Inquinamento da ozono, perché è pericoloso e chi rischia di più

L'ozono si comporta come un irritante. Più a rischio sono i soggetti con asma o con il cuore "debole": come proteggersi

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Riavvolgiamo il nastro e torniamo indietro a qualche giorno fa, nell’epoca del grande caldo. Anche se l’estate non è finita. E facciamoci una domanda: sapete cosa significa essere irritati? Sostanzialmente, si rischia di essere ipereccitati, pronti a rispondere ad ogni parola che si ascolta. Anche i nostri tessuti possono essere irritati e quindi reagire in modo molto più significativo del normale.

Se trasferite questo semplice concetto al parenchima polmonare e alle vie respiratorie, avrete ben chiaro cosa accade quando per il grande caldo si innalzano le concentrazioni di ozono nell’aria che respiriamo. Perché l’ozono si comporta proprio come un irritante. O meglio, si può considerare un composto ossidante, che altera le mucose delle cellule respiratorie e le vie aeree. Risultato: una volta che sono irritate, le cellule di protezione delle vie aeree svolgono la loro funzione di barriera con meno efficacia e permettono l’ingresso a germi e virus.

Cos’è l’ozono

L’ozono è un inquinante secondario, cioè non prodotto direttamente dagli scarichi. Perché si formi occorre infatti che l’ossido di azoto entri in contatto con la luce solare. Quando ciò avviene si forma questo composto tossico, che nulla ha a che vedere con il “buco dell’ozono” di cui si parla quando si discute delle radiazioni solari. Alcune persone possono avere fastidi non appena si supera, seppur di poco, la soglia di allarme. E già a questi livelli il gas può cominciare a fare danni, irritando i bronchi. In due modi.

La presenza del gas tende a far restringere il calibro di queste naturali “strade” dell’aria, come avviene nei normali processi di infiammazione. Possono comparire in questa fase colpi di tosse e difficoltà di respirazione, che negli anziani può assumere le caratteristiche di vero e proprio affanno.

Inoltre l’ozono rende i bronchi più sensibili all’azione di eventuali allergeni presenti nell’ambiente. In generale l’effetto è legato alla dose inalata e quando i valori dell’ozono si aggirano intorno ai 250 microgrammi per metro cubo, la situazione diventa estremamente allarmante. Per chi soffre di asma e più in generale ha problemi dell’apparato respiratorio possono cominciare tosse secca e senso di costrizione al torace. Più in generale, tuttavia, ci si sente deboli e si sopportano con maggior fatica gli sforzi.

Chi rischia di più l’inquinamento da ozono

I più sensibili ad alti valori di ozono sono i bambini e gli anziani, che si adattano con maggior difficoltà alla miscela dei gas nell’aria. Inoltre ha più facilmente disturbi di malattie polmonari, come enfisema o bronchite cronica. Infine, chi ha il cuore “debole” o ha già avuto un infarto può avere problemi, perché costretto a respirare male.

In particolare, ci sono due condizioni patologiche che possono riacutizzarsi in presenza di elevate concentrazioni di ozono. Sono l’asma e la BPCO. I valori alti di ozono possono aumentare i rischi di sviluppare crisi respiratorie oltre ad far crescere le possibilità di polmoniti e bronchiti. I rischi correlati ad elevati tassi di ozono sono da considerare anche per chi fa attività fisica intensa: ovviamente questa aumenta la frequenza respiratoria e quindi l’introduzione di sostanze inquinanti nei polmoni.

Come prevenire i rischi legati all’ozono

Il nemico è nell’aria. E non può essere evitato. Ma è molto utile limitare gli sforzi e la permanenza all’esterno quando viene raggiunto il picco più alto di ozono, cioè nelle prime ore del pomeriggio. Quando la luce del sole è maggiore. In questo periodo conviene invece rimanere a casa, con le finestre chiuse, perché le strutture in muratura “bloccano” l’ozono all’esterno. Ed anche per chi è abituato al jogging serale, forse è meglio cambiare abitudini o comunque limitare gli sforzi. La permanenza nelle aree verdi delle città purtroppo non difende dall’ozono, che si diffonde ovunque.

Meglio una passeggiata di mattina, quando l’aria è stata ripulita dalla brezza notturna. Tra i consigli, ricordate di fare attenzione agli ambienti chiusi. È consigliabile ventilare gli ambienti domestici, evitare inoltre le esposizioni a fonti indoor e a strumenti elettrici ad alto voltaggio, a stampanti laser e fax, apparecchi che producono ultravioletti. In ultimo, ricordate che una particolare attenzione va prestata soprattutto ai bambini. Per loro, specie se sono un po’ “fragili” sotto il versante delle infezioni respiratorie, l’esposizione prolungata ad elevati tassi di ozono potrebbe influire sui  meccanismi difensivi dell’organismo.