Mangiare freddo fa male alla digestione? Il parere dell’esperto

Con studi scientifici alla mano cerchiamo di capire quali sono gli effetti degli alimenti freddi sulla digestione e sul benessere gastrointestinale.

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Biagio Flavietti

Farmacista e nutrizionista

Farmacista e nutrizionista, gestisce dal 2017 una pagina di divulgazione scientifica. Appassionato di scrittura ed editoria, lavora come Web Content Editor per alcune realtà del settore farmaceutico e nutrizionale.

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Quando arriva l’estate e le giornate calde sarà capitato a tutti di preferire un’insalata, una porzione di pasta fredda o uno smoothie, domandandosi poi se il consumo di cibi freddi possa arrecare danni alla digestione. Un dubbio comune che spesso viene confuso con i danni provocati dal consumo di bevande ghiacciate durante le calde giornate estive. In questo articolo cercheremo di capire, grazie ad evidenze scientifiche presenti in letteratura, se l’assunzione di cibo freddo può avere una reale influenza sulla digestione, se può generare stati di gonfiore o influire sul metabolismo o sull’equilibrio della microflora intestinale. Analizzeremo come gestire al meglio la temperatura degli alimenti che ogni giorno arrivano sulle nostre tavole, con consigli utili per favorire i processi digestivi e il benessere dell’organismo.

Cos’è la digestione?

La digestione è considerata quell’insieme di processi di natura biochimica ed enzimatica finalizzati alla scomposizione del cibo in elementi più semplici e facili da assorbire. La digestione parte dalla bocca prosegue nello stomaco per poi concludersi all’interno dei vari tratti dell’intestino. Grazie all’utilizzo di sostanze di natura acida, enzimi e altre molecole, gli alimenti introdotti vengono ridotti in particelle sempre più piccole. Alcuni studi hanno indagato come la temperatura dei cibi liquidi e solidi fosse in grado di influenzare questo processo fisiologico dell’organismo, andando a misurare i tempi di svuotamento gastrico, le contrazioni muscolari delle pareti dell’apparato gastrointestinale e la sensazione di sazietà.

Il pasto freddo rallenta la digestione?

Le indagini condotte in diversi studi e su diversi volontari umani hanno mostrato come l’assunzione di bevande fredde (circa 4°C) abbia provocato uno svuotamento dello stomaco più lento rispetto alle bevande con una temperatura tiepida. Questo ha permesso di sottolineare come l’utilizzo di alimenti e bevande fredde possa rallentare l’inizio della digestione.

Risultati più o meno simili sono stati descritti in altri studi in cui ai soggetti veniva somministrata acqua a 2°C. Dopo un’ora dall’assunzione, la motilità gastrica era ridotta e il successivo pasto era consumato in modo molto meno abbondante, andando a suggerire un rallentamento della digestione e un aumento della sensazione di sazietà.

Quindi, nell’ambito del controllo e della gestione del peso, l’assunzione di bevande e cibi freddi all’inizio del pasto potrebbe aiutare a ridurre l’appetito e l’in-take calorico. Ovviamente, si tratta di effetti minimi e che non possono avere un effetto significativo sulla diminuzione del peso, se non inseriti in uno stile di vita sano e basato su schemi alimentari ipocalorici.

Possibili effetti collaterali dei pasti freddi

L’assunzione di pasti freddi deve avvenire con molta attenzione, soprattutto se si assumono bevande ghiacciate e in momenti della giornata in cui si è particolarmente accaldati o esposti ad alte temperature. Le persone con sensibilità gastrica o dispepsie funzionali possono avere degli aumenti della pressione intragastrica causati dall’accumulo di liquidi freddi, che possono generare fastidi e dolori proprio a livello epigastrico.

Alcune persone manifestano anche sensazione di gonfiore, rallentamento dell’attività digestiva e intestinale e crampi, dovuti a un irrigidimento transitorio della muscolatura liscia che riveste l’apparato gastro digerente, quando entra in contatto con liquidi estremamente freddi.

Pasti estremamente freddi, come gelati o granite, possono provocare anche un aumento della pressione arteriosa a causa di meccanismi riflessi che vengono scatenati all’interno dello stomaco o fenomeni di emicrania (sindrome del cervello congelato), legati alla stimolazione del nervo trigemino.

Le persone predisposte a problemi digestivi o di reflusso devono quindi fare particolare attenzione all’utilizzo di pasti e bevande fredde, sebbene le evidenze siano ancora molto limitate e non applicabili sulla popolazione generale.

I suggerimenti del nutrizionista

  • Consumare cibi freddi all’inizio del pasto, per poi passare a piatti tiepidi.
  • “Riscaldare” leggermente insalate o smoothie: basterà lasciarli riposare a temperatura ambiente per 10 minuti.
  • Masticare lentamente per favorire la digestione enzimaticamente attiva.
  • Preferire bevande tiepide se si hanno problematiche gastriche.
  • Sorseggiare e mangiare lentamente bevande fredde, granite o gelati durante giornate estive particolarmente calde o quando si è al mare.

Conclusione

Mangiare freddo non è intrinsecamente dannoso: il corpo umano è ben equipaggiato per adattarsi agli squilibri termici. Tuttavia, in individui sensibili, ciò può causare un rallentamento della digestione e generare fastidi. Per un senso di benessere generale, preferire sempre temperature moderate, una qualità nutrizionali elevata e ascoltare sempre il proprio corpo: solo così si potranno godere i cibi preferiti senza rinunce!

 

Fonti bibliografiche

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.