Tanti auguri Italia! (Anche se nessuno lo ricorda)

Il 17 marzo 1861 veniva proclamata a Torino l’Unità d’Italia. Eppure non solo nessuno ricorda più questa data, ma nessuno la celebra

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Sara Gambero

Giornalista esperta di Spettacolo e Lifestyle

Una laurea in Lettere Moderne con indirizzo Storia del Cinema. Appassionata di libri, film e del mare, ha fatto in modo che il lavoro coincidesse con le sue passioni. Scrive da vent’anni di televisione, celebrities, costume e trend. Sempre con un occhio critico e l'altro divertito.

Pubblicato: 17 Marzo 2016 15:17Aggiornato: 4 Aprile 2023 14:30

Correva l’anno 1861 quando, il nostro Paese, poneva la sua prima pietra miliare. Il 17 marzo, infatti, veniva proclamata ufficialmente l’Unità d’Italia. Tutto il resto è una storia che non si può dimenticare. Eppure, ad averla ignorata in più occasioni, sono stati in molti come la nostra stessa esperienza conferma.

Abbiamo fatto un esperimento chiedendo a 10 cittadini italiani il significato di questa data e, a malincuore, abbiamo scoperto che più della metà di loro non conosce la risposta giusta. Così abbiamo scelto di scrivere questo articolo, per celebrare il nostro Paese e per festeggiare ogni anno un evento tanto importante quanto fondamentale per storia dello Stivale.

17 marzo 1861: il Regno d’Italia

Dopo secoli di divisioni e dominazioni straniere – austriaca, francese, spagnola, – grazie all’idealismo di tanti giovani e ai quei famosi Mille guidati da Garibaldi che portarono a compimento l’ultimo atto (la conquista del Regno delle due Sicilie) la nostra Penisola divenne un tutt’uno. Almeno a livello politico.

Il primo passo, verso quella che sarebbe stata l’Unità d’Italia, fu compiuto il 18 febbraio del 1861 quando, a Torino, si riunì il Parlamento Nazionale del Nuovo Regno d’Italia. Con l’inizio della legislatura, il 21 febbraio, Camillo Benso conte di Cavour presentò al Senato il progetto di legge che avrebbe ufficializzato il Regno d’Italia il 17 marzo:

La legalità costituzionale ha consacrato l’opera di giustizia e riparazione che ha restituito l’Italia a se stessa. A partire da questo giorno, l’Italia afferma a voce alta di fronte al mondo la propria esistenza. Il diritto che le apparteneva di essere indipendente e libera, l’Italia lo proclama solennemente oggi.

Seppur il 17 marzo è riconosciuto come il giorno dell’anniversario dell’Unità d’Italia, non ci sono eventi o celebrazioni che lo ricordano a differenza, invece, di quello che succede negli altri Paesi nel mondo. Basti pensare al giorno dell’Indipendenza americana, il famoso Independence Day, in cui è festa nazionale, non lavora nessuno, e ci sono innumerevoli parate e commemorazioni. Addirittura gli sono stati dedicati film e canzoni (Nato il 4 luglio, tanto per citarne uno).

Anche l’Italia ha numerose feste che popolano il calendario. Celebriamo, giustamente, il giorno della liberazione dal fascismo,  la proclamazione della Repubblica, la fine delle guerre mondiali. Eppure nessuno si ricorda di onorare anche l’Unità d’Italia, il vero compleanno del nostro Paese.

Tanti auguri Italia!

Ogni 17 marzo l’Italia soffia le sue candeline, che ogni anno aumentano un po’ di più. Di cose, da quel lontano 1861, ne sono cambiate nel BelPaese, ma una è rimasta sempre uguale: nessuno ha pensato di istituire una celebrazione ufficiale di questo evento.

Diversi anni fa, in occasione dei 150 anni dall’Unità, qualcuno propose timidamente di farne una festa nazionale, ma chi era al Governo allora, si oppose. Ne seguì un dibattito che ebbe come risultato una celebrazione una tantum avvenuta nel 2011 e la proclamazione, il 23 novembre 2012, del 17 marzo come “Giornata dell’unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera”.

Pur rimanendo un giorno lavorativo, il 17 marzo viene oggi considerato come “Giornata promuovente i valori legati all’identità nazionale”. Forse non basta a rendere omaggio alla storia che ci ha condotti fino a questo momento, ma almeno ci aiuterà a non dimenticarla più.