Sperduta tra le campagne del piacentino, c’è una dimora di gran pregio che purtroppo potrebbe presto non essere più fruibile al pubblico: si tratta di Villa Giuseppe Verdi, una splendida tenuta a Sant’Agata appartenuta nientemeno che al grande compositore italiano. Trasformata in un museo alla sua morte, oggi è chiusa per via di alcuni contenziosi tra gli eredi. E rischia di essere venduta all’asta, diventando qualsiasi cosa voglia il suo futuro acquirente. Scopriamo insieme la storia secolare di questa bellissima villa e il suo destino non ancora segnato.
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Villa Giuseppe Verdi, un vero gioiello
Ci sono edifici che, al di là del loro incredibile valore architettonico, racchiudono storie meravigliose e meritano di essere raccontati. Uno di essi è senza dubbio Villa Giuseppe Verdi, conosciuta anche più brevemente come Villa Verdi, appartenuta al celebre musicista e compositore italiano. È tra queste mura che si cela, dunque, un frammento preziosissimo di storia dell’arte e della musica del nostro Paese. La dimora si trova a Sant’Agata, piccola frazione del comune di Villanova sull’Arda: quest’ultimo è un grazioso paesino immerso tra le campagne del piacentino, in Emilia Romagna.
La storia della tenuta di Sant’Agata
Le mura di Villa Giuseppe Verdi custodiscono una storia secolare: è qui, infatti, che il compositore visse assieme a sua moglie Giuseppina Strepponi, dando alla luce alcune delle sue opere più celebri. Non sappiamo quando la dimora venne costruita, e molti dettagli sul suo passato più remoto sono ormai scomparsi per sempre. Ma la sua vera storia ha inizio nell’800, quando Giuseppe Verdi decise di acquistare una tenuta nel piacentino, così da riavvicinarsi alla sua città natale – il musicista nacque a Busseto, in provincia di Parma, ma se ne allontanò ancora giovanissimo.
Inizialmente, il compositore venne indirizzato verso un podere chiamato il “Pulgaro”, davvero vicino alla frazione di Roncole (dove vivevano ancora i suoi genitori). Ma la proprietà non fece scattare alcuna scintilla in Verdi, che preferì darne la gestione a suo padre. Solo qualche anno dopo, nel 1848, venne a conoscenza della tenuta di Sant’Agata: all’epoca apparteneva a Rosa Guindani e ai suoi figli, che l’avevano ereditata dalla morte del signor Merli. Si trattava di un possedimento di oltre 100 ettari, che il musicista avrebbe in seguito portato a quasi 1.000 ettari di estensione.
La proprietà offriva grandi opportunità, dal momento che garantiva un’ottima privacy e vantava un immenso terreno ben fornito d’acqua (grazie al vicino torrente Ongina, ma anche ai fiumi Arda e Po). Così Verdi si decise ad acquistarla, e vi si trasferì assieme ai suoi genitori. Ma nel giro di pochi anni entrò in contrasto con suo padre Carlo a causa della gestione sconsiderata delle finanze di famiglia, quindi chiese loro di tornare a Busseto e iniziò a riadattare la splendida villa, pezzo forte della tenuta di Sant’Agata, sulla base delle proprie esigenze.
Nonostante, almeno in un primo periodo, Giuseppe Verdi si fosse appassionato alla campagna e trascorresse quasi tutto il suo tempo tra i campi, ben presto ritrovò la sua vena ispiratrice e, proprio tra le mura della sua bellissima dimora, diede vita ad opere divenute immortali. Tra le più celebri, ricordiamo il Requiem composto in onore di Alessandro Manzoni, Il Trovatore e la Traviata (1853), il Don Carlos (1867), l’Aida (1871), l’Otello (1887) e Falstaff (1893). Dopo la sua morte, Villa Verdi entrò in possesso di Maria Filomena Verdi, figlia di un cugino del musicista, che egli trattò proprio come una figlia. Oggi sono i suoi discendenti ad avere la proprietà della dimora.
I personaggi illustri che l’hanno vissuta
Villa Giuseppe Verdi fu, nella seconda metà dell’800, un importante punto di ritrovo per grandi artisti: qui, infatti, il musicista accoglieva i suoi ospiti, tra i quali spiccano numerosi nomi celebri. È il caso di Arrigo Boito, librettista e compositore, o ancora dei suoi editori Tito I e Giulio Ricordi, fondatori di una delle più famose case di edizioni musicali (che ha posseduto anche una grande etichetta discografica, la Dischi Ricordi). La tenuta ospitò anche altri importanti volti noti della musica internazionale, tra cui Pietro Mascagni, Arturo Toscanini e Teresa Stolz.
I giardini e il bellissimo museo
La tenuta di Sant’Agata si sviluppa all’interno di un rigoglioso parco, dove si trova Villa Giuseppe Verdi: uno splendido edificio costruito su due piani, che ospita bellissime stanze riccamente arredate. Intorno, un meraviglioso giardino curato personalmente dal musicista, che lo creò a sua immagine. C’è un grazioso laghetto, aiuole fiorite (tra cui una, incantevole, realizzata a forma di cuore) e tante piante provenienti da ogni angolo del mondo. Verdi vi eresse persino un cippo in onore di Lulù, la sua cagnolina tanto adorata.
I discendenti di Giuseppe Verdi decisero di aprire al pubblico alcune stanze situate presso il piano terra, dando vita ad un museo dedicato al grande artista. In particolare, sono cinque le sale che i visitatori hanno potuto ammirare da vicino: la camera da letto di Giuseppina Strapponi (dove la donna morì nel 1897), il camerino dei vestiti occupato da un meraviglioso pianoforte a sei pedali, la camera da letto di Verdi, lo studio presso cui gestiva i conti della famiglia e infine una stanza che oggi custodisce gli arredi della camera del Grand Hotel et de Milan, dove il compositore morì nel 1901.
Il futuro di Villa Giuseppe Verdi
La villa appartenuta a Giuseppe Verdi è passata, come abbiamo visto, ai suoi discendenti. Negli anni scorsi, alla morte dell’ultimo erede, la tenuta è finita al centro di un’aspra diatriba legale: oggi sono quattro fratelli a contendersi l’eredità, che nel frattempo si è fatta sempre più onerosa. Gestire i costi di manutenzione di una proprietà del genere non dev’essere certo facile. Così è arrivata la decisione, nel 2022, di chiudere la casa museo e di mettere la tenuta all’asta. Una scelta che rappresenta un vero e proprio pericolo per un patrimonio artistico e architettonico così importante: la villa potrebbe infatti finire pressoché in qualsiasi mani, ed essere per sempre sottratta alla fruizione del pubblico.
Per questo motivo, il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano ha avviato un progetto di recupero davvero incredibile: nel gennaio 2023 ha annunciato la nascita di una fondazione, volta a raccogliere fondi per acquistare la villa a nome dello Stato italiano. L’obiettivo è quello di proteggerla dal degrado e farla tornare un museo aperto al pubblico, per raccontare ancora una volta la storia di uno dei più grandi compositori italiani mai esistiti.