Salone del Mobile 2025, la dolce attesa di Paolo Sorrentino

Il regista premio Oscar firma per la Design Week un'installazione che trasforma l'attesa in esperienza

Foto di Christian Conovalu

Christian Conovalu

Esperto in Interior Design

Appassionato di interior design, ne ha fatto tema di studio spinto da sempre dalla creatività e dalla condivisione di pillole sull'abitare.

Pubblicato: 7 Marzo 2025 08:00

Nasce La dolce attesa, un’installazione al Salone del Mobile 2025 che esplora un’esperienza comune: l’attesa. Spesso transitiamo in spazi che sospendono le nostre attività, senza interagire davvero con essi; il regista premio Oscar Paolo Sorrentino dissolve quell’attesa in un gioco di luci, sospeso tra cinema e architettura. Il design diventa emozione, il cinema un luogo da abitare, attraversare, sentire.

Posizionata all’ingresso dei padiglioni 22-24 del Salone del Mobile, l’installazione nasce dalla collaborazione tra Sorrentino e Margherita Palli, scenografa di fama internazionale. La sensibilità teatrale di Palli si intreccia con l’estetica del regista, offrendo ai visitatori una nuova prospettiva su uno spaccato delle nostre giornate.

Il progetto La Dolce Attesa di Paolo Sorrentino
Fonte: Margherita Palli
Il progetto La dolce attesa di Paolo Sorrentino

Con Sorrentino alla Milano Design Week 2025 il tempo si dissolve tra luce e architettura

Nei suoi film, Sorrentino trasfigura la realtà in immagini dense, stratificate, spesso racchiuse in scenografie meta-narrative: si pensi ai salotti romani de La grande bellezza o alla villa sul mare di Partenope. La dolce attesa incarna questa poetica e la porta fuori dallo schermo: il tempo si dissolve in frammenti di luce, le ombre si allungano come pensieri erranti, in un equilibrio tra grandezza e malinconia.

«L’idea è stata quella di smantellare gli stilemi dell’attesa classica e creare un luogo in cui l’attesa si trasformi in esperienza», ha dichiarato il regista. «Non un ambiente statico, ma uno spazio che ci invita a viaggiare con la mente, tra illusioni e giochi di luce che ci fanno dimenticare perché siamo lì».

Le luci soffuse creano un paesaggio di ombre in movimento, mentre l’architettura non si limita a contenere lo spazio, ma lo guida, suggerendo nuove prospettive. È la stessa magia che permea le sue scene più iconiche: Jep Gambardella, protagonista de La grande Bellezza, che contempla Roma all’alba, il giovane Papa assorto nei giardini vaticani, Toni Servillo che si perde nel silenzio di una stanza vuota. Se nel cinema di Sorrentino l’architettura è più di uno sfondo, in “La dolce attesa” il design diventa racconto.

Paolo Sorrentino porta la sua visione poetica al Salone del Mobile 2025 con La dolce attesa
Fonte: Michael Avedon
Paolo Sorrentino porta la sua visione poetica al Salone del Mobile 2025 con La dolce attesa, un’installazione che trasforma l’attesa in un’esperienza di luce, cinema e architettura

Ripensare gli spazi dell’attesa

Maria Porro, presidente del Salone del Mobile, ha sottolineato il valore di questa ricerca: «Possiamo ripensare gli spazi dell’attesa: dagli aeroporti alle sale d’aspetto mediche, l’arredamento può fare la differenza. In casa tutto ha una funzione, ma cosa significa davvero arredare un luogo di attesa? È una domanda che le aziende si pongono, e lo sguardo di Sorrentino può aiutarci a esplorarla in modi nuovi».

Se il cinema di Sorrentino ha sempre flirtato con il design, “La dolce attesa” dimostra che il design può diventare cinema. Con questa installazione, ci invita a vivere un’esperienza che riguarda tutti noi. Perché l’attesa è universale: è desiderio, sospensione, il tempo che si dilata e ci costringe a guardarci dentro. “La dolce attesa” non è solo uno spazio, è un racconto fatto di immagini, suoni e respiri, in cui il tempo si dissolve. E forse, come ci insegna il cinema di Sorrentino, è proprio in quell’attesa che si nasconde la vera essenza della vita.