E se l’istinto materno non esistesse?

L'istinto naturale è solo un'invenzione sociale? E perché alcune donne lo provano e altre no? Parliamone insieme.

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Pubblicato: 9 Novembre 2020 14:22Aggiornato: 22 Ottobre 2024 16:03

Molte donne, per tutta la vita, sono state considerate delle “femmine a metà” soltanto perché non sono mamme, come se fosse l’esperienza della gravidanza a definire una donna tale. Superato quindi, anche se non totalmente, il tabù della maternità mancata si presenta un altro problema a carico dell’universo femminile, quello dell’istinto materno.

La società non risparmia mai un colpo alle donne, e non pensate che queste varie insinuazioni provengano per forza dall’universo maschile. L’argomento maternità è ostico e complesso e, forse, questo retaggio culturale che ci portiamo dietro viene proprio dalla convinzione dell’esistenza dell’istinto materno. Ma cos’è, davvero, l’istinto materno? E soprattutto: lo proviamo tutte? Facciamo chiarezza.

L’istinto materno esiste davvero?

Possiamo definire l’istinto materno come quell’impulso che, a un certo punto, fa scattare nelle donne il desiderio e la voglia di mettere al mondo un figlio, lo stesso che genererebbe una sorta di manuale inconscio per gestire e prendersi cura dei più piccoli. Ed è ancora lui a creare l’ennesima pressione sulle donne, perché se è vero che esiste, come si può non provare il desiderio di diventare madre?

Da un punto di vista scientifico, però, i pareri sono discordanti, così lo sono le sensazioni e le esperienze personali delle uniche protagoniste di tutta questa storia: noi.

Molti studi hanno messo in dubbio l’esistenza dell’istinto materno o comunque non hanno parlato di questo come di qualcosa non associabile a tutte quelle credenze e quei luoghi comuni circa la maternità e le donne. Uno dei primi a riguardo, è stato quello di David Cutts, autore del saggio del 1979 Is there such a thing as “maternal instinct”?. Ma la convinzione che questo istinto primordiale, riferito all’universo femminile, sia radicata universalmente nella società lo dimostra la definizione stessa del termine all’interno del dizionario Larousse:

“Una tendenza primordiale che crea, in ogni donna normale, un desiderio di maternità e, una volta soddisfatto questo desiderio, spinge la donna a badare alla protezione fisica e morale dei figli”.

E allora tutte le donne che non provano tenerezza, o emozione, all’idea di stringere un bambino tra le braccia? Sarebbero per forza di cose considerate delle snaturate o degli esseri abominevoli?

Cosa dice la scienza

Secondo la sociologa Laura Kipnis, l’istinto materno è solo un’invenzione sociale che affonda le radici nel periodo della Rivoluzione Industriale, quel momento storico in cui i figli erano una risorsa preziosa per il lavoro. A fare da eco, all’inesistenza di questo istinto, c’è Amy Blackstone, professoressa di Sociologia all’Università del Maine che ha affermato, più volte all’interno del suo blog, che non tutte le donne vogliono diventare mamme, né hanno questo desiderio.

Frasi destinate a far discutere, certo, ma che trovano la loro veridicità nelle esperienze delle dirette interessante e di chi, finalmente, oggi può ammettere senza sensi di colpa di non volere figli. E, inoltre, è bene tenere conto che non c’è alcuna evidenza scientifica in grado di sostenere l’esistenza di questo sentimento. Viene da chiedersi, dunque, se si tratti meramente di una questione sociale.

Sì, secondo la Blackstone, l’istinto naturale ha più a che fare con la cultura, che con la natura e genitori si diventa con l’apprendimento, e non per un istinto radicato, in egual misura per mamma e papà.

Certo è che non si può ignorare che siano molte le donne a provare quella sensazione profonda e persistente di volere un figlio. Ma, a sostegno di tutto ciò che abbiamo detto, ci sembra evidente che non si tratta di un desiderio legato esclusivamente alle donne con una componente biologica, quanto più psicologica che si estende, naturalmente, anche alla paternità.