La Principessa Aiko del Giappone, 24 anni compiuti lo scorso primo dicembre, sta riscrivendo con grazia e determinazione le regole non scritte della monarchia più antica del mondo.
Figlia unica dell’Imperatore Naruhito e dell’Imperatrice Masako, la royal del Sol Levante si è guadagnata l’affetto dei sudditi, tanto da alimentare un dibattito sempre più acceso sulla possibilità di modificare la legge della Casa Imperiale del 1947, che consente la successione al trono solo agli uomini.
L’ascesa di Aiko come figura pubblica adulta è iniziata nel 2021: da allora ha conquistato tutti con la sua intelligenza, cordialità e premura. Ora, a consolidare la sua popolarità, è stato il suo primo viaggio ufficiale da sola all’estero, in Laos, dove ha rappresentato il padre e incontrato funzionari locali e cittadini.
Ha rafforzato la sua immagine di monarca moderna e accessibile. Le reazioni del pubblico sono state entusiastiche: durante una recente visita a Nagasaki, il nome di Aiko è stato gridato più forte di quello dei genitori, tra applausi e sorrisi commossi.
Aiko del Giappone riscrive le regole della monarchia?
Dietro a questa popolarità, però, si nasconde un’emergenza reale: il futuro della monarchia giapponese è incerto. L’Imperatore Naruhito ha solo due potenziali successori maschi: il fratello minore Akishino e il figlio diciannovenne Hisahito. La legge attuale esclude Aiko dalla successione, e la riduzione dei membri maschi della famiglia reale rende urgente trovare soluzioni.
La possibilità che una donna possa ascendere al trono non è più un tabù nella società giapponese: esperti e sostenitori della parità di genere spingono per una revisione delle regole prima che la monarchia stessa sia messa a rischio.
La popolarità di Aiko ha dato origine a iniziative creative e spontanee tra i cittadini. Fumetti, volantini e canali social promuovono l’idea di una futura Imperatrice, trasformando il dibattito in un fenomeno mediatico senza precedenti. Persone di ogni età vedono in Aiko non solo la continuatrice della dinastia, ma anche un simbolo di progresso e rinnovamento.
Nonostante il fascino del passato e le regole tradizionali, la Principessa mostra una determinazione calma e pragmatica. Laureata all’Università Gakushuin, partecipa ai doveri ufficiali, collabora con la Croce Rossa e dedica i fine settimana allo sport e alle passeggiate con i genitori.
Il suo ruolo cresce, così come cresce la pressione politica e sociale per permetterle di diventare qualcosa di più di una figura ornamentale: la prima Imperatrice del Giappone moderno.
In un Paese diviso tra tradizione e cambiamento, Aiko rappresenta il ponte tra la storia millenaria della monarchia giapponese e un futuro in cui il merito, il carisma e l’amore del popolo possono contare più della legge sul genere.
Secondo un sondaggio del Mainichi Shimbun, il 70% dei giapponesi sostiene che le donne possano ereditare il trono. Un altro sondaggio, dell’agenzia di stampa Kyodo, porta l’approvazione al 90%. Il Paese reale sembra pronto a incoronare una donna. Il Paese politico non così tanto.
Il primo ministro Sanae Takaichi si oppone ad Aiko
Il paradosso è che questo dibattito sta esplodendo in un Giappone che ha appena infranto un altro tabù: di recente una donna, Sanae Takaichi, è diventata capo del governo per la prima volta. Ma lo stesso sistema politico che ha reso possibile questo salto ora si oppone all’apertura delle porte del palazzo a un’Imperatrice.
La Takaichi, dichiaratamente ultraconservatrice e nazionalista, si è opposta alla modifica del sistema di successione monarchico. La coalizione di governo, guidata dal Partito Liberal Democratico e sostenuta dal Partito dell’Innovazione, non sembra intenzionata a toccare questo nervo simbolico. L’opposizione di centro-sinistra sì. Il Giappone, ancora una volta, si vede diviso in due.
“I conservatori che si oppongono a un’Imperatrice, anche se non lo dicono esplicitamente, sembrano credere che gli uomini siano superiori alle donne”, spiega Hideya Kawanishi, professore all’Università di Nagoya ed esperto di monarchia.
D’altro canto, Kawanishi ritiene che ciò contribuirebbe a stabilire una vera parità di genere, avvicinando il Giappone alla società europea. “Per superare questa opposizione, l’opinione pubblica dovrà probabilmente esprimere una richiesta ancora più forte per l’istituzione di un’imperatrice”.
La pressione all’interno della famiglia reale per avere figli maschi ha lasciato il segno sulle consorti. Come ad esempio nella madre di Aiko, Masako, ex diplomatica laureata ad Harvard, che ha sofferto di una grave depressione.
Gli Imperatori uomini sono la stragrande maggioranza nella storia giapponese, ma ci sono stati pure periodi in cui le donne sono salite al trono: ce ne sono state sei tra la fine del VI e la fine dell’VIII secolo; otto in totale nell’arco di 10 dinastie imperiali. L’ultima, Go-Sakuramachi (1762-1771), regnò più di due secoli e mezzo fa. La prossima sarà Aiko?
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