Maternità e sensi di colpa, un duo quasi inseparabile che manda noi mamme spesso in crisi.
C’è la mamma che lavora troppo, quella che va a pilates o all’aperitivo con le amiche, quella che teme di non essere un buon modello femminista, l’altra che sostiene il tempo di qualità, la gravida nuovamente in attesa, quella troppo presente, la donna che non sa più quale modello educativo salverà i propri figli dal fallimento.
Non è così semplice, per noi mamme (ad onor del vero, conta anche per molti papà) essere un genitore sicuro e sereno così abbiamo imparato, dal primo test di gravidanza, che la crisi come i sensi di colpa, fanno parte del pacchetto figli.
Ma cos’è precisamente quella cosa che ci strugge, puntuale come un orologio svizzero, la sera, quando finalmente potremmo chiudere gli occhi serenamente, dopo aver fatto il massimo? Quali sono le principali situazioni che ci fanno scattare i sensi di colpa, oltre la soglia consentita? Abbiamo provato a fare un piccolo elenco, nel quale molte potranno facilmente ritrovarsi.
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La mamma lavoratrice e quella che un lavoro non lo ha
In Italia, l’accesso limitato ad i nidi pubblici, i costi spropositati di quelli privati, come anche la solitudine nella quale si possono trovare le donne, in mancanza di aiuti come una doula, da un lato porta il ben noto e triste calo demografico, dall’altro le dimissioni dal mondo del lavoro da parte delle mamme.
Questo comporta che la donna che ha un lavoro, e che riesca a conservarlo, senza subire declassamento o mobbing, se lo tenga stretto, pur sapendo che la difficilissima conciliazione con i ritmi familiari peserà sui suoi sensi di colpa.
Mentre dall’altro, coloro che hanno dato le dimissioni per impossibilità nella gestione figli e lavoro, pur essendo privilegiate nel maggiore tempo a disposizione per i propri figli, saranno affogate nei sensi di colpa per il modello “sbagliato” ed assai giudicato: quello della mamma-casalinga-mantenuta. La donna che ha rinunciato alla propria indipendenza economica può ereditare un peso assai più frustrante di quello che si creda: l’essere soggetta alla disapprovazione di chiunque, anche di se stessa e/o dei propri figli.
I sensi di colpa della mamma in crisi affondano qui, nel mondo contemporaneo della genitorialità, le proprie radici.
Tempo di qualità, di quantità ed i metodi educativi
Il motto del plus che offre il tempo di qualità rispetto a quello di quantità ormai è entrato in crisi, grazie a dio, insieme a quello che vuole la donna e la mamma biologicamente portate alla fattibilità di un multitasking perfetto. Ma i danni sono qui, come anche il cratere sul quale siamo sedute.
Se nel secondo scorso, come dice la dottoressa Stefania Andreoli, psicoterapeuta e scrittrice italiana, la famiglia era patriarcale e normativa con il vantaggio quanto meno di seguire modelli educativi precisi, oggi, la famiglia “nuova”, più libera, si trova spiazzata e priva (ed incapace) di un modo proprio di educare. La consapevolezza di essere mamme e papà privi delle più assolute certezze su cosa fare con i propri figli, su come crescerli e su come renderli adulti con le chiavi in mano, non può che crearci ansie, sensi di colpa, crisi.
Mamme: l’importanza dell’assenza
Altro tassello che ci fa entrare in crisi come mamme, ed alimenta i nostri sensi di colpa, è il giusto equilibrio tra la presenza e l’assenza. Un grande elemento di discussione per un altro grande divulgatore, Massimo Recalcati, psicoanalista e saggista italiano. Egli spesso si è soffermato sui danni che può fare una madre troppo presente, che non lascia al figlio lo spazio per la giusta mancanza. Quella che porterebbe i figli a diventare adulti, staccandosi dalla famiglia d’origine. Ma quanto è difficile, per noi mamme, avere contezza di quale sia punto di equilibrio tra presenza ed assenza: non è questo uno dei pensieri ricorrenti nei quali ci arrovelliamo le cervella?
Gravidanza: i sensi di colpa verso i figli
Un grande classico che ci mette in crisi, come mamme, è l’attesa di un fratellino o una sorellina. Come farò ad essere presente, con il primogenito, quando la gravidanza diventerà più impegnativa; come farò ad allattare entrambi; come farò a non trascurare nessuno dei figli? Chi di figli ne ha più di uno, conosce benissimo questi sensi di colpa, in grado di accompagnarci anche quando ormai i bambini non sono più cosi piccoli.
E poi ci sono i sensi di colpa in caso di separazione dal partner o quelli per il tempo che ci ritagliamo come coppia o con le amiche, per uno sport come per un fine settimana fuori porta, ma l’elenco non si esaurisce: la creatività dei sensi di colpa è femmina!
Mamme in crisi: come evitare i sensi di colpa
I sensi di colpa o comunque le cause delle crisi che spesso ci accompagnano, risentono molto della cultura che ci circonda. Lo stigma del fallimento, il valore dell’efficienza e della perfezione, il dannoso personaggio della mamma eroina a tutti i costi, la mancanza di sostegno alla maternità e la retorica politica da circo. Questo e molto altro ancora non aiutano ad evitare i sensi di colpa della mamme italiane.
Non esiste, in un pittoresco Paese come il nostro, a misura di tutto fuorché di famiglia e di bambino, una formula per evitare i sensi di colpa che ci fanno andare in crisi, ma qualche consiglio, qualche spunto di riflessione c’è!
- Accettiamo di sbagliare
- Stracciamo il concetto di perfezione e tuttofare
- Confrontiamoci, senza giudizio
- Deleghiamo il delegabile
- Cambiamo direzione se non stiamo bene
- Facciamo squadra con il partner
- Prendiamoci il tempo che ci serve
- Allontaniamoci dai modelli social
- Chiediamo aiuto.
Quest’ultimo punto è assai importante e si riferisce all’aiuto di un/una professionista, la persona che potrà farci vedere le cose dalla giusta distanza. Può essere lo sportello psicologico della scuola, se non riusciamo ad aiutare nostro figlio/a come vorremmo; può essere quello di coppia se, collassando sotto le perenni sfide quotidiane, la nostra coppia si stia sgretolando; o l’analista che può seguirci e sostenerci nei momenti in cui sentiamo di star perdendo la direzione.
La famiglia ha subito innumerevoli, rivoluzionarie e meravigliose modifiche negli ultimi decenni. Molte di queste le hanno fatte e volute le nostre nonne, spesso chiuse in rapporti a senso unico e con un unico scopo nella vita. Ma a queste non sono seguiti interventi sociali e politici adeguati, così ci siamo ritrovate noi donne, noi mamme, a portare il peso di un cambiamento senza precedenti. Se essere e fare il buon genitore è sempre stato complicato, oggi, per noi donne-mamme lo è ancora di più. L’importante è parlarne e capire se, oltre ai sensi di colpa, ci siano gli estremi per un esaurimento nervoso che non va sottovalutato. Non aiuta dirci che tutto possiamo, ma guardarci allo specchio riconoscendo i nostri limiti ed intervenendo su quelli, con la giusta benevolenza e con gli adeguati strumenti.