Era un giorno di festa per tutti nel nostro Paese, quel 1° maggio del 2022. Non lo era per Alberto però, la cui esistenza si era ormai popolata di demoni e di incubi irrequieti. Dopo le richieste alla famiglia, per ricevere dei soldi e tornare alla normalità perduta, era passato alla minacce e poi alle persecuzioni.
Ma quelle, ormai, non bastavano più. Così, consapevole di non aver più nulla da perdere, Alberto lo ha fatto. Ha impugnato un coltello e con 17 colpi ha ucciso Alice Scagni, sua sorella, ponendo così fine alla sua vita, ai suoi sogni straordinari e a tutto ciò che la vita le aveva donato: un bambino che aveva poco più di un anno.
“L’ho fatto perché non mi davano più soldi” – ha dichiarato successivamente Alberto al magistrato – “Perché non ne potevo più di andare avanti così”. Disperazione? Furia omicida? Vendetta? Non sappiamo con certezza quali istinti abbiano predominato nel momento esatto in cui l’uomo ha scelto di diventare un killer, quello che sappiamo però è che Alice è morta per mano di suo fratello. E questo, è chiaro, nessuno potrà più cambiarlo.
Chi era Alice Scagni
Aveva 34 anni Alice, quando qualcuno ha deciso che non fosse più suo il diritto e il dovere di vivere. Non una persona qualunque, ma suo fratello, il suo compagno di giochi, colui che l’aveva accompagna all’altare. Alice Scagni era sposata da quattro anni con Gianluca e proprio insieme a suo marito aveva deciso di creare una famiglia. Da poco più un anno, infatti, era mamma di un bambino e insieme vivevano a Quinto, a Genova.
Nonostante la sua giovane età aveva anche una brillante carriera da avvocato già avviata. Alice aveva tutto ciò che desiderava, se l’era costruito col tempo e con la fatica quel presente che stava vivendo e quel futuro ancora da vivere. Eppure, all’ombra di quella vita apparentemente perfetta, si nascondeva la disperazione esistenziale di un uomo che, al contrario di lei, non aveva più nulla. Quell’uomo era Alberto Scagni, suo fratello.
1 maggio 2022: l’omicidio
Alice, ha raccontato la nonna dopo il suo omicidio, era una ragazza realizzata, che aveva tutto ciò che desiderava. Ed era generosa, sempre pronta ad aiutare gli altri: “Era brava, mi faceva tutto. La tv non andava e veniva lei, il frigorifero non funzionava e veniva lei”. Ed era proprio forse la sua vita, così felice e piena, ad aumentare il malessere e il disagio di suo fratello che, invece, non aveva più niente.
Alberto, un tempo impiegato nell’azienda Sogegross, aveva perso il lavoro. A 42 anni è difficile reinventarsi, mettersi in gioco, soprattutto quando il resto del mondo va avanti e sembra lasciarti indietro. Così aveva iniziato a chiedere aiuto ai genitori, a sua nonna e a sua sorella. Alice lo aiutava, lo faceva come poteva senza tirarsi indietro mai, fino a quando insieme a suo marito Gianluca aveva scelto di non cedere più alle richieste insistenti di suo fratello.
Anche la nonna di Alberto aveva smesso di aiutare il nipote, ed era stata proprio questa scelta a scatenare la sua furia. In preda all’ira per l’ennesimo rifiuto, aveva scelto di compiere la sua vendetta, quella di incendiare la porta di casa della nonna. Ma questo era solo il campanello di allarme di un piano ben più atroce che sarebbe stato compiuto il giorno dopo, il 1 maggio del 2022.
Quella sera, mentre molti cittadini sono fuori a festeggiare, Alberto attraversa la città fino a raggiungere il quartiere di Quinto. Si apposta davanti alla casa della sorella, forse perché conosce bene le sue abitudini, e in effetti Alice da lì a poco uscirà per fare la solita passeggiata con il suo cane.
È in quel momento che Alberto si lascia andare alla follia. Affronta sua sorella, l’accusa di averlo lasciato sprofondare e poi, senza neanche concederle il diritto di replica, la uccide. La ferisce a morte con diciassette coltellate, lo fa davanti agli occhi di Gianluca, suo marito, e dei vicini. Nessuno, ormai, può fare più niente.
L’arresto di Alberto
Non ci sono dubbi sul colpevole, tutti hanno visto chi ha ucciso Alice Scagni. Dopo poche ore dall’omicidio le forze dell’ordine individuano Alberto. Si trovava a pochi metri di distanza dal luogo del delitto. Non era scappato e non aveva intenzione di farlo. Teneva ancora in mano il coltello e indossava gli indumenti sporchi di sangue.
Sono bastate poche ore per ottenere una confessione. “L’ho fatto perché non mi dava più soldi”, dirà l’uomo davanti al magistrato, prima della convalida dell’arresto. E in effetti, tutto ciò che era successo prima del cruento omicidio, confermava proprio la situazione di disperazione in cui era sprofondato Alberto.
Un’omicidio che poteva essere evitato, secondo mamma Antonella, perché erano tanti i segnali da non ignorare. Una foto pubblicata su Facebook qualche giorno prima dell’omicidio in cui Alberto mostrava un coltello, le persecuzioni alla famiglia per avere ancora altri soldi e, infine, la telefonata minatoria fatta a suo padre proprio la mattina del 1° maggio: “Se non mi dai i soldi stasera vado da Alice e Gianluca”, aveva detto l’uomo.
E così ha fatto, nonostante l’allerta di papà Graziano alle forze dell’ordine, perché nessuno è intervenuto per evitare quello che forse poteva essere fermato. Ora le indagini si muovono in due direzioni: la prima riguarda l’omicidio di Alice, quello per cui Alberto è stato arrestato subito dopo il delitto ed è in attesa di condanna, la seconda, invece, sul mancato intervento da parte delle forze dell’ordine.
Un anno dopo
È trascorso poco più di un anno dall’omicidio di Alice Scagni, quel delitto che ha scosso il quartiere genovese e la vita di due famiglie, di un bambino che non potrà crescere più con sua madre. A ricordare quel giorno drammatico, e tutto ciò che è successo prima e dopo, è stata anche mamma Graziella con un lungo post condiviso su Facebook.
“Oggi è il primo Maggio. Credo che molti sappiano a Genova cosa è accaduto esattamente un anno fa. In queste ore Alberto Scagni, in piena crisi psicotica, minacciava di morte suo padre. Graziano, impotente e spaventatissimo, registrava le seconda chiamata. La voce di nostro figlio non mentiva sulla follia che lo stava travolgendo. Dopo aver minacciato suo padre, Alberto aveva chiesto di sua sorella. Abbiamo tentato di trasmettere i suoni agghiaccianti di quella voce alla Polizia” – ha raccontato la mamma di Alice e Alberto – “Abbiamo tentato di denunciare nostro figlio ma siamo stati lasciati soli“.
“Tra poche ore, un anno fa, verrà uccisa nostra figlia Alice. Un tragico destino. Una tragedia enorme. Mostruosa. Che queste ore siano di riflessione per coloro che, sollecitati invano da due anziani genitori disperati, non sono voluti intervenire in loro soccorso. Che ogni minuto che passa sia per loro un peso sulla coscienza con il quale dover fare i conti”.