Castello di Sammezzano, 13 sale monumentali con decori pazzeschi e un parco vastissimo

In origine era una fattoria, oggi è un vero e proprio monumento storico: andiamo alla scoperta del Castello di Sammezzano e del suo enorme parco

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Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Quando non è in giro o al pc, riempie di coccole i suoi amati gatti.

Magnifiche decorazioni in stile orientalista, affreschi pregiati e sale immense, nonché un rigoglioso parco tra i più belli d’Italia: siamo nei pressi di Firenze, dove sorge il suggestivo Castello di Sammezzano. Appartenuto ad una delle più nobili famiglie della zona, è poi diventato un hotel ed infine è stato lasciato a se stesso, cadendo in abbandono. Oggi ha bisogno più che mai di un importante restauro, per non perdere il suo prezioso patrimonio. Ed è il FAI (Fondo Ambiente Italiano) ad occuparsene, grazie al suo programma “I Luoghi del Cuore”. Scopriamo questo bellissimo gioiello italiano e la sua storia.

Dove si trova il Castello di Sammezzano

Le campagne toscane ospitano un’antica dimora nobiliare di grandissimo pregio: stiamo parlando del Castello di Sammezzano, situato a Leccio. Quest’ultima è una piccola frazione del comune di Reggello, a non più di 30 km di distanza dalla città di Firenze. Insomma, alle porte della culla del Rinascimento si può ammirare un capolavoro architettonico che, purtroppo, è stato dimenticato quasi da tutti. Il castello sorge in un’ampia zona verde, a pochi passi dal corso del fiume Arno, ed è cinto da un bellissimo parco che ospita molte specie arboree.

Castello di Sammezzano, la storia

Castello di Sammezzano
Fonte: iStock | Ph. Gargolas
Il bellissimo Castello di Sammezzano

Quella che oggi appare come una meravigliosa dimora nobiliare (che sicuramente ha visto tempi migliori) nacque in maniera ben più modesta. Le sue origini si perdono nei secoli, tanto che si dice già in epoca romana il luogo fosse abitato. Addirittura, leggenda vuole che qui si sia fermato Carlo Magno di ritorno da Roma, dopo aver fatto battezzare suo figlio dal Papa. Di certo, la tenuta fu di proprietà di molti importanti nomi della zona, tra cui gli Altoviti e persino i de’ Medici. Nel 1605, la famiglia Ximenes d’Aragona la acquistò per poterci costruire una grande fattoria.

Della proprietà originaria oggi non rimane niente. Fu infatti Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona a stravolgere completamente la tenuta, tra il 1853 e il 1889: volle la realizzazione del Castello di Sammezzano, che divenne il più importante esempio di architettura orientalista in Italia. Nel corso degli anni, l’uomo fece ampliare la dimora aggiungendo nuove sale monumentali e diede ordine di realizzare un bellissimo parco a cingere il castello. Vi passarono molti ospiti illustri, e nel 1878 accolse persino Umberto I, all’epoca Re d’Italia.

La storia della tenuta di Sammezzano, tuttavia, è destinata – almeno per il momento – a non avere un lieto fine. Nel dopoguerra, il castello venne venduto ad una società che vi aprì un hotel di lusso. Fu in questo periodo, tra la metà e la fine del ‘900, che i suoi interni e i giardini meravigliosi vennero usati come location per numerosi film (tra cui Sono un fenomeno paranormale di Alberto Sordi), serie tv e video musicali. Quando l’hotel chiuse, tuttavia, il Castello di Sammezzano venne lasciato in stato di abbandono, sebbene non privato della sua incredibile bellezza.

Com’è oggi il Castello di Sammezzano

Una delle sale del Castello di Sammezzano
Fonte: iStock | Ph. greta6
Le preziose decorazioni del Castello di Sammezzano

Il passato più recente del castello non è molto incoraggiante: venne venduto all’asta nel 1999, ma lasciato ancora a se stesso senza alcun lavoro di restauro. Finì nuovamente al bando nel 2015, a causa dei problemi di liquidità della società che l’aveva precedentemente comprato, ma l’asta andò deserta. A questo punto intervenne il FAI, entrando così a far parte dei tanti beni culturali “dimenticati” che necessitano di protezione e salvaguardia per tornare al loro originario splendore. Una nuova asta, nel 2017, permise ad una società con sede a Dubai di aggiudicarsi la proprietà.

Tuttavia, il tribunale di Firenze decise di annullare la vendita, avvenuta per 14,4 milioni di euro, e il Castello di Sammezzano tornò alla società che lo gestiva in precedenza. Purtroppo, non è ancora stata trovata una soluzione per far sì che l’antica tenuta torni ai suoi fasti. Il FAI, nelle sue campagne di sensibilizzazione, apre periodicamente i battenti del castello invogliando turisti provenienti da tutt’Italia ad ammirare le bellezze che custodisce, raccogliendo nel frattempo fondi per poter finalmente iniziare gli urgenti lavori di restauro.

Gli interni e il grande parco

Sala dei Pavoni, Castello di Sammezzano
Fonte: 123RF | Ph. greta6
La Sala dei Pavoni, con i suoi meravigliosi colori

Il Castello di Sammezzano è una dimora enorme e monumentale: al suo interno sono ospitate diverse sale gigantesche, la maggior parte delle quali decorata con affreschi preziosi e stucchi di gran pregio. Una delle più belle e famose è la Sala dei Pavoni, che si ispira allo stile architettonico indiamo moghul. Il nome richiama non solo l’uccello nazionale dell’India, ma anche la decorazione a ventaglio che, dal pavimento, sale fino al soffitto: il disegno è un vero capolavoro di colori vividi, che ricordano proprio la coda del pavone.

Molto bella è anche la Sala da Ballo, chiamata anche Sala Bianca: venne realizzata nel 1867, ed è il più grande ambiente in stile moresco che si trova in Italia. La pianta è a forma ottagonale e si struttura su due piani, con un porticato composto da 24 colonne e un gigantesca cupola sul soffitto. Particolare suggestivo, al secondo piano vi sono ben 15 stanze che si affacciano sulla sala, un tempo utilizzate come suite d’hotel. Un altro luogo meraviglioso da visitare è la Sala d’Ingresso, dove lo stile moresco si mescola con il barocco e il neoclassico.

Il Corridoio delle Stalattiti, risalente invece al 1862, è in chiaro stile arabo: non è difficile notare dettagli che ricordano da vicino il Corridoio della Giustizia, situato all’interno della celebre Alhambra di Granada. E ancora, numerose altre sale intersecano vari stili, tutti di chiara ispirazione orientale. Come ad esempio la Sala dei Gigli, dove il moresco incontra lo stile indocinese. O ancora la Sala degli Amanti, pregevole ambiente caratterizzato invece da un’architettura e splendide decorazioni in stile islamico. Se si ha la fortuna di passare da queste parti quando il castello apre le porte ai visitatori, non bisogna proprio perdere l’opportunità per immergersi in tante bellezze.

Infine, andiamo alla scoperta del grande parco che cinge la dimora di Sammezzano: costruito a metà dell’800, è uno dei più grandi della Toscana. Vi furono piantate già all’epoca numerose specie arboree esotiche, tra cui delle splendide sequoie americane. Purtroppo, moltissime piante non sono sopravvissute sino ad oggi: un recente progetto ha tuttavia intenzione di ripristinare la ricchezza botanica originale. Pittoresco è, poi, l’insieme architettonico che spicca all’interno del parco, ovviamente in stile moresco. Vi sono statue, vasche, fontane, un suggestivo ponte e persino una grotta artificiale.

Sala Bianca, Castello di Sammezzano
Fonte: 123RF | Ph. greta6
La Sala Bianca e le sue decorazioni