Il villino Caprifoglio, la storia dell’edificio iconico rinato grazie a Luca Argentero

Rimasto chiuso al pubblico per alcuni anni, il villino Caprifoglio è ora tornato al suo splendore (per merito di Luca Argentero): ecco la sua storia

Foto di Giulia Sbaffi

Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Quando non è in giro o al pc, riempie di coccole i suoi amati gatti.

Sembra quasi uscire da una favola: si chiama “Il Caprifoglio”, ed è un grazioso villino su tre piani realizzato nel corso dell’800, nel cuore della città di Torino. Per molti anni ha assolto un’importante funzione sociale, ma di recente aveva veramente bisogno di una grande opera di restauro. Così, aveva chiuso i battenti al pubblico. E oggi, grazie a Luca Argentero e all’associazione di cui è vicepresidente, è tornato a rivivere in tutto il suo splendore. Scopriamo la storia del villino Caprifoglio e il suo futuro.

Dove si trova il villino Caprifoglio

Questo piccolo gioiellino architettonico si trova nel cuore di Torino, una delle città più affascinanti e ricche di storia del nostro Paese. Con il suo tetto spiovente in legno decorato da preziosi intarsi, l’intelaiatura scura che ne caratterizza ogni facciata e il basamento in pietra, è un edificio in stile eclettico che spicca – nonostante le sue modeste dimensioni – tra i palazzi del quartiere di San Salvario. Il villino Caprifoglio è situato in Viale Medaglie d’Oro 88, a due passi dal bellissimo Parco del Valentino, una delle aree verdi più importanti della città (che ha ospitato anche l’Eurovision Village nel 2022). E ora facciamo un balzo indietro nel tempo per scoprire qualcosa in più su di esso.

Il Caprifoglio, la storia del villino

La storia del villino Caprifoglio affonda le sue radici in un passato che, in fondo, non è poi troppo lontano. Venne costruito tra il 1887 e il 1893, ovvero nel periodo in cui il Parco del Valentino passò dall’essere un semplice giardino pubblico ad un vero e proprio capolavoro architettonico, impreziosito da decine di monumenti storici – tra cui il famoso Borgo Medievale e il suggestivo Monumento all’Artigliere. I documenti dell’epoca lo ricordano come già esistente nel corso dell’Esposizione Generale Italiana che si tenne al Valentino nel 1898, quando (per la sua posizione leggermente defilata rispetto al parco) venne adibito a postazione delle guardie.

Il villino, uno splendido edificio in stile eclettico con una complessa intelaiatura in legno e un tetto dalla cornice intarsiata, divenne poi la sede della Polizia a cavallo, che è sempre stata una delle peculiarità del Parco del Valentino – e lo è ancora oggi. Successivamente, il Caprifoglio venne destinato a molteplici scopi diversi: ospitò per un periodo una sottosezione dei Vigili Urbani, e fu un deposito attrezzi in uso al custode del parco. Fu solo nel 1934 che assunse il suo importante ruolo sociale, ovvero quando accolse la biblioteca chiamata il Giardino di Lettura di Alberto Geisser, dedicata al filantropo di origini svizzere che tanto diede alla città di Torino.

Villino Caprifoglio
Fonte: ANSA Foto
Il villino Caprifoglio

Aperta a tutti i cittadini, la biblioteca consentiva di prendere in prestito un libro e portarlo con sé in tutto il Parco del Valentino, per dedicarsi alla lettura in pieno relax nel bel mezzo della natura, con il solo obbligo di restituirlo alla chiusura. Purtroppo, nel 1944 il villino Caprifoglio venne danneggiato dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, che tuttavia non ne precluse il funzionamento. La biblioteca rimase aperta, a parte un breve periodo in cui vennero effettuati i lavori di ripristino da parte dell’amministrazione. Gestito dal Comune, il villino non ha più perso la funzione culturale e ricreativa, ospitando tante attività dedicate anche ai più piccoli – laboratori, giochi con i libri e letture ad alta voce.

Con il passare degli anni, però, il naturale degrado e l’assenza di un’efficiente manutenzione portarono alla rapida rovina degli elementi architettonici dell’edificio, sino a comprometterne la stabilità. Gli intonaci e le decorazioni lignee si presentavano parzialmente danneggiati, mentre all’interno vi erano importanti macchie di muffa, segni di umidità, pavimenti a rischio e distacco dei telai di porte e finestre. Per questo motivo, nel 2018 venne chiuso al pubblico: sembrava che questo splendido villino, con il suo prezioso carico di testimonianze storiche, fosse in procinto di andare perduto.

La ristrutturazione (con lo zampino di Luca Argentero)

Nell’ambito di un più ampio progetto di riqualificazione che riguarda tutto il Parco del Valentino, anche il villino Caprifoglio è tornato al suo splendore originario. Merito anche di Luca Argentero, che da anni è socialmente impegnato con l’associazione 1 Caffè, di cui è anche vicepresidente. Dopo una raccolta fondi che ha permesso di racimolare una cifra davvero sensazionale, hanno avuto inizio i lavori di ristrutturazione. E, nel novembre 2023, l’edificio ha riaperto i battenti: “Penso che sia un bel regalo per tutti i torinesi” – ha affermato l’attore, nel giorno dell’inaugurazione.

Oggi, il villino Caprifoglio si presenta ancora come un bellissimo edificio su tre piani, dai raffinati intarsi sul legno del tetto e dall’intelaiatura che crea disegni complessi. Al suo interno, è suddiviso in un ampio ingresso che porta all’unica, grande stanza del piano terra e in un’altra stanza che occupa tutto il piano superiore, oltre ad una porzione di sottotetto adibita a deposito. La ristrutturazione, che ha rimesso a nuovo i locali del villino, ha anche permesso l’abbattimento delle barriere architettoniche – tra cui i gradini d’accesso.

Villino Caprifoglio
Fonte: ANSA Foto
Il villino Caprifoglio

Il futuro del villino Caprifoglio

Cosa ne sarà adesso del villino Caprifoglio? Dopo un lungo periodo di chiusura e oltre un anno di lavori, l’edificio ha riaperto i battenti: sarà accessibile 5 giorni su 7, dalle ore 9:30 alle ore 18:00, oltre ad alcune aperture straordinarie che verranno decise di volta in volta. Manterrà ancora, almeno in parte, la sua funzione sociale con l’installazione di una piccola biblioteca disponibile per tutti i cittadini. Ma, questa volta, le sue stanze saranno adibite anche ad uno scopo più ampio, diventando la sede di Campo Base – il progetto di consulenza per gli enti del terzo settore dell’associazione 1 Caffè.

“Sarà un luogo dove le piccole associazioni vengono, come si fa in un campo base in montagna, per mettere a posto tutti i loro strumenti, per poi provare ad attaccare la vetta. Un vero e proprio co-working solidale. Diventerà un luogo dove tutti i nostri progetti fisici e territoriali prenderanno forma” – ha affermato Luca Argentero, orgoglioso di questa sua “creatura”. Secondo le previsioni, il villino Caprifoglio tornerà ad essere un punto d’incontro per moltissime persone. Si stimano almeno 10 fruitori al giorno, cosa che porterebbe ad accogliere circa 2.100 persone all’anno tra le sale di un edificio storico.