Acidi grassi Omega-3, perché aiutano anche il respiro oltre a cuore e arterie

L'alimentazione è importante anche per la salute dei polmoni: uno studio dimostra l'importanza degli acidi grassi Omega-3 sull'apparato respiratorio

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Evviva il pesce. Viene da dirlo, pensando a quanto bene può fare avere nell’alimentazione settimanale qualche appuntamento con questi alimenti, curando di scegliere il classico pesce azzurro o comunque i grandi pesci dei freddi mari del Nord. Questi alimenti, infatti, sono ricchi di acidi grassi Omega-3. E se la scienza da tempo ricorda quanto e come questi lipidi possano aiutare il benessere di chi presta attenzione all’apparato cardiovascolare, ora arrivano evidenze che queste sostanze potrebbero aiutare anche il respiro di chi fa i conti con malattie croniche delle vie respiratorie, come la BPCO o broncopneumopatia cronica ostruttiva. A segnalarlo sono i dati di uno studio americano apparso su Journal of Respiratory and Critical Care Medicine.

Cosa succede ai polmoni e cosa scegliere

L’azione sull’apparato respiratorio degli acidi grassi Omega-3 appare direttamente legata all’attività antinfiammatoria di queste sostanze. Considerando anche che l’infiammazione sarebbe uno dei meccanismi che agevolano il peggioramento del quadro nei malati con patologie croniche.

L’indagine ha preso in esame l’alimentazione di circa 15mila americani seguiti tra i 7 e i 20 anni, concentrando l’attenzione sull’introito di Omega-3 e sulla salute polmonare. Si è visto che chi aveva un elevato livello di Omega 3 nel sangue vantavano un maggior benessere, che si manteneva nel tempo. Per assicurare all’organismo una buona dose di Omega-3 è quindi importante inserire all’interno della propria alimentazione salmone, merluzzo, pesce azzurro e simili.

Senza dimenticare che altri alimenti possono apportare questi ed altri acidi grassi ad azione protettiva sull’infiammazione, che ovviamente si esplica non solo nell’apparato respiratorio ma anche su aree come le articolazioni oltre ovviamente a cuore e arterie. In questo senso, i cibi da privilegiare sono nutrienti ad azione antinfiammatoria come vitamine e antiossidanti, fibre, acidi grassi omega-3 e omega-9 (ossia con alto rapporto omega-3/omega-6).

Quindi occorre puntare essenzialmente su frutta, verdura, farine non raffinate (grano integrale, riso integrale e quinoa), legumi, pesce azzurro (salmone, tonno, sardine, sgombro), frutta secca, olio extravergine di oliva, cacao, the verde, ginseng, curcuma, peperoncino. Sul fronte opposto sarebbe opportuno limitare cibi ad azione infiammatoria come  grassi saturi, zuccheri raffinati e alimenti ad alto indice glicemico, sodio, acidi grassi Omega-6 (con basso rapporto omega-3/omega-6). Il che significa fare attenzione a fritti, carni rosse, insaccati, salsicce, burro e margarina, formaggi grassi, prodotti confezionati industriali, sale, caffeina.

Perché preoccupa la BPCO

La BPCO appare in costante aumento, complice anche l’aumento dell’età media della popolazione. Ed è indissolubilmente legata al fumo. Si tratta di una condizione patologica dell’apparato respiratorio caratterizzata da ostruzione al flusso aereo, cronica e non completamente reversibile, cui contribuiscono in varia misura alterazioni bronchiali (bronchite cronica), bronchiolari (malattia delle piccole vie aeree) e del parenchima polmonare (enfisema).

È causata dall’inalazione di sostanze nocive, soprattutto fumo di tabacco, che determinano, con vari meccanismi, un quadro di infiammazione cronica, diverso da quello osservato nell’asma bronchiale. Clinicamente si manifesta con tosse e catarro cronici e/o difficoltà respiratorie, che prima compaiono dopo uno sforzo e poi anche a riposo, nelle forme più gravi. Purtroppo rappresenta la causa più comune, oltre che di insufficienza e invalidità respiratoria cronica, di disabilità del paziente che proprio per i gravi problemi di dispnea tende a circoscrivere la propria esistenza dentro le mura di casa, aggravando di conseguenza anche eventuali altre patologie presenti.