Carlo Taormina, avvocato: biografia e curiosità

Carlo Taormina è un politico e giurista italiano. È stato sottosegretario del Ministero degli Interni e ha seguito casi delicati come la strage di Ustica

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Stefania Bernardini

Giornalista

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv prevalentemente di cronaca, politica, economia e spettacolo.

Carlo Taormina è un noto avvocato e politico italiano noto sui media per essersi occupato di casi delicati come la strage di Ustica, gli omicidi di Marta Russo e di Yara Gambirasio e il delitto di Cogne. Ha rappresentato come legale personaggi come Giulio Andreotti, alcuni imputanti di Tangentopoli, Vincenzo Muccioli fondatore della comunità di San Patrignano e il boss della Sacra corona unita Francesco Prudentino. Ha iniziato a occuparsi di politica tra le fila di Forza Italia arrivando a diventare deputato e poi, per un breve periodo, Sottosegretario di Stato al Ministero degli Interni. Si è poi ritirato dal campo per tornare con il Movimento 5 stelle, poi ha fondato un nuovo movimento “Italia libera” con esponenti di Forza Nuova. La biografia, la carriera e la vita privata di Carlo Taormina.

La carriera legale

Carlo Taormina nasce a Roma il 16 dicembre del 1940 e si laurea in giurisprudenza all’università La Sapienza di Roma. Diventa avvocato e lavora inizialmente per vari studi legali prima di decidere di entrare in magistratura. La burocrazia giudiziaria non lo affascina e torna a esercitare la libera professione per essere più libero di seguire le sue piste e i suoi interessi. Oltre a lavorare come legale, nel 1975 diventa, dopo regolare concorso, professore ordinario presso la cattedra di Procedura penale della facoltà di giurisprudenza di Macerata. Tra i casi di cui si occupa ci sono importanti procedimenti giudiziari, tra i più importanti in Italia come la strage di Ustica. Indifferente all’opinione comune, difende gli ufficiali e i sottufficiali accusati di aver nascosto elementi utili a stabilire le cause dell’incidente aereo che il 27 giugno del 1980 si è inabissato nel Mar Tirreno meridionale e nel quale hanno perso la vita a 81 persone.

Tangentopoli e le fosse Ardeatine

Nella prima metà degli anni Novanta, quando scoppia la cosiddetta vicenda giudiziaria di Tangentopoli nota anche come Mani Pulite, Carlo Taormina è il legame di vari imputati tra cui Bettino Craxi. Le sue dichiarazioni contro i “giudici giustizialisti” sono rimaste famose e gli hanno attirato molte antipatie, soprattutto da parte della sinistra. Difende in seguito l’ex capitano delle “SS” Erich Priebke nel processo per l’eccidio delle Fosse Ardeatine. L’agente della Gestapo è stato condannato all’ergastolo per aver partecipato alla pianificazione e alla realizzazione dell’uccisione di 335 civili e militari italiani, prigionieri politici, ebrei o detenuti comuni. Per Taormina il suo assistito non sarebbe stato punibile perché “ubbidì a un ordine da lui ritenuto legittimo e per questo dopo tanti anni non si è pentito, ma ha valutato il fatto come un orrore”.

Gli altri casi famosi dell’avvocato Carlo Taormina

Nel corso della carriera Carlo Taormina è protagonista di altri importanti casi di cronaca che hanno ampia risonanza tra l’opinione pubblica. Uno di questi è l’omicidio di Marta Russo, la studentessa ferita (e poi morta qualche giorno dopo) da un colpo di pistola all’università La Sapienza di Roma il 9 maggio del 1997, durante il procedimento l’avvocato presenta un esposto contro i magistrati inquirenti, pur non avendo legami con la difesa degli imputati Scattone, Ferraro e Liparota. Taormina denuncia i pm Italo Ormanni e Carlo La Speranza per una registrazione dell’interrogatorio di Gabriella Alletto, in cui sembra non siano stati rispettati i diritti del testimone e le procedure canoniche. Qualche anno dopo, sostituisce il professor Carlo Federico Grosso nella difesa di Annamaria Franzoni nel noto delitto di Cogne. Poi è il difensore di Gianluca Preite nel caso sull’omicidio a Baghdad dell’agente del Sismi Nicola Calipari e compare nel caso sull’uccisione di Yara Gambirasio. Riguardo quest’ultima inchiesta, seppur non membro del collegio difensivo, Taormina presenta come privato cittadino un’istanza di riesame del DNA, al fine di ottenere la revisione del processo per la condanna all’ergastolo di Massimo Giuseppe Bossetti. È inoltre stato legale di Vincenzo Muccioli, fondatore della Comunità di San Patrignano; di Giulio Andreotti; del boss della Sacra corona unita Francesco Prudentino; del neofascista Franco Freda; di Mario Placanica, carabiniere accusato dell’omicidio di Carlo Giuliani al G8 del 2001; dei politici Nicola Di Girolamo e Franco Fiorito; del leader di Forza Nuova Roberto Fiore e di Cateno De Luca.

L’attività politica con Forza Italia

Nel 1996 Taormina affianca al quella legale anche l’attività politica candidandosi in Forza Italia alla Camera nel collegio di Roma Monte Sacro in rappresentanza del Popolo delle Libertà, ma viene sconfitto. Nella XIV legislatura, dal 2001 al 2006, è deputato di Forza Italia con il ruolo di vice capogruppo del partito alla Camera. Il suo mandato non viene rinnovato nella XV legislatura. Per un breve periodo nel 2001, l’avvocato è anche sottosegretario al Ministero degli Interni nel Governo Berlusconi II. Da tale incarico si dimette dopo solo sei mesi, quando la stampa fa notare che il suo ruolo di sottosegretario delegato “per le materie relative al coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, e al coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime di reati di tipo mafioso” era in conflitto d’interessi con l’esercizio della difesa legale a favore di vari imputati per vicende di mafia e in processi penali in cui lo Stato si era costituito parte civile. In particolare fa scalpore l’episodio in cui si presenta in veste di legale difensore del boss della Sacra corona unita Francesco Prudentino, accompagnato dalla scorta che gli spettava in quanto sottosegretario al Ministero degli Interni. Negli anni a Montecitorio, Taormina è anche l’estensore della legge ad personam sul legittimo sospetto ed è presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi. Questo ultimo ruolo desta polemiche in quanto l’avvocato è accusato di aver usato i poteri inquirenti per controllare i lavori dell’altra Commissione, quella sull’affare Telekom Serbia, di cui era ugualmente membro. Nel settembre 2003, a seguito delle inchieste de La Repubblica, ha fatto ammenda e annunciato il proprio ritiro dalla vita politica. È comunque rimasto in Parlamento fino al 2006.

La successiva attività politica

Nel marzo 2016 Taormina annuncia la propria iscrizione al Movimento 5 Stelle, che aveva già sostenuto alle elezioni europee del 2014. Taormina specifica però di non voler rientrare nella politica attiva e di voler proseguire la propria carriera di avvocato, sostenendo il movimento di Beppe Grillo solo come cittadino. Nel 2017 partecipa a “Italia a 5 Stelle“, festa ufficiale del movimento, venendo contestato da alcuni attivisti. In seguito alla nascita del Governo Conte II Taormina lascia l’M5S, essendo contrario all’alleanza con il Partito Democratico. Il 14 dicembre 2020 annuncia la nascita del movimento “Italia Libera” insieme a esponenti di Forza Nuova, i No Mask e i Gilet Arancioni dell’ex generale dei carabinieri Antonio Pappalardo. Il 2 agosto 2022 annuncia la sua candidatura alle elezioni politiche con “Sud chiama Nord” di Cateno De Luca come capolista nel Lazio.

La condanna per discriminazione

Nonostante abbia sostenuto opinioni liberali come l’istituzione delle unioni civili omosessuali, durante la sua attività politica, nel 2013, al programma “La Zanzara” ha rilasciato alcune dichiarazioni di carattere omofobo dicendo di di non voler assumere dei dipendenti o collaboratori omosessuali all’interno del proprio studio di avvocati. A seguito del ricorso presentato per tali frasi dall’associazione Avvocatura per i diritti LGBTI – Rete Lenford, il tribunale del lavoro di Bergamo ha ritenuto che le espressioni di Taormina fossero, in quanto discriminatorie verso gli omosessuali, idonee a dissuadere determinati soggetti dal presentare le proprie candidature allo studio professionale e, quindi, atte a ostacolare il loro accesso al lavoro o a renderlo maggiormente difficoltoso, in violazione delle norme a tutela della parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro. L’avvocato è quindi stato condannato a pagare 10.000 euro a titolo di risarcimento del danno, sentenza confermata anche in Appello. Taormina ha poi presentato un ulteriore ricorso alla Corte suprema di Cassazione la quale ha coinvolto la Corte di giustizia dell’Unione europea che in data 23 aprile 2020 ha confermato la condanna e il pagamento dei 10.000 euro.

Vita privata e curiosità

Sulla vita privata di Carlo Taormina si sa molto poco, l’avvocato sarebbe sposato con una donna di nome Celestina da anni. Tra le curiosità, sul periodo da deputato, sottosegretario e avvocato di Berlusconi ha dichiarato: “molte cose che ho fatto in quel periodo non le rifarei più. Non ho imbarazzo a dire che ho vissuto una crisi morale, culminata quando ho visto come si stava strutturando l’entourage più ristretto del Cavaliere”. È stato opinionista calcistico a “Il processo di Biscardi” distinguendosi per la sua fede alla Roma e l’avversione per la Juventus. Nel 2009 si è scagliato contro Beppino Englaro e i magistrati di Udine per aver permesso la morte di Eluana Englaro, annunciando una denuncia per omicidio premeditato. Si è opposto al disegno di legge sul processo vreve, definendolo “Vergognoso, criminale, criminogeno e ridicolo”. Nel 2011 è stato nominato principe reggente di Filettino, comune del Frusinate il cui sindaco, in reazione alla manovra “taglia-comuni” dell’ultimo governo Berlusconi, ha avviato un movimento secessionista. In un’intervista al programma radiofonico La Zanzara risponde alla domanda «Qual è il più grande criminale che ha difeso?» dicendo che è stato un parlamentare della Democrazia Cristiana non più in vita e in politica.