Romy Schneider e il triste destino condiviso con la principessa Sissi

Così quel ruolo che le ha garantito il successo mondiale si è trasformato in una maledizione, perché è con l'Imperatrice d'Austria che l'attrice ha condiviso il triste destino

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Pubblicato: 13 Gennaio 2022 13:37

Pronunciare il nome di Romy Schneider vuol dire parlare di una grande attrice, ma soprattutto della donna che ha prestato il volto alla Principessa Sissi. Lei, assoluta protagonista della versione romanzata della vita della sovrana, ha avuto una carriera costellata di successi. Eppure quel ruolo che le ha dato la fama mondiale si è trasformato in una maledizione perché proprio di Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach che ha ereditato il tragico destino.

E neanche il talento, la bellezza, il fascino e le orde di fan sono bastati a fermare i suoi tormenti interiori che con il tempo sono diventati sempre più ingestibili, fino a quando anche il cuore ha ceduto.

Dall’infanzia alla carriera: la vita di Romy Schneider

Un destino già segnato quello di Romy Schneider, nata Rosemarie Magdalena Albach-Retty, figlia di due attori austriaci di successo. È stata proprio la madre, infatti, a spingerla verso la carriera cinematografica. La futura Principessa Sissi del grande schermo aveva solo 15 anni quando ha esordito nel film Fiori di lillà, ma più che il successo cercava una serenità che le era venuta a mancare quando era ancora una bambina.

Dopo il divorzio dei genitori, infatti, la piccola Romy è stata mandata in collegio e lì, apparentemente dimenticata. Non sono bastate le luci dei riflettori a ricucire quegli strappi, ma a farla conoscere al mondo sì. A 16 anni la Schneider compare nel film L’amore di una grande regina e recita anche al fianco della madre che spesso ricopre il medesimo ruolo sul set.

Poi eccola la famosa trilogia, quella dedicata all’Imperatrice d’Austria. Romy Schneider sceglie il suo nome d’arte ereditando il cognome della madre, e per tutti diventa la Principessa Sissi. A conquistare è la sua bellezza, ma anche il fascino ingenuo e puro utilizzato dall’attrice sul set per far rivivere la sovrana. I film, prodotti nel triennio 1955-1957, hanno un successo mondiale che si perpetua ancora oggi.

Romy diventa l’icona dei romanzi a lieto fine, così viene chiamata per recitare all’interno di pellicole romantiche e per interpretare la fanciulla eterna e autentica. Un ruolo che però inizia a starle stretto come conferma il rifiuto di girare il quarto film sulla vita dell’Imperatrice d’Austria.

Gli amori e i tormenti di Romy Schneider

Nel 1958, con l’uscita del film L’amante pura, Romy Schneider si trasferisce a Parigi. All’apparenza la sua vita è perfetta, complice la relazione sentimentale con uno degli uomini più ambiti del tempo: Alain Delon. Le richieste di averla come attrice aumentano e così la rivediamo comparire ne Il processo e in altri film hollywoodiani come Scusa, me lo presti tuo marito e Ciao Pussycat.

Nel frattempo la rottura con Delon è annunciata e l’attrice inizia a sprofondare nei suoi tormenti interiori senza trovare più pace. Alcolismo e depressione sono all’ordine del giorno e l’incontro con Harry Meyen, attore, regista e doppiatore tedesco sposato con Anneliese Romer, non farà che peggiorare la situazione. La loro sarà una relazione passionale ma tossica, fatta di presenze e assenze, addii e ritorni. Ma da quella nascerà il suo primogenito: David.

Il suo cuore torna a battere per Bruno Ganz, con il quale condivide la passione per la vita mondana e per il divertimento, ma questo non basta a mantenere viva la scintilla. Così eccola tra le braccia di Daniel Biasini, che diventerà suo marito e padre della sua secondogenita: Sarah. Il labile equilibrio che tiene in piedi l’attrice, però, inizia a vacillare con la notizia della scomparsa del suo primo marito, morto suicida ad Amburgo.

L’incontro con Laurent Petin, cambierà all’apparenza la vita di Romy, con il produttore cinematografico la donna ritroverà la serenità allontanandosi da quelle dipendenze autodistruttive.

La diva austriaca non si ferma, però, sul set. Nel 1979 recita in Linea di sangue di Terence Young, il suo ultimo film americano e la ritroviamo, poi, qualche anno dopo nel film Fantasma d’amore di Dino Risi. Romy appare sul grande schermo stanca e provata e sembra assumere le sembianze della protagonista di quel film che è chiamata interpretare. Anna Brigatti è una donna che durante la sua giovinezza è stata tanto bella quanto amata, ma quei tempi ormai sono lontani.

La morte della protagonista del film sembra quasi annunciare il tragico epilogo di cui Romy Schneider diventa la protagonista. Caduta di nuovo nel vortice della dipendenza dall’alcol, subisce un’asportazione al rene a causa di un tumore. Ma è la tragedia della perdita del figlio a creare un vuoto incolmabile nel suo cuore. A soli 14 anni David, nel tentativo di rientrare in casa, muore scavalcando un cancello.

Da quel momento la vita di Romy Schneider finisce. L’attrice si limita a sopravvivere ma è il suo cuore che a un certo punto non ce la fa più e nel maggio del 1982 muore per arresto cardiaco nella sua casa di Parigi.

Romy Schneider sul set di sissi
Fonte: Getty Images
Romy Schneider sul set di sissi