#SegretiDelCuore

Mia cognata e mia suocera mi criticano sempre

Bersagliata dai commenti negativi della sorella e della madre di suo marito, la nostra lettrice è allo stremo. Ecco come reagire (e vincere)

Marina Mannino

Giornalista

La sorella di mio marito e sua madre mi criticano di continuo. Se le invito a cena portano da mangiare loro perché “Tu in cucina non sei il massimo”. A Natale scartano i miei regali e dicono “Carino, si può cambiare?”. Mia cognata dice che mi vesto “da vecchia” (ho 34 anni) e faccio un lavoro “triste” (sono impiegata). Mia suocera mi riprende invece per come vesto il mio bimbo di 3 anni, “sembra un orfanello” e per come lo educo, “è un selvaggio”. Mio marito finge di non sentire oppure ride alle loro frecciatine odiose che a lui sembrano battute. Non ne posso più. Annalisa

Quando due famiglie si legano grazie all’unione di due reciproci componenti, si verifica un incontro di personalità e codici di comportamento alquanto dissimili. Poi ci si conosce e ci si integra, diventando un gruppo di persone – la famiglia di lui e quella di lei – che si riconoscono come parenti e stabiliscono un vincolo di affetto. Ma diversità di mentalità, cultura ed esperienze possono ostacolare lo stabilirsi di relazioni serene tra i due nuclei familiari. E allora sono guai, come accade all’amica che ci ha scritto, una tra le tante che hanno un cattivo rapporto con la cognata e la suocera.

La mamma e la sorella di un uomo sono parte di lui. La madre l’ha cresciuto, la sorella ha condiviso con lui infanzia e adolescenza. È una porzione enorme della vita di una persona. Può succedere che siano gelose della ragazza che ha rubato il cuore del loro figlio e fratello, ma anche invidiose delle attenzioni che lui ha per lei – e non ha più per loro. Oppure che si sentano inferiori alla donna che il loro “uomo di casa” ha preferito a loro e decidano di colpirla con critiche e battute velenose, sottostimando apertamente le sue azioni e le sue scelte. Il loro intento è di svalutarla agli occhi di lui, per costringerlo a ridimensionare l’importanza che le dà.

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Se la premiata ditta “cognata & suocera” si sente inferiore, gelosa, invidiosa, la strada per ristabilire ruoli e distanze parte da noi, in tre step.

Step 1: Spazio all’autostima

Cerchiamo di sentirci sicure di noi e di ciò che facciamo, in modo da non lasciare spiragli di insicurezza nei quali loro possano infiltrarsi. Se siamo noi le prime a non credere nelle nostre capacità, non saranno di certo gli altri a farlo. Quindi “tette in su”, come dice la fantastica signora Maisel prima di entrare in scena e recitare il suo monologo comico, e affrontiamo le “ragazze”. La frase-mantra è “sì, hai ragione”, pronunciata con un sorriso e la più completa indifferenza. Questa “non reazione” le spiazzerà e minerà alla base la loro riserva aurea di critiche, che si riveleranno inutili.

Step 2: Caro, parliamone

Ora dobbiamo chiarire le cose con il nostro compagno, se vogliamo tornare a essere una coppia felice. Se non percepisce il “mobbing” nei nostri confronti da parte di mamma e sorella, ma anzi ci ride su, è necessario confrontarsi come coppia su questo spiacevole situazione che ci impedisce di costruire un rapporto sereno e affettuoso con suocera e cognata. Lui – in quanto nostro compagno – non dovrebbe tollerare che qualcuno provi a ferirci, anche se a farlo sono sua madre e sua sorella (affetti sacri e intoccabili, quindi massima cautela!). Le loro non sono battute, ma colpi bassi. E no, non siamo esagerate o permalose. Siamo obiettive.

Step 3: Sciogliere i nodi

Il terzo step è quello definitivo. È quello che sbroglia i nodi, leviga gli spigoli, addolcisce l’amaro. Tendiamo la mano a cognata e suocera e insegniamo loro a voler bene. Invitiamo la sorella di lui a un giro di shopping al centro commerciale (“Così mi consigli qualcosa di carino da indossare”), chiediamo alla sua mamma di insegnarci una ricetta di famiglia (“Voglio imparare a farla come te”), andiamo a trovarle con il nostro bimbo (“Adora stare con voi”). Sciogliamo i lacci del loro cuore che non vuole aprirsi a noi mostrando disponibilità, confidenza, complicità. Anche la suocera più feroce e la cognata più perfida capitoleranno di fronte a un “ti voglio bene”.