Chi può celebrare un matrimonio: come scegliere un officiante di nozze

Dal rito religioso a quello civile, scopriamo quali figure possono presiedere la celebrazione di un matrimonio

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Anna Verrillo

Giornalista e Lifestyle Editor

Sangue campano e cuore a stelle e strisce. Scrive di cultura e spettacolo con frequenti incursioni nella cronaca rosa perché da brava gemelli non ama prendersi troppo sul serio.

La lista degli invitati, la scelta dell’abito e quella del menù sono dettagli importantissimi quando si deve organizzare un matrimonio, ma c’è un particolare che più di ogni altro non può essere sottovalutato nel giorno del ‘sì’: la scelta dell’officiante di nozze. Ma chi può celebrare un matrimonio, e quali requisiti deve rispettare affinché la cerimonia abbia valore? Se da un lato il rito in Chiesa presenta vincoli molto più forti rispetto a quello in municipio, in entrambi i casi gli sposi potranno muoversi tra più opzioni. Scopriamo quali sono le più comuni e quali quelle più originali per chi è alla ricerca di un matrimonio lotano dai canoni.

Chi può celebrare la cerimonia religiosa

La cerimonia religiosa celebrata secondo il rito cattolico consacra l’unione tra due persone dinnanzi a Cristo. Si tratta del conferimento di uno dei sette sacramenti, e come tale può essere officiato unicamente da un Ministro di Dio: quest’ultimo deve infatti seguire una liturgia ben precisa nel corso della Messa, che include benedizioni e promesse. Le figure che possono celebrare questo tipo di rito sono quindi poche, e devono rispettare requisiti molto precisi.

Il parroco

La cerimonia religiosa in Italia può essere celebrata unicamente dal parroco. Si tratta di una figura che ha il compito di fare da guida ai fedeli di una parrocchia, e che per ricoprire tale ruolo ha terminato un percorso in seminario culminato nella ricezione dell’ordinazione. Per gli sposi che decidono di sposarsi secondo il rito cattolico, è un assoluto punto di riferimento con cui confrontarsi: è infatti lui a tenere il corso prematrimoniale propedeutico al sacramento, ed è sempre con lui che bisogna fissare la data della cerimonia e curarne anche i particolari burocratici. Un prete può celebrare la Messa matrimoniale e conferire il sacramento dell’eucarestia. Le stesse funzioni possono essere assolte anche da un frate qualora si decida di sposarsi in un convento: su e giù per la Penisola ne esistono molti ed anche piuttosto suggestivi immersi in location da sogno.

Il cappellano militare

Gli sposi che invece decidono di celebrare un matrimonio militare, possono sostituire il prete con il cappellano militare: tale figura, nominata con decreto dal Presidente della Repubblica su richiesta del Ministero della difesa, si occupa anche del corso prematrimoniale per i militari, spesso residenti in caserme lontane dalla parrocchia di riferimento.

Il diacono

L’ultima opzione riguarda il diacono, ovvero quella figura che non ha ancora completato l’iter per diventare sacerdote. Non trattandosi di un prete a tutti gli effetti, questi può celebrare solo la benedizione della Messa senza officiare il sacramento del matrimonio né quello dell’eucarestia. Questa opzione sarebbe quindi giustificata solo nel caso in cui il diacono in questione sia un amico o una persona a cui si è legati da un rapporto di affetto.

Chi può celebrare il rito civile

Il rito civile è l’atto pubblico che regola pari diritti e doveri degli sposi dinanzi alla legge. Si tratta di una cerimonia piuttosto breve che include la lettura dei tre articoli del Codice Civile e quella del certificato di matrimonio, che viene firmato dai coniugi, dai testimoni e dal funzionario civile. In questo caso, le limitazioni sull’officiante sono decisamente meno che nel caso di una celebrazione in Chiesa: oltre al sindaco e ai dipendenti comunali la scelta può ricadere anche su altre persone, a patto che siano rispettate determinate condizioni e mantenuta una certa condotta.

Il sindaco e i funzionari comunali

Il primo cittadino del Comune in cui risiedono gli sposi è solitamente chiamato a presiedere ed officiare le unioni matrimoniali. È lui a leggere tutte le regole del Codice Civile che regolamentano matrimonio ed unioni civili, e a dichiarare i presenti marito e moglie. Non sempre i sindaci hanno tuttavia un’agenda talmente libera per potersi occupare di tutte le nozze in calendario, per cui è possibile che decidano di affidare il compito al loro vice oppure ad un altro funzionario comunale.

I consiglieri e gli assessori sono spesso le figure a cui il primo cittadino delega il compito di officiare le nozze che non può presiedere. La legge italiana prevede infatti che tale compito possa essere celebrato da un ufficiale dello stato civile, motivo per cui spesso in ogni municipio esistono delle figure di riferimento più esperte per sostituire il sindaco.

I comuni cittadini

Il Decreto del Presidente della Repubblica del 3 novembre 2000 sancisce che il cerimoniere del matrimonio civile possa essere anche un qualunque cittadino maggiorenne che sia in possesso dei requisiti per l’elezione a consigliere: è necessario che cioè che la persona incaricata goda del diritto di voto, e che ottenga la delega di ‘Ufficiale di Stato Civile’ dal Comune alcune settimane prima della data del matrimonio.

Il ruolo di officiante di nozze non può comunque essere ricoperto da un parente di primo grado degli sposi: sono esclusi quindi genitori, figli, fratelli e sorelle della coppia. La scelta può invece ricadere su amici e cugini a patto che siano maggiorenni e godano di tutti i diritti. Una scelta emotiva di grande impatto, ma non bisogna dimenticare che si tratta in ogni caso di una situazione ufficiale in cui si è chiamati ad assumere una condotta molto formale: oltre all’abbigliamento, anche il tono e l’atteggiamento dovranno essere contenuti. Il celebrante si dovrà attenere alla lettura dei registri di stato civili, che saranno forniti, insieme al gonfalone e alla fascia tricolore, da un funzionario comunale che avrà anche il compito di verificare che la cerimonia si svolga secondo le regole e che sia, quindi, valida.

Chi può celebrare un matrimonio simbolico

Una cerimonia simbolica, da affiancare a quella civile, può essere un’ottima opzione per regalarsi un secondo ‘si’ più informale, senza crismi religiosi e civili. Trattandosi di un rito che non ha alcun valore legale, non esistono vincoli di alcun tipo in merito alla scelta dell’ officiante: si può trattare di un amico, di un parente, oppure di una figura di riferimento particolarmente importante per gli sposi. E questi ultimi possono anche scegliere di personalizzare le formule di promesse, servendosi anche di riti insoliti come quello della sabbia o del sale.

Tra le opzioni più gettonate, c’è la possibilità di farsi sposare dal comandante di una nave, per  ripetere il proprio sì accompagnati dalle onde del mare, ma anche dal direttore di un hotel di lusso o di un agriturismo in cui si decida di pronunciare il fatidico ‘sì’.