Microplastiche e lavatrice: come ridurre la plastica nel bucato

Il lavaggio in lavatrice contribuisce a immettere microplastiche nell’ambiente: ecco perché succede e come possiamo evitarlo

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Tatiana Maselli

Erborista ed Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze e Tecnologie Erboristiche, ambientalista e appassionata di alimentazione sana, cosmesi naturale e oli essenziali, scrive per il web dal 2013.

Pubblicato: 19 Agosto 2022 12:55

Microplastiche nel bucato

Il nostro Pianeta è ormai invaso dalle microplastiche, minuscole particelle di plastica che si trovano nel terreno, nei corsi d’acqua, nei mari e negli oceani e depositate nelle rocce. Le conseguenze sugli ecosistemi e sulla nostra salute non sono ancora del tutto chiarite ma si può facilmente intuire come la plastica possa nuocere all’ambiente, agli animali e a noi esseri umani. La maggior parte di queste particelle finiscono nell’ambiente a causa dell’erosione degli pneumatici e dai rifiuti di plastica ma anche le lavatrici contribuiscono a immettere microplastiche nell’ambiente, che derivano soprattutto dai tessuti dei nostri abiti. Gli esperti stimano che ognuno di noi immetta circa 66 grammi di microplastiche all’anno solo attraverso l’uso della lavatrice, l’equivalente di tredici carte di credito. Attraverso alcuni accorgimenti possiamo però ridurre, se non proprio eliminare, la quantità di plastica nel bucato.

Bucato senza plastica

Vediamo qualche consiglio utile per ridurre la plastica nel bucato per fare bene a noi e all’ambiente e risparmiare anche denaro.

Meglio le fibre naturali

Per eliminare o quantomeno ridurre le particelle di plastica che finiscono nello scarico durante il lavaggio in lavatrice, un primo e fondamentale consiglio è quello di scegliere abiti privi di plastica. Le microplastiche nel bucato derivano infatti perlopiù dalle fibre sintetiche usate per produrre i vestiti, come l’elastan, il nylon, il poliestere. Per ridurre la plastica nel bucato meglio agire a monte, acquistato abiti e biancheria in cotone, lino, canapa e altre fibre naturali. Oltre a inquinare meno in fase di lavaggio, la produzione di questi tessuti può essere più sostenibile e di sicuro indossarli garantisce traspirabilità e comfort maggiori.

Borse per il bucato

Come ridurre le microplatiche nel bucato se si utilizzano abiti in fibre sintetiche, come l’abbigliamento sportivo? In questo caso si possono usare delle borse da bucato in cui inserire top, reggiseni, leggins e altri indumenti usati per l’allenamento. Si tratta di normali sacchetti in tessuto che non rilasciano microplastiche in fase di lavaggio e che riescono a trattenere, almeno parzialmente, le microplastiche che si liberano dai tessuti sintetici. Le particelle trattenute sono quelle di dimensioni maggiori, mentre le più piccole riescono comunque a passare, ma la quantità di frammenti di plastica che finisce nello scarico è comunque inferiore usando un sacchetto o borsa per il bucato.

Fare meno lavatrici

Un altro consiglio per ridurre la quantità di plastica quando si lavano i vestiti è quello di fare la lavatrice meno spesso. Molte persone utilizzano la lavatrice con grande frequenza, due o più volte a settimana, ma un abito non ha bisogno di essere lavato dopo un solo utilizzo. Ovviamente fanno eccezione gli abiti da lavoro, la biancheria intima, i vestiti dei bambini e quelli usati nell’attività fisica, che necessitano di essere lavati per ovvi motivi. In molti casi però i vestiti non sono così sporchi ed è sufficiente far prendere loro aria, così da poterli indossare almeno in un’altra occasione. Fare meno lavatrici riduce la plastica ma anche il consumo di acqua e di energia, con un risparmio anche economico. Inoltre, meno lavaggi permettono anche di far durare più a lungo i vestiti.

Il programma di lavaggio giusto

I programmi di lavaggio non sono tutti uguali e alcuni comportano un’immissione maggiore di plastica nell’ambiente. Sembra strano, ma uno dei programmi della lavatrice che rilascia più microplastiche è quello delicato. I programmi che ne rilasciano meno sono invece quelli con cicli più brevi e a basse temperature che consentono anche di risparmiare acqua ed energia elettrica.

Attenzione al detersivo

Anche il detersivo della lavatrice può contribuire all’inquinamento da microplastiche. La maggior parte dei detersivi in commercio sono accusati di contenere polimeri sintetici, oltre a sbiancanti ottici e a fragranze che finiscono nell’ambiente durante il lavaggio e difficilmente biodegradabili. Per un bucato senza microplastiche meglio dunque scegliere un detersivo ecologico, possibilmente certificato: il prezzo è un po’ più elevato, ma il costo ambientale decisamente inferiore.

Eliminare l’ammorbidente

L’ammorbidente serve a rendere gli abiti e la biancheria più morbida e più profumata, ma contribuisce a una maggiore erosione dei tessuti in fase di lavaggio. Di conseguenza, durante la lavatrice si immettono maggiori quantità di fibre e gli abiti si rovinano più velocemente. Oltre alle microplastiche, l’uso dell’ammorbidente rilascia nell’ambiente anche diverse sostanze di sintesi. L’uso dell’ammorbidente è diminuito negli ultimi anni: sebbene esistano alternative ecologiche, molte persone hanno iniziato a diminuirne l’utilizzo soprattutto per irritazioni cutanee, accorgendosi poi che l’ammorbidente non è così indispensabile per il bucato. Alcune persone sostituiscono l’ammorbidente con soluzioni a base di acqua e acido citrico o di acqua e aceto, ma anche se non si utilizzano alternative all’ammorbidente, il bucato risulta morbido, pulito e profumato ed è solo questione di abitudine.