Alice Sotero, mamma e oro olimpico: “È stato il mio anno più duro”

Ma ce l'ha fatta a ottenere tutti i risultati. Alice Sotero ci racconta come passa le sue giornate tra allenamenti e sua figlia Ginevra e della sua collaborazione con Bosca

Foto di Federica Cislaghi

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Atleta della Nazionale italiana di Pentathlon Moderno, oro olimpico, mamma e brand ambassador, questa è Alice Sotero, un simbolo per le donne italiani di inclusività, tenacia, originalità ma con un attaccamento per la tradizione.

Già a quattro anni nasce in lei la  passione per lo sport che, insieme a molta determinazione, la porta nel 2011 a esordire nella Nazionale italiana per poi debuttare nel 2014 nelle prove di Coppa del Mondo assolute dove, grazie ad una serie di bene prestazioni, si qualifica per le olimpiadi di Rio de Janeiro 2016, dove otterrà un ottimo settimo posto che la proietterà verso un quinquennio di soddisfazioni personali, a cominciare dai podi in coppa del mondo di Sofia, Los Angeles e Il Cairo, fino alla vittoria in Polonia nel 2017.

Successi costruiti con talento, coraggio e fatica, tra Roma e Asti, dove infine ha scelto di allenarsi insieme allo staff tecnico che ha visto i suoi esordi, e che hanno maturato in Alice la consapevolezza del suo valore e dei suoi obiettivi proiettando verso la qualificazione alle olimpiadi di Tokyo dove, nell’agosto del 2021, con una ottima prestazione, ha eguagliato il miglior risultato italiano di sempre nel Pentathlon Moderno femminile, classificandosi al quarto posto, a un soffio da una medaglia, dopo aver lottato fino all’ultimo metro in una gara avvincente che l’ha vista sempre protagonista, regalando emozioni e sogni alla sua città e tanti giovani che praticano sport sognando i cinque cerchi olimpici.

Alice Sotero
Fonte: Ufficio stampa
Alice Sotero

Al rientro da Tokyo decide di concentrarsi sulla famiglia e rimarrà presto incinta della primogenita Ginevra, subito dopo il parto riprende con determinazione gli allenamenti con obbiettivo le qualificazioni per la terza olimpiade. Obbiettivo centrato, con il migliore risultato in carriera, agli ultimi giochi europei di Cracovia dove conquista l’oro.

A noi ha raccontato come riesce a fare tutto questo, a essere madre e atleta, come è cambiata la sua vita dalla nascita di Ginevra e quali sono i suoi obiettivi ai quali brinda con le bollicine, naturalmente di Bosca di cui è brand ambassador, perché “anticonformismo” e “inclusività” sono i valori insiti nel DNA Bosca. L’attitudine alla ricerca di nuove proposte da affiancare agli spumanti (Metodo Classico e Metodo Charmat), per avvicinare al mondo delle bollicine un pubblico più ampio, la si deve al suo fondatore Pietro Bosca che nel 1831 iniziò il proprio viaggio.

Ti sei qualificata alle Olimpiadi 2024 a pochi mesi dal parto, deve essere stata una grandissima soddisfazione, ma immagino che avrai dovuto fare molti sacrifici?
Quest’anno è stato un anno durissimo, forse nella mia carriera sportiva il più duro in assoluto. Da quando è nata Ginevra mi è cambiata completamente la prospettiva di vita, mentre gli anni passati lo sport veniva prima di tutto e il mio impegno era focalizzato al 100% sul fare l’atleta, ora la piccola viene prima di ogni cosa. I primi sei mesi sono stati in assoluto i più difficili, dovevo gestire l’allattamento di Ginevra quindi portarla sempre con me e avevo paura che non fosse idoneo per lei seguirmi in tutto ciò che facevo, invece si è sempre dimostrata a suo agio nel tipo di vita che facevamo, quindi pian piano mi sono tranquillizzata e abbiamo preso ritmi che mi consentivano di allenarmi al meglio e vedere lei molto serena. Non sono mancate ovviamente giornate in cui ero stravolta da una nottata in bianco e dagli allenamenti, raccoglievo quello che potevo, o giorni in cui Ginevra è stata male e gli allenamenti saltavano perché volevo stare a casa con lei. Però i giorni dopo tornavo sul campo e recuperavo il tempo perso, cercando di non abbattermi mai quando qualcosa andava storto.

Come trovi l’equilibrio tra il tuo essere madre e atleta? Ci racconti la tua giornata tipo?
L’equilibrio del mio essere mamma e atleta è un po’ instabile, ci sono giorni in cui vado a Torino e sto via quasi tutto il giorno per gli allenamenti e riesco a ritagliarmi poco tempo per stare con Ginevra e sono i giorni più difficili per me, a volte vengo assalita da dubbi e incertezze come quelli di aver poco tempo da dedicarle o non svolgere bene il mio ruolo di mamma, altri giorni in cui ho meno allenamenti e ho più tempo da dedicare a lei e in quei giorni penso di essere fortunata a fare questo tipo di vita perché posso giostrare le mie giornate in modo da passare più tempo possibile con lei e vederla crescere, ho tipo un contrasto interiore che a volte non mi rende completamente serena nel ruolo di mamma. Le giornate iniziano con gli allenamenti del mattino, cerco di essere sempre a casa per il pranzo di Ginevra e riattacco al pomeriggio. Tre volte a settimana vado a scherma a Torino e torno la sera tardi, in quei casi si occupano di Ginevra o il mio compagno o i nonni.

Alice Sotero
Fonte: Ufficio stampa
Alice Sotero

È cambiato il tuo modo di allenarti dopo la nascita di Ginevra?
Ho dovuto cambiare parecchio il modo di allenarmi dopo la nascita di Ginevra. Innanzitutto è cambiato il fatto che prima magari terminato l’allenamento rimanevo molto a chiacchierare con i miei compagni o con gli allenatori, ora invece torno subito a casa da lei. Fisicamente inoltre dopo il parto sono cambiate molte cose, la mia schiena è molto più debole e cerco di salvaguardarla in palestra  facendo preparazione atletica due volte a settimana, cosa che prima non facevo. Stiamo molto più attenti agli infortuni perché sappiamo che la costanza negli allenamenti è la nostra arma più grande quindi cerchiamo di bilanciare molto di più le discipline e se un giorno dovessi essere troppo stanca o avessi qualche problema in casa, i miei allenatori sono stati bravissimi a darmi la tranquillità che serve per riprendere gli allenamenti il giorno dopo senza recriminarmi nulla.

Ginevra verrà con te a Parigi?
Stiamo organizzando di portare Ginevra a Parigi. Ogni volta che viene alle gare con me devo far spostare tutta la famiglia perché il mio compagno è anche uno dei miei tecnici quindi seguendo me in gara non riuscirebbe a badare a Ginevra. Però i miei genitori verranno e con loro verrà anche la piccola. Io sono molto più tranquilla in gara quando lei è con me, anche quando le cose non vanno come vorrei mi strappa un sorriso che mi rimette in carreggiata e poi fin ora mi ha portato sempre bene!

E se la tua bimba volesse diventare un’atleta come te?
Spero che mia figlia possa fare quello che più desidera nella sua vita. Io sono molto grata ai miei genitori perché mi hanno sempre supportata in quello che faccio e lo stanno facendo tutt’ora dandomi una grossa mano con Ginevra. E se vorrà fare l’atleta saremo lì pronti a tifare per lei!

Quando è nata la tua collaborazione con Bosca? E cosa significa essere per te esserne brand ambassador?
La mia collaborazione con Bosca è nata al ritorno dalle Olimpiadi di Tokyo in un momento un po’ particolare per me. Ero appena tornata dalle vacanze post olimpiche ed avevo appena scoperto di essere incinta. Un po’ rammaricata ricordo di aver chiamato Pia Bosca, CEO dell’azienda, ed averle comunicato la notizia. Con mio grande stupore mi ha subito risposto che potevamo andare avanti con la collaborazione, che per loro non era assolutamente un problema. Ho conosciuto Polina Bosca, CMO dell’azienda, e siamo subito partiti! Questo gesto oltretutto mi ha dato grande fiducia in quello che stavo facendo e l’ho apprezzato moltissimo. Bosca è una casa spumantiera con quasi due secoli di storia, da sempre attenta a sostenere il territorio e le sue realtà, anche in ambito sportivo. Sono davvero onorata di essere loro brand ambassador e quando mi si è presentata l’opportunità ero al settimo cielo. Nel nostro sport difficilmente si trovano aziende che ti supportino nel tuo cammino agonistico perché è uno sport poco conosciuto, sono stata del tutto esterrefatta dalla notizia e allo stesso tempo un po’ intimorita dal fatto di non essere all’altezza del ruolo affidatomi. Ma tutti loro sono sempre stati bravissimi a mettermi sempre a mio agio!

Anticonformismo, inclusività, tradizione e originalità sono i valori di Bosca ma se non sbaglio rappresentano anche il tuo percorso di vita e professionale: in che modo?
Sì, mi rispecchio molto in questi valori. Probabilmente hanno anche deciso di accompagnarmi nel cammino di mamma atleta perché nel mio sport è una cosa del tutto nuova, quasi una sfida, sicuramente una scelta non convenzionale.  Sono stata aiutata moltissimo dalla mia famiglia e dai loro racconti per tornare subito a lavoro sui campi, hanno cercato di trasmettermi una tradizione famigliare in cui mia mamma e mia nonna sono tornate subito a lavorare dopo le gravidanze e la stessa cosa ho cercato di fare io sotto la loro guida attenta e precisa, mi hanno supportato molto dopo la nascita di Ginevra insegnandomi come muovermi con quella piccola creatura. Proprio come Bosca sono legata moltissimo al mio territorio, a casa mia, mi capita spesso di non partecipare a collegiali bellissimi in altre nazioni ma sento che ciò che mi lega alla mia città mi da anche tanta fiducia e tranquillità durante gli allenamenti.

In quali occasioni non possono mancare per te le bollicine?
Ovviamente il momento in cui non possono mancare le bollicine è quando festeggio una medaglia e per fortuna quest’anno non sono mancate le occasioni! Parlando di inclusività mi viene in mente l’inizio della mia collaborazione con Bosca: in quel periodo ero ancora incinta ma durante il nostro incontro mi hanno offerto delle bollicine analcoliche e ho potuto brindare comunque!

I tuoi prossimi obiettivi come donna e come atleta?
Come donna e come mamma ho imparato a vivere un po’ alla giornata, cerco di dare il meglio che posso in entrambi i ruoli. Sosterrò una parte invernale di allenamento molto intenso ed inizierò la stagione con le coppe del mondo, una delle quali si terrà in Italia a Roma, alla quale spero di riuscire a farmi trovare pronta per fare bella figura in casa e poi tutta la preparazione sarà in vista delle Olimpiadi di Parigi. Come mamma spero di riuscire a mantenere un sano equilibrio tra lavoro e famiglia, che mi darà la tranquillità per affrontare tutto nel miglior modo possibile e di vedere Ginevra come la bimba raggiante e felice che vedo ora.