In Italia è emergenza inquinamento. È una piaga silenziosa che soffoca e uccide

Lo smog uccide le persone, circonda e soffoca la Pianura Padana. E pensare che questo problema non ci riguarda è una bugia che non possiamo più raccontarci

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

C’è una nuvola rossa che, in questi giorni, sta attraversando il cielo della Lombardia e della Pianura Padana. Non è visibile a occhio nudo, ma le immagini animate fornite dall’Esa, European Space Agency, restituiscono con chiarezza la portata di questo fenomeno. Ma badate bene che, a differenza di quello che forse a prima vista può sembrare, non si tratta di uno spettacolo naturale, affascinante o misterioso destinato a creare stupore o meraviglia, ma di una piaga silenziosa e subdola che sta già mietendo le sue vittime.

È l’inquinamento che, mai fino a questo momento, aveva registrato picchi così alti nel nostro Paese. È lo smog che uccide le persone, che circonda e soffoca la Pianura Padana. È la visione allarmistica della qualità dell’aria che, ormai, per chi vive nel territorio nostrano è diventata irrespirabile. Lo è a Milano che, secondo il sito svizzero IQAir, nel 2024 si è aggiudicata uno dei primati più tristi e preoccupanti della storia del nostro Paese entrando nella lista delle città più inquinate del mondo, terza solo a Lahore, in Pakistan, e a Dacca, Bangladesh.

E pensare che questo è un problema che non ci riguarda è una bugia che non possiamo raccontarci più. Perché le conseguenze dirette dell’inquinamento sulla salute umana e sulla nostra vita sono catastrofiche. Perché solo in Italia, come rivelato da Sima (Società Italiana di Medicina Ambientale) si registrano ogni anno circa 80.000 decessi prematuri attribuibili all’inquinamento. Perché questa è una tragedia che può e che deve essere evitabile.

Emergenza inquinamento in Italia: i numeri

È un virus che si insinua nella nostra quotidianità, che si attacca alla pelle e entra nei nostri organi. Lo fa silenziosamente anche se poi, le conseguenze, sono più che visibili. Sono nefaste, sono mortali. Non si cura con le medicine e le terapie, ma con il buon senso, con tutte quelle cose che potevamo fare e che non sono state fatte.

È lo smog che ci soffoca, che rende l’aria irrespirabile, che provoca una quantità di problemi di cui forse siamo ignari, ma che ci sono e sono reali. Sono i numeri a raccontarlo, a delineare con precisione uno scenario quasi catastrofico che riguarda l’Europa, anche e soprattutto l’Italia.

Già nel 2022, con il report “Mal Aria di città. Cambio di passo cercasi”, Legambiente denunciava il fatto che 29 città, su 95, avevano superato i limiti giornalieri di PM10 (il particolato composto da sostanze solide e liquide inquinanti), decisamente troppo alto rispetto ai target europei fissati per il 2030. Una situazione critica che prospettava scenari spaventosi per alcuni territori decisamente in ritardo con gli obiettivi europei prefissati. Tra questi Torino e Milano, Cremona, Andria e Alessandria.

“L’inquinamento atmosferico non è solo un problema ambientale, ma anche un problema sanitario di grande importanza”, aveva dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. “In Europa, è la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali e l’Italia registra un triste primato con più di 52.000 decessi annui da PM2.5, pari a 1/5 di quelli rilevati in tutto il continente”.

Tante le proposte per migliorare la situazione, da parte di Legambiente e di altre associazioni, come quelle della creazione di zone a traffico limitato o di zone a zero emissioni, le limitazioni alla circolazione dei veicoli più inquinanti e una riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati. E poi, ancora, il potenziamento dei trasporti pubblici e dei servizi di mobilità elettrica. Eppure, oggi, i tassi di inquinamento sono più alti che mai.

Pianura Padana

Emblematico è il caso della Pianura Padana, uno dei territori più inquinati del nostro Paese e di tutta Europa. Una zona costretta a vivere e sopravvivere con l’ombra inquietante di una cappa di smog che oscura il cielo e leva il respiro. L’allarme è stato lanciato. L’Emilia Romagna, infatti, ha invitato i cittadini a restare a casa, a evitare passeggiate e jogging. Lo ha fatto quando i satelliti hanno immortalato quella nuvola grigia e inquietante creata da infinite particelle inquinanti.

“È come avere una coperta di lana in testa”, ha dichiarato all’Ansa il responsabile del Centro tematico regionale di Qualità dell’aria di Arpae Vanes Poluzzi, che ha spiegato che a causa di una condizione meteo particolarmente sfortunata la situazione sta precipitando.

In Lombardia, e a Milano, la situazione non è migliore di questa appena descritta. Le polveri Pm10 sono ancora sopra agli standard in molte città della regione, compreso il suo capoluogo che, da diverso tempo, ha attuato numerose misure per contrastare l’emergenza inquinamento. Basti pensare che proprio la capitale del design e della moda, incastonata nel cuore della Pianura Padana, ha registrato quest’anno uno dei più alti tassi d’inquinamento d’Europa e del mondo con un PM2.5 (indicatore di polveri sottili in aria) superiore di quasi trenta volte rispetto al valore di riferimento evidenziato dall’Organizzazione mondiale della sanità per la qualità dell’aria.

Anche in Lombardia, esattamente come in Emilia Romagna, il consiglio è quello di proteggersi dalla piaga silenziosa dell’inquinamento che avanza e si espande sempre di più. Si suggerisce di evitare gli sport all’aria aperta, di uscire indossando una mascherina, di chiudere le finestre per proteggere il rifugio domestico dalla nebbia nera. Perché lei è il vero mostro da combattere adesso.

La situazione in Europa

Seppur critica, la situazione italiana non è l’unica che preoccupa. Secondo un rapporto condotto da Openpolis, in collaborazione con Edjnet e redatto sotto la direzione di Deutsche Welle, è emerso che le morti premature causate ogni anno dal particolato, in tutta l’Unione Europea, sono 300.000. L’agente inquinante, che è molto pericoloso proprio per le sue micro dimensioni, riesce infatti a raggiungere il sistema respiratorio e a comprometterlo. A oggi il 98% della popolazione respira un’aria tossica e scarsamente qualitativa. Tra i Paesi più a rischio, oltre l’Italia, ci sono l’Ungheria, la Slovacchia, la Polonia e la Slovenia. Le province più inquinate d’Europa restano comunque quelle del nord Italia insieme a quelle polacche. Al primo posto troviamo Milano, seguita poi da Cremona e Monza.

Emergenza inquinamento: le conseguenze

Le conseguenze le abbiamo già viste, ma forse è bene ribadirle – con numeri e dati in nostro possesso – affinché si prenda coscienza di un problema reale e molto pericoloso, per noi, per le future generazioni e per il pianeta intero.

Come riportato dall’Ufficio federale dell’ambiente Ufam, infatti, le polveri fini e i gas come l’ozono entrano nelle nostre vie respiratorie fino ad arrivare nei polmoni. Gli agenti inquinanti si depositano nei bronchi e negli alveoli creando danni al nostro sistema a medio e lungo termine. Il deposito eccessivo di queste particelle, infatti, può provocare disturbi alle vie respiratorie, sia negli adulti che nei bambini, aumentando i rischi per chi già ne soffre.

Secondo un rapporto condotto dall’Agenzia europea dell’ambiente, le malattie cardiache e gli ictus sono tra le cause più comuni di morte prematura imputabili proprio all’inquinamento atmosferico, seguite poi dalle malattie polmonari e dal cancro ai polmoni. Il rischio sanitario ambientale, in Europa e in Italia, è altissimo.

Per portare all’attenzione di tutti la gravità di questa situazione, prendiamo in prestito un altro studio pubblicato alcuni anni fa sul Journal of the American Medical Association. La ricerca, che ha analizzato le conseguenze per l’essere umano di questa continua esposizione agli agenti inquinanti, ha rivelato che vivere in determinate città, dove il tasso d’inquinamento supera gli standard, è come fumare un pacchetto di sigarette al giorno. Danni e conseguenze annesse.

Come proteggersi dall’inquinamento e dai suoi rischi

I rischi, per la nostra salute e per quella dei bambini, sono altissimi. Ma per attuare un cambiamento concreto e definitivo, considerando la situazione attuale, c’è bisogno di tempo. Gli esperti confermano che l’unico modo per rendere di nuovo l’aria respirabile è ridurre la produzione e l’immissione di sostante inquinanti nell’ambiente. Un progetto che l’Unione Europea ha già avviato con l’obiettivo di rendere il pianeta più sano per tutti nel 2050, e con un piano d’azione già ben definito per il 2030.

Il Patto verde europeo, conosciuto come Green Deal, comprende tutta una serie di iniziative che hanno come missione quella di raggiungere la neutralità climatica nel nostro continente. Il primo obiettivo è quello di ridurre, del 50%, le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030. Ma tra conflitti d’interesse, polemiche e rallentamenti, il tempo passa e la situazione precipita. E allora come possiamo proteggerci dall’inquinamento e dai suoi rischi?

Cambiando abitudini, attuando piccole strategie quotidiane di prevenzione volte a proteggere noi e i nostri bambini. “Meglio evitare le passeggiate all’aperto per i bambini e gli anziani, in particolare quelli con malattie croniche pregresse” – ha affermato Alessandro Miani, presidente del Sima e docente di Prevenzione Ambientale, al Corriere – “E se proprio si vuole fare jogging, meglio preferire aree verdi, possibilmente nelle primissime ore del mattino o la sera, al termine del grande traffico”.

L’esperto consiglia anche l’utilizzo della mascherina, uno strumento protettivo che, però, ci protegge solo in maniera parziale dalle polveri sottili che, come abbiamo visto, possono raggiungere con facilità l’apparato respiratorio e i polmoni.

Altre precauzioni, che possiamo adottare fin da ora, sono quelle di evitare l’esposizione o la permanenza nelle aree interessate da traffico elevato, così come l’utilizzo della bicicletta nelle suddette zone. Attenzione anche agli ambienti domestici: se è vero che è consigliato tenere le finestre chiuse, nelle città più inquinate, è altrettanto vero che abbiamo bisogno di respirare aria pulita e sana. Gli esperti consigliano dunque di munirsi di sistemi per la purificazione indoor.