Natalia Cattelani: al primo posto la famiglia, poi lo gnocco fritto

Natalia Cattelani è da più di dieci anni una presenza fissa a "La prova del cuoco", ha scritto sette libri, ha quattro figlie, un marito ed un blog. Il suo segreto? "Se ci credi, si avvera"

Foto di Irene Vella

Irene Vella

Giornalista televisiva

Scrive da sempre, raccogli emozioni e le trasforma in storie. Ha collaborato con ogni tipo di giornale. Ha fatto l'inviata per tutte le reti nazionali. È la giornalista che sussurra alle pasticcerie e alla primavera.

Io e Natalia siamo “amiche” su Facebook dal 2010, siamo state anche autrici della stessa casa editrice, lei con le sue meravigliose ricette, io con Sex and the cake, libro dove insegnavo come “acchiappare” le varie tipologie di maschi in basi ai dolci. La mia carriera poi ha preso tutto un altro percorso, la sua invece è rimasta perfettamente inserita in quel contesto, perché per lei il cibo non è solo un mezzo di sostentamento, è amore, è passione, è comunicazione. Lo si capisce anche dai suoi profili social, dal suo longevo blog, nato nel 2008, Tempo di cottura, che per lei preparare una torta, o impastare una pizza non sia solo un modo per mettere in tavola la sua famiglia, o acchiappare i like, ma una dimostrazione d’amore. Come la sua vita, un incastro perfetto di emozioni: dalla laurea in giurisprudenza nel cassetto, all’incontro con il futuro marito, cardiologo e nutrizionista, alla nascita delle prime due figlie, ai sogni realizzati, e poi quando tutto sembrava ormai scritto, l’arrivo di altre due bambine, ed una chiamata in Rai a “La prova del cuoco”, che l’ha fatta conoscere ed apprezzare a livello nazionale, e della quale è diventata ospite fissa. Nel frattempo ci sono stati libri pubblicati, una trasmissione in Giappone come coprotagonista “Super casalinga al mondo” e collaborazioni con i brand più famosi. Ma il segreto di questa meravigliosa donna dal sorriso luminoso è proprio quello di essere rimasta sempre se stessa, di non essersi allontanata di un centimetro dalla sua idea iniziale, ma anzi di averla nutrita e coccolata come si fa come un figlio, ed anche se adesso è passato un po’ di tempo, Natalia è la stessa ragazzina che, quattordicenne, invitava gli amici nella taverna dei genitori per cucinare loro il famoso gnocco fritto, la cui ricetta della nonna aveva preziosamente trascritto nei suoi primi diari. In esclusiva per le lettrici di DiLei questa è la sua storia.

Chi è Natalia Cattelani?
Sono una donna, una moglie, una mamma che ha sempre amato riprodurre i piatti che vedeva preparare. Il mio primo ricordo legato alla cucina è un quadernino di quarta elementare dove ricopiavo freneticamente le ricette della nonna, o quelle della mamma, sognando un giorno di poterle sperimentare anche io. Con l’acquisto della nuova casa da parte dei miei genitori ho realizzato il mio desiderio: nella taverna c’era una cucina che potevo utilizzare e sono iniziati gli inviti dei miei amici, mia sorella organizzava i pomeriggi ed io preparavo da mangiare. È stato forse in quel preciso momento che ho capito quanto mi piacesse ricevere e realizzare piatti per tutti, e quanto mi gratificasse riuscire a soddisfare tutti i palati dei presenti, anche se inizialmente ho combinato qualche disastro, ma come dice il proverbio? “chi non fa, non falla”, ed io ho continuato ad alimentare questa mia passione parallelamente allo studio, ed insieme agli esami di giurisprudenza, frequentavo corsi di cucina. A quei tempi non esisteva internet, e l’unico modo per apprendere era quello. Ed ho imparato non solo ascoltando, ma anche rubando con gli occhi i segreti degli chef, è stata davvero un’ottima scuola.

Ti sei trasferita da Sassuolo a Roma per amore…
Quando mi sono trasferita non è stato facile agli inizi perché mi sono ritrovata da sola con due figlie in una grande città, con un marito sempre assente, spesso anche di notte. È stato intenso, molto impegnativo ma tutto molto naturale. Cucinavo per loro, mi sono sbizzarrita a creare feste, coinvolgere le amichette, la mia casa era sempre un’officina di idee in continuo svolgimento. In quel periodo ho deciso di condividere qualcosa anche con i bambini meno fortunati, preparando per cinque anni (gli anni della scuola elementare) torte di compleanno per gli ospiti dell’istituto San Giuseppe qui a Roma, una gioia incredibile più per me che per loro, ogni settimana si festeggiava con una torta. Ricomincio a pensare a come far diventare un lavoro la mia passione, ne parlo con una mia amica, cucinare piace anche a lei, così decidiamo di aprire una scuola di cucina itinerante. Le cose vanno talmente bene che pensiamo di cercare un posto tutto per noi. E dopo due anni ed altre due figlie il sogno si realizza. Ma non avevo fatto i conti con la volubilità del genere umano, e così all’improvviso la mia socia mi molla, ed io non riesco a portare avanti tutto da sola, il sogno si infrange con la realtà.

A questo punto nasce il blog
Anche con quattro figlie e le giornate sempre incasinate, la mia passione viaggia con me, penso a come fare per poter incastrare la gestione familiare con l’amore per la cucina. Era il 2008, in rete si trovavano i primi blog, ma erano quasi tutti gestiti da ragazze, che non avevano il problema del tempo. Mi sono detta che un posto dove trovare ricette veloci e gustose per soddisfare le richieste dei figli avrebbe potuto riscuotere successo. Nasce Tempo di cottura, che nel giro di un anno diventa un punto di riferimento per tantissime persone che mi seguono e mi scrivono. Un giorno nella mail trovo un messaggio dalla redazione della trasmissione La prova del cuoco. All’inizio mi sembra uno scherzo, invece la redattrice mi contatta per sapere qualcosa in più di me, ha guardato il blog, per la stagione 2009 cercano una persona capace di cucinare in studio con tre bambini, una mamma cuoca, mi chiede la disponibilità per un provino. Immaginate il mio tuffo al cuore quando a luglio mi chiamano per “provarmi” davanti alla telecamera e scopro di doverlo fare all’interno di quella che era stata la mia scuola di cucina. Ho saputo di essere stata scelta solo a settembre, non ero mai entrata in uno studio televisivo. Da quel momento non ne sono mai uscita.

Come nascono i tuoi libri?
Nei libri scrivo quello che so fare. Rappresentano tanto del meglio di me, di ciò che amo realizzare, esprimere e condividere con entusiasmo. Tutte le ricette mi appartengono e so di saper trasmettere perché fanno parte di me, della mia vita in cucina, della mia curiosità e del mio sapere. Un libro deve stimolare prima di tutto me, non sono capace di scrivere tanto per fare o perché  “non sei un autore se non sforni un libro all’anno”. Non voglio riportare sempre le solite ricette trascritte in modo diverso, ho una responsabilità nei confronti dei miei lettori e dei miei follower, così scrivo quando ho qualcosa da dire.

Natalia Cattelani e le sue splendide figlie
Fonte: Natalia Cattelani
Loro sono Silvia, Chiara, Laura ed Elisa

Le tue figlie cucinano con te?
Le ho sempre coinvolte, fin da piccole, per loro era un gioco un divertimento. Ora solo per due di loro la cucina è interesse e passione, tutte però collaborano quando chiedo un aiuto, siamo una bella squadra, c’è chi si presta ad apparire con me (di solito Laura che è molto spigliata e non teme di mettersi in mostra), oppure chi preferisce stare dietro alla quinte e riprendere (Chiara mi segue nelle dirette social), con Elisa abbiamo provato ad entrare nel mondo di TikTok, ma ora è impegnata con la scuola e preferisce dipingere ed è giusto così.

Sei molto seguita sui social, qual è il tuo punto di forza?
Mi piace proporre cose semplici, ma ben fatte, senza tralasciare gusto e presentazione. Sono curiosa quindi amo anche portare quel guizzo di novità. Le mie ricette non sono solo buone da mangiare, ma anche belle, tutti possono prepararle perché spiego passo passo la loro esecuzione, ci sono sempre, rispondendo personalmente ai  messaggi e richieste di aiuto. Sono sui social la stessa persona che sono in casa, faccio vedere quello che farei davvero ad esempio a Natale, a pranzo e a cena. Sono una donna estremamente pratica, non amo perdere tempo ne farlo perdere agli altri, predico la scelta di buoni ingredienti, condividendo i miei acquisti. Ho un pubblico molto esigente che sa cucinare e quindi devo sempre studiare per proporre novità e trucchetti che semplificano la vita in cucina e io ne so qualcosa perché ho quattro figlie.

Cosa ti differenzia dalle altre foodblogger?
Forse la differenza con le altre è che io non lo sono, o almeno non sono propriamente quella che comunemente si intende con questa parola, non vado in giro a descrivere le cucine degli altri,a raccontare di imprese e di brand, a farmi conoscere dalle agenzie o a partecipare a contest, rimango nella mia cucina a cucinare Il mio focus è la mia vita. Vuoi sapere il colmo? Forse proprio per questo non rientro mai nelle classifiche delle foodblogger, nonostante abbia numeri ben più alti di alcune mie colleghe. Non sono nemmeno considerata tale, nonostante la mia esperienza sia arricchita dalla presenza in tv e dalla scrittura di ben 7 libri di cucina.

Cosa consiglieresti a chi volesse seguire le tue orme?
Di pensarci bene e riflettere su queste domande: ho qualcosa da raccontare? ho esperienza in qualche ambito culinario? Ho qualcosa di mio, che deve essere davvero mio, non la copia di quello di un altro, da condividere? Ho un sogno, un traguardo da raggiungere? Voglio imparare qualcosa e coinvolgere una community? Come penso di raccontarlo, a chi mi rivolgerò? Pensaci ancora…Se hai risposto a tutte le domande sì, allora apri un blog e inizia, sarà faticoso, ma bellissimo.

Ci aiuti con il menù di Capodanno?
Come antipasto una bella corona di sfoglia con salmone, da portare in tavola o mangiare anche in piedi sorseggiando un calice di prosecco o champagne. A tavola come primo piatto potremmo servire delle mini lasagne di zucca e formaggio (si preparano prima e basterà infornarle mentre prendiamo l’antipasto) Per secondo non possono mancare lenticchie e cotechino che vi propongo in versione involtino con la pasta fillo, accompagnati da un paio di salsine, sarà un modo insolito per mangiare un piatto tradizionale ma anche questo molto divertente. Questi involtini sono pratici anche se rimandati alla mezzanotte, in alcune zone lenticchie e cotechino si mangiano all’inizio del nuovo anno e questi saranno perfetti perché non richiederanno di nuovo l’apparecchiatura ma basterà poggiarli su un piattino. Il dolce poi deve essere scintillante. Una torta semifreddo vulcano spolverata con zucchero dorato e una bottiglia di asti dolce completerà la nostra cena in attesa di festeggiare il nuovo anno.

Tanti auguri