Qual è la vera storia dietro al dramma di Romeo e Giulietta?

Romeo e Giulietta da sempre appassionano romantici e non, ma in realtà il loro amore è ispirato alla storia di Giannozza Saraceni e Mariotto Mignarelli

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Redazione

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Gli inguaribili romantici non possono non amare la storia di Romeo e Giulietta. Due amanti che a causa dell’odio tra le loro famiglie hanno fatto una fine tragica. L’opera di William Shakespeare, che ha reso celebre Verona in tutto il mondo, in realtà non si svolge in questa città, ma affonda le sue radici a Siena. Inoltre i nomi dei protagonisti non erano Romeo Montecchi e Giulietta Capuleti, ma Giannozza Saraceni e Mariotto Mignarelli.

Giannozza e Mariotto, due amanti sfortunati

Gli amanti che hanno ispirato la storia di Romeo e Giulietta nella realtà sono vissuti intorno al 1340 a Siena. Giannozza e Mariotto si innamorano e decidono di sposarsi in segreto. La momentanea felicità viene distrutta da una tragedia: un giorno un giovane rivolge degli apprezzamenti pesanti a Giannozza e Mariotto lo colpisce mortalmente. Il ragazzo viene condannato perché non può rivelare di essere sposato con Giannozza e per scappare alla morte decide di andare ad Alessandria d’Egitto da uno zio. Nel frattempo Giannozza è promessa in sposa a un membro dei Salimbeni, una delle famiglie più importanti della città, ma la ragazza è disposta a tutto pur di evitare il matrimonio.

Si rivolge al frate che l’ha unita in matrimonio con Mariotto e quest’ultimo le propone una pozione. Bevendola sarebbe caduta in un sonno lungo tre giorni tanto da sembrare morta. Prima di ingerire la posizione scrive una lettera a Mariotto per informarlo del piano, ma l’uomo che avrebbe dovuto portargli la lettera viene ucciso lungo il percorso. Al posto della missiva Mariotto riceve un biglietto in cui viene informato della morte dell’amata. Mentre Giannozza si sveglia e, travestita da frate, si imbarca per Alessandria d’Egitto, Mariotto disperato torna in Italia.

Nei panni di un pellegrino raggiunge Siena e si chiude nella chiesa dove c’è la bara di Giannozza, scegliendo di morire al fianco della sua amata, ma scambiato per un ladro viene arrestato e riconosciuto. Non basta al ragazzo raccontare tutta la verità, il podestà lo condanna comunque a morte.

Arrivata ad Alessandria d’Egitto, Giannozza scopre il malinteso e ritorna di corsa in Italia, ma il suo tentativo è inutile. Giunta a Siena viene a sapere che Mariotto è stato condannato tre giorni prima. Distrutta dalla notizia, entra in convento dove muore pochi giorni dopo di dolore.

I racconti che hanno ispirato Shakespeare

La storia di Giannozza e Mariotto è stata tramandata nel corso degli anni attraverso racconti popolari, ma il primo a metterla per iscritto è stato Masuccio Salernitano nella seconda metà del ‘400. Successivamente, nel 1531, la storia è stata ripresa da Luigi Da Porto all’interno della “Historia novellatamente ritrovata di due nobili amanti con la loro pietosa morte intervenuta già al tempo di Bartolomeo della Scala” dopo averla sentita dal suo arciere Pellegrino da Verona. Proprio i punti salienti della novella di Da Porto sono stati ripresi da Shakespeare che la trasforma nell’opera che conosciamo.

Anche se la storia di Romeo e Giulietta non ha la sua origine a Verona, nella città c’erano due famiglie in lotta tra di loro: i guelfi Dal Cappello proprietari dell’edificio che oggi è conosciuto come la casa di Giulietta, e i Monticoli appartenenti ai ghibellini.

Nonostante l’opera di Shakespeare non affondi le sue radici a Verona, rimane a tutti gli effetti un racconto appassionante in cui l’amore non trionfa, ma comunque viene rappresentato nella sua massima espressione.