Maledetto il giorno che ti ho incontrato

A 30 anni dall'uscita della pellicola romantica di Carlo Verdone ripercorriamo le tappe delle nostre vicende sentimentali e di quelle maledizioni che sono state anche le nostre

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

La verità è che tutte noi, almeno una volta nella vita, abbiamo maledetto il giorno che abbiamo incontrato quella persona. Quella che ci ha fatto capitolare e innamorare, che ci ha fatto battere il cuore e che ci ha messo anche un po’ nei guai. Quelli dai quali abbiamo desiderato uscire più e più volte, per poi rimpiangerli una volta svaniti, perché in fondo i problemi di cuore sono sempre belli, o quasi.

Così lo abbiamo ripetuto più e più volte, lo abbiamo detto ad alta voce e poi lo abbiamo urlato. Altre volte lo abbiamo solo pensato, senza proferire parola, perché così ci sarebbe sembrato un segreto tutto nostro, un qualcosa non per forza da condividere. E poi è arrivato un film a dare voce a tutte le nostre piccole maledizioni.

Sono passati trent’anni da quando da quando la pellicola di Carlo Verdone veniva trasmessa sul grande schermo, una commedia romantica e un po’ folle che ha parlato di tutti, per tutti, sviscerando le nevrosi, le ansie e quelle piccole ossessioni in cui si cade anche per amore. Così sono caduti loro, i personaggi di Maledetto il giorno che t’ho incontrato (qui i nostri amici di SiViaggia ci portano alla scoperta delle location del film).

Bernardo e Camilla, interpretati rispettivamente da Carlo Verdone e Margherita Buy, sono due persone come tante che si ritrovano a fare i conti con la fine di un amore e con sentimenti tossici e relazioni sbagliate. Lui viene lasciato dalla sua fidanzata, proprio prima di chiederla in moglie, lei è follemente innamorata del suo dottore.

I due si trovano, si riconoscono nelle ansie reciproche e scelgono di condividere quella quotidianità fatta anche di follie. Non sono soli perché scelgono di aiutarsi a vicenda in quella che diventa una bizzarra amicizia che in qualche modo sconvolge e travolge le sue vite. Si allontanano e nonostante i tentativi di ricominciare si ritrovano sempre, anche se lo fanno per lo più condividendo i guai.

E alla fine insieme si ritrovano a crescere, nonostante le insicurezze e le paure facciano parte inevitabilmente della quotidianità, nonostante si siano maledetti per essersi incontrati e per i problemi che quell’amicizia, poi trasformatasi in amore, ha creato. Ma il lieto fine, per i protagonisti di quel film che a distanza di 30 anni ci sembra sempre così attuale, alla fine è arrivato.

Certo questo non accade anche nella vita reale, o almeno non sempre. Crescendo abbiamo imparato che quel vissero felici e contenti appartiene solo all’immaginari favolistico, ma non è così che deve andare per forza. Perché anche quando incontriamo delle persone che ci sembrano fondamentali per la nostra vita, indipendentemente dall’epilogo, non possiamo ignorare quello che ci fanno sentire. Non possiamo ignorare come ci sentiamo quando siamo insieme a loro, e questo dovrebbe bastare per non maledire mai, completamente, un incontro. L’importante è trovare qualcuno con cui condividerlo il viaggio, anche se solo per un pezzo di strada, anche se questo può apparire un po’ folle.

Quello può essere il nostro “E vissero felici e contenti”, quello che nei film ha il sapore dolce e romantico dei lieto fine.

maledetto il giorno che t'ho incontrato
Fonte: IPA
Maledetto il giorno che t’ho incontrato, Margherita Buy e Carlo Verdone