Emanuele Filiberto di Savoia indignato per i gioielli: “Ci danno dei ladri, inaccettabile”

Emanuele Filiberto di Savoia si sfoga sulla mancata restituzione dei gioielli della Corona: "Ci danno dei ladri. Sono molto amareggiato"

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Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Pubblicato: 5 Giugno 2025 11:52

Emanuele Filiberto di Savoia ha espresso tutta la sua indignazione sulla questione dei gioielli della Corona che non saranno restituiti, come ha stabilito il Tribunale di Roma.

Emanuele Filiberto di Savoia, lo sfogo sulla mancata restituzione dei gioielli

Emanuele Filiberto di Savoia si è sfogato dopo la sentenza del Tribunale di Roma che ha respinto la sua richiesta di riavere i gioielli di famiglia. Il Principe ha rilasciato dichiarazioni dure ed è pronto ad andare fino in fondo a questa battaglia legale: “Sono molto amareggiato e non potrebbe essere altrimenti. Ma non è amarezza per un valore economico. È per l’umiliazione della verità. I gioielli della Corona non sono solo oggetti preziosi da museo: sono simboli, testimonianze vive della storia unitaria d’Italia, di una monarchia costituzionale che ha servito il Paese fino all’ultimo giorno”.

Emanuele Filiberto aveva chiesto la restituzione dei gioielli di Casa Savoia, sostenendo che si tratta di preziosi acquistati con soldi privati dalla sua famiglia. Persa la causa contro lo Stato Italiano, il Principe non intende cedere e ha deciso di portare avanti la sua battaglia legale in altra sede.

Emanuele Filiberto di Savoia, la battaglia legale per i gioielli della Corona

Emanuele Filiberto e le zie Maria Gabriella, Maria Pia e Maria Beatrice a questo punto pensano di rivolgersi alla Corte Europea dei diritti dell’uomo per chiedere non solo la restituzione dei gioielli di Casa Savoia, ma anche per chiedere un risarcimento sugli immobili privati pignorati a Re Umberto.

Spiega il Principe al magazine Oggi: “Parliamo di beni privati, non pubblici. Proprietà acquisite in secoli di storia, con fondi familiari o per via ereditaria. Ci accusano, ancora oggi, di essere ladri. È inaccettabile. L’esproprio fu un atto di vendetta politica, privo di qualsiasi valutazione oggettiva. Che a quasi 80 anni di distanza si continui in questa linea è, francamente, uno scandalo nazionale”.

Comunque, altri membri della famiglia Savoia non sono d’accordo con le rivendicazioni di Emanuele Filiberto, tra questi suo cugino Aimone, Duca d’Aosta, col quale le tensioni non mancano. Anche se alla messa d’insediamento di Papa Leone XIV per la prima volta dopo anni erano seduti vicini.

La storia dei gioielli di Casa Savoia

Dal 1946 i gioielli della Corona sono conservati in uno scrigno all’interno del caveau della Banca d’Italia, aperto solo tre volte in tutti questi decenni. Il loro valore si aggira intorno ai 300 milioni di euro. Il tesoro comprende 6732 brillanti e 2000 perle.

Lo scorso maggio il Tribunale di Roma ha emesso la sentenza secondo la quale i gioielli della Corona restano allo Stato italiano, custoditi nella Banca d’Italia.

Le accuse di Emanuele Filiberto di Savoia

Ma non sono solo Palazzi e gioielli a fare infuriare Emanuele Filiberto che accusa lo Stato italiano di non aver mantenuto le promesse fatte al momento della revoca dell’esilio per i discendenti maschi dei Savoia: “Era stato firmato un accordo, attraverso l’ambasciata in Svizzera, con la Repubblica Italiana, rappresentata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Mio padre avrebbe dovuto ricevere un’abitazione, una scorta simbolica, un rientro dignitoso in Patria. Nulla è accaduto. Tutto è stato negato”.