Donald Trump ha giurato come 47esimo Presidente degli Stati Uniti d’America il 20 gennaio 2025. Una data già di per sè carica di significato essendo il Martin Luther King’s Day, festività nazionale in onore dell’attivista e Nobel per la pace da cui prende il nome. Lo stesso (nuovamente) neo-Presidente lo ha ricordato nel suo discorso, ma ci torneremo più avanti. Un giorno che gli Stati Uniti e il mondo ad essi inestricabilmente collegato hanno guardato con trepidazione, chi attendendo il peggio da un personaggio sicuramente controverso, chi, sperando nel meglio possibile. La giornata è stata costellata di momenti che definiamo iconici e ricchi di significato, durante una cerimonia in cui pochissimo viene lasciato al caso e in cui sono emersi alcuni indizi che guideranno il nostro futuro nei prossimi anni.
I più ricchi al cospetto di Donald Trump
Il 47esimo Presidente degli Stati Uniti d’America ha giurato davanti al suo Paese in una Washington blindatissima e gelida, sferzata da un vento che ha più volte rischiato di far volare via il cappello (chiacchieratissimo) di Melania Trump. La cerimonia dell’insediamento, programmata per svolgersi all’aria aperta, è stata dunque trasferita presso la Rotonda del Compidoglio. Era dal 1985, con l’insediamento di Ronald Reagan, che non succedeva.
Presenti alla cerimonia in tantissimi. Oltre alla moglie Melania e alla famiglia di Donald Trump, mostratasi affiatatissima, si è radunato al suo cospetto uno stuolo infinito di autorità, il “club degli ex presidenti” e gli invitati internazionali. Ma non solo. All’Inauguration Day che da’ il via alla seconda presidenza del tycoon si sono presentati i tre uomini più ricchi del mondo: Elon Musk, Jeff Bezos e Mark Zuckerberg. Si è trattato di una prima volta assoluta in tempi moderni.
Musk è stato uno dei grandi protagonisti della campagna elettorale di Donald Trump, di cui è stato anche un noto ed estroverso finanziatore. Nel nuovo governo del Presidente guiderà il nuovo “dipartimento per l’efficienza governativa”, e sicuramente non tarderà a far sentire la sua voce (e a far pesare il suo portafoglio) su molte questioni. Per quanto riguarda i numeri uno di Amazon e di Meta, hanno incontrato separatamente il tycoon a fine 2024 nella sua residenza di Mar-a-lago. Entrambi, sfruttando i propri mezzi, hanno dimostrato la propria fiducia nel lavoro dell’imprenditore alla guida del Paese. Tre ricchissimi uomini bianchi hanno dunque presenziato, uniti, al giuramento di Trump, e questo non può passare inosservato.
I discorso in punti principali
Particolare attenzione è stata giustamente dedicata all’inaugurational address, il discorso che, tradizionalmente, il nuovo Presidente rivolge al proprio Paese e al mondo. Donald Trump si è rivolto a tutti toccando alcuni temi delicati, ma su cui si aspettava il suo (già conosciuto a dire il vero) parere.
“La bilancia della giustizia verrà riequilibrata”, dichiara e promette l’unico Presidente che ha passato indenne due impeachment. Trump evidenzia di non voler perdere tempo: “Questa settimana porrò fine alla politica governativa di cercare di manipolare socialmente razza e genere in ogni aspetto della vita pubblica e privata. Forgeremo una società che è indifferente al colore e basata sul merito. Da oggi in poi, la politica ufficiale del governo degli Stati Uniti sarà che ci sono solo due generi, maschile e femminile”. Una categoria tutta americana quella del merito, bellissima idealmente, ma a volte discriminatoria nei fatti: soldi e ceto si dimostrano nella maggior parte dei casi determinanti.
Poi ancora, l’idea della pace costruita dagli Stati Uniti con la promessa di costituire “l’esercito più forte che abbiamo mai visto”. Un’eredità, quella che vuole auto definirsi il tycoon, di pacificatore e unificatore. Sullo sfondo del discorso non può non disegnarsi il clima contemporaneo internazionale: la tregua in Medio Oriente (fragile e difficile) e il conflitto in Ucraina. “Il nostro potere fermerà tutte le guerre e porterà un nuovo spirito di unità in un mondo che è stato arrabbiato, violento e totalmente imprevedibile”, ha affermato. “Non saremo intimiditi. Non saremo spezzati e non falliremo. Da questo giorno in poi, gli Stati Uniti d’America saranno una nazione libera, sovrana e indipendente”, ha tuonato Trump.
“Tutti gli appuntamenti sono stati cancellati”
Il confine del Messico come zona di guerra. Così l’ha definita Donald Trump. “Dalle prime ore di mercoledì 21, risolverò ogni crisi che affligge il nostro paese…Entro il tramonto, l’invasione del nostro confine avrà fine e tutti gli intrusi privi di documenti torneranno ai loro luoghi d’origine”, ha dichiarato. Ma, la verità è che, come testimoniato da gran parte della stampa USA, l’applicazione CBP One, quella usata dalle persone migranti per prenotare un appuntamento per chiedere asilo negli Stati Uniti, già il 20 gennaio non funzionava più. Ha smesso di funzionare poco dopo il giuramento di Trump.
Sul sito è apparso un annuncio che dice che il servizio “non è più disponibile” e che “tutti gli appuntamenti già fissati sono stati cancellati”. Proteste si sono presto diffuse, soprattutto in Città del Messico, tra le lacrime e la disperazione dei migranti.
Il gesto di Elon Musk
Elon Musk è stato vero protagonista alla cerimonia di insediamento di Donald Trump. Tra risate, ammiccamenti e applausi non ha certo nascosto il suo entusiasmo. Come già successo in molti dei recenti eventi e comizi legati alla cavalcata di Trump, Musk ha poi preso parola alla grande festa del popolo MAGA dopo la cerimonia di giuramento alla Capital One Arena di Washington. “Questa non è una vittoria ordinaria, questa è una svolta per la civiltà umana. Grazie a voi per averlo reso possibile. Grazie a voi il futuro della civiltà è assicurato”. Musk ha dunque portato la mano sul cuore e poi improvvisamente verso l’alto, a destra.
Un gesto che non è certo passato inosservato. “Ha fatto il saluto romano!”, esclamano in molti, giustamente indignati dal gesto palesemente fascista. Un fatto, che, interpretato in questo modo lascia un sapore amarissimo in bocca. C’è chi però ha voluto far notare come il gesto non sia assolutamente un saluto romano, ma un gesto per i presenti come a dire “vi do il mio cuore, grazie”. Comunque sia (le interpretazioni e le accuse sono molte), il “gesto” è destinato a segnare la storia.