’esordio avviene prima dei 40 anni nella maggior parte dei pazienti (70%-80%). Quasi la metà dei pazienti mostra segni clinici prima dei 20 anni.

Non solo capelli

L’alopecia areata tende a presentarsi soprattutto nei giovani. A volte la chiazza iniziale rimane unica, in altri casi il processo può allargarsi ad altre zone. In certi casi, poi, si arriva all’alopecia areata universale, con scomparsa dei peli nelle varie zone del corpo. Quale che sia il quadro clinico, l’impatto psicologico della patologia è spesso pesante. Ci può essere un profondo impatto sulla vita delle persone che ne sono affette: la caduta dei capelli è una delle principali cause di disagio psicologico con conseguenti ansia, paura, preoccupazione, depressione.

Come segnala Claudia Cassia, Presidente AIPAF (Associazione no profit Alopecia & Friends ODV), “l’alopecia areata non riguarda solo i capelli ma molto, molto di più. Ci sono bambini vittime di bullismo, come una bimba che ha assistito all’uscita di tutti gli altri coetanei dalla piscina in cui nuotava, persone che perdono il lavoro, che vengono allontanate dai luoghi pubblici, donne abbandonate all’altare. Questa nuova terapia rappresenta per noi un traguardo importantissimo anche nel cammino verso il riconoscimento dell’alopecia areata come malattia cronica e, quindi, verso una nuova presa in carico e gestione dei pazienti”.

Cosa sono i capelli a punto esclamativo

Uno dei segni più classici dell’alopecia areata è la presenza dei capelli a “punto esclamativo”. Cosa significa? In genere accade che nelle aree più decentrate della chiazza di pelle che diventa glabra i capelli tendono a diventare sempre più sottili verso la radice. Così il bulbo pilifero, quello che dovrebbe ancorare il capello stesso alla pelle, diventa davvero sottilissimo. Con la parte più “magra” e sottile rivolta verso l’interno il capello assume appunto la forma di un punto esclamativo.

Non si tratta dell’unica curiosità, anche lessicale, legata all’alopecia areata. Pensate che in certi casi invece che formarsi una vera e propria chiazza arrotondata, come una moneta, sui capelli e/o sulla barba, raramente la malattia porta alla comparsa di una “striscia” glabra. In questi casi si parla di ofiasi.

Le cure mirate

“L’alopecia areata è una patologia di cui si parla poco, quasi fosse una colpa o qualcosa di contagioso, ma ha gravi ripercussioni sulla stabilità emotiva, la vita privata e sociale di chi ne è colpito – ricorda Bianca Maria Piraccini, Direttore della UOC Dermatologia IRCCS Policlinico di Sant’Orsola Università degli Sudi di Bologna. In questo senso avere a disposizione una terapia specifica come bariticinib è un grande passo avanti perché è stato il primo farmaco approvato per il trattamento di questa patologia”.

Fa parte dei JAK-inibitori che rappresentano una terapia finalmente mirata a interrompere la risposta immunitaria anomala che causa la caduta dei capelli nell’alopecia areata. Essi bloccano, infatti, l’azione di alcune piccole molecole che sono state individuate come causa della risposta autoimmune nell’alopecia areata.