Licopene: cos’è, benefici e i cibi in cui si trova

Il licopene è un carotenoide presente nella frutta e verdura rossa. Il suo elevato potere antiossidante contrasta l’azione dei radicali liberi

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Roberta Martinoli

Medico Nutrizionista

Dopo una Laurea in Scienze Agrarie e un Dottorato di Ricerca in Fisiologia dei Distretti Corporei, consegue una Laurea in Scienze della Nutrizione Umana e in Medicina e Chirurgia.

Cos’è

L’effetto benefico di una dieta ricca di frutta e verdura sembra essere dovuto alla presenza di molecole aventi azione antiossidante quali la vitamina C, la vitamina E, il glutatione e i cosiddetti metaboliti secondari. Tra questi rientrano i polifenoli, flavonoidi e carotenoidi che sono responsabili, tra l’altro, della colorazione di frutta e ortaggi. Il licopene è il carotenoide tipico del pomodoro (Solanum lycopersicum L.) da cui peraltro prende il nome. Assente nel pomodoro acerbo, il licopene si concentra maggiormente nella parte più esterna del frutto dove, in seguito alla maturazione, va a sostituire la clorofilla. Dunque, tanto più rosso è il pomodoro e maggiore è la concentrazione di licopene.

A differenza del beta-carotene, il licopene non viene trasformato in vitamina A nell’organismo umano. La sua concentrazione nel pomodoro può variare tra i 30 e i 200 mg/kg. Le varietà, il metodo di coltivazione e lo stato di maturazione sono tutti parametri in grado di condizionare la concentrazione di questo potente antiossidante. Molte ditte sementiere, spinte dalle recenti scoperte sulle proprietà salutistiche del licopene, stanno progettando varietà ibride di pomodoro a maggior contenuto di questo importante pigmento.

Benefici

Nel regno vegetale il ruolo del licopene è quello di proteggere frutta e verdura dall’azione delle specie reattive dell’ossigeno (Reactive Oxygen Species, ROS) grazie alla sua capacità di prendere parte alle reazioni di ossido-riduzione. Provate a pensare a questo punto quale possa essere il ruolo del licopene all’interno dell’organismo umano? La risposta è: lo stesso che ha nelle piante, ci protegge dallo stress ossidativo. Proprio in virtù della sua proprietà antiossidante il licopene è in grado di ridurre l’incidenza del cancro prostatico, previene le malattie neuro-degenerative e contrasta l’ossidazione del colesterolo LDL e la conseguente formazione delle placche ateromasiche.

Il corpo umano è costantemente soggetto all’azione delle ROS. Si tratta di molecole estremamente reattive che prendono origine dal metabolismo aerobico oppure da fattori esterni quali le contaminazioni ambientali e il fumo di sigaretta. L’ossigeno è essenziale per la nostra sopravvivenza ma il prezzo da pagare per poter ossidare carboidrati, lipidi e proteine e per produrre energia è la formazione delle ROS. Se non opportunamente neutralizzate, le ROS finiscono con l’ossidare le macromolecole biologiche danneggiando cellule e tessuti. Il merito del licopene è proprio quello di eliminare le ROS interrompendo così la propagazione delle reazioni radicaliche.

Licopene e prostata

L’adenocarcinoma prostatico è divenuto il tumore maligno più frequente nei soggetti di età superiore ai 50 anni. L’eziologia di questa neoplasia è sconosciuta. L’epidemiologia ci dice che esiste una predisposizione familiare: gli uomini che hanno un fratello o il padre malati di carcinoma prostatico hanno un rischio doppio di sviluppare questa neoplasia. Diversi studi hanno dimostrato che i livelli ematici di licopene sono inversamente associati al rischio di sviluppare un carcinoma prostatico. Poiché è noto che il licopene tende ad accumularsi proprio a livello della prostata molti lo considerano una sostanza antitumorale ad azione organo-specifica.

Licopene e infertilità maschile

Molteplici studi hanno dimostrato che il licopene è in grado di aumentare di oltre il 70% la concentrazione degli spermatozoi nel liquido seminale. Si stima che, a livello mondiale, il 13-15% delle coppie sia infertile e che in circa la metà dei casi il problema abbia a che fare con la spermiogenesi.

Sono molti i fattori ambientali in grado di compromettere la fertilità maschile e tra questi vanno citati gli interferenti endocrini, il consumo di alcool ed il tabagismo. Si potrebbe affermare in linea generale che tutto ciò che contribuisce a causare stress ossidativo sia anche in grado di compromettere la fertilità. La membrana cellulare dei gameti maschili contiene una grande quantità di acidi grassi mono e polinsaturi, i più vulnerabili all’azione delle specie reattive dell’ossigeno. La loro ossidazione (perossidazione lipidica) porta ad una perdita dell’integrità di membrana e ad una serie di danni intracellulari che culminano con la morte del gamete. Se il meccanismo attraverso il quale si generano specie reattive dell’ossigeno persiste (dieta, obesità, fumo di sigaretta, alcool, xenobiotici) il numero degli spermatozoi diminuirà fino a valori considerati patologici.

Il licopene rappresenta una possibile terapia nell’infertilità maschile proprio in virtù della sua capacità di contrastare lo stress ossidativo. Poiché non siamo in grado di sintetizzare questa molecola dobbiamo necessariamente assumerla attraverso gli alimenti.

Alimenti ricchi di licopene

Il pomodoro è da tempo riconosciuto come l’alimento più ricco in assoluto di licopene ma ci sono altri alimenti che meritano a tal proposito una certa considerazione. Nello specifico l’anguria contiene mediamente 50 mg di licopene per chilogrammo di prodotto. Sembra che il licopene contenuto nell’anguria non abbia necessità di essere sottoposto ad un trattamento termico per poter essere assorbito. L’anguria è peraltro ricca in altre molecole bioattive quali la luteina e la citrullina. Queste dimostrano avere un’azione sinergica con il licopene.

Altri alimenti ricchi in licopene sono le fragole, le ciliegie, le arance rosse, i melograni e la papaya.

Biodisponibilità

Il licopene è una sostanza lipofila. Viene veicolato dai grassi alimentari (vedi olio extravergine di oliva), solubilizzato dall’azione degli acidi biliari nel primo tratto dell’intestino e assorbito per trasporto passivo a livello della mucosa intestinale. Si presume che venga trasportato attraverso il sistema linfatico per mezzo dei chilomicroni. La concentrazione ematica del licopene varia da 0,22 a 1,06 mmoli/ml a seconda delle abitudini alimentari e dell’aria geografica di appartenenza. Rappresenta circa la metà dei carotenoidi totali nel flusso sanguigno mentre la sua concentrazione è prevalente a livello del tessuto adiposo, della pelle, delle ghiandole surrenali, della mammella e della prostata.

Nel pomodoro, il licopene è incorporato all’interno di complessi proteici e, come gli altri carotenoidi, è organizzato in aggregati cristallini. Questa conformazione ne riduce enormemente la biodisponibilità che invece aumenta a seguito del processo di cottura. Per questa ragione riusciamo ad assorbire quattro volte più licopene quando mangiamo un primo piatto condito con il ragù rispetto a quando mangiamo un’insalata di pomodori.

Integratori alimentari

Sulla scorta delle evidenze scientifiche sono nati una serie di integratori a base di licopene. In genere vengono proposti come trattamento adiuvante nelle patologie prostatiche, come profilassi nel contrastare l’invecchiamento cutaneo (soprattutto quello legato alla foto-esposizione) e in ambito sportivo per neutralizzare l’elevata produzione di ROS che consegue agli intensi allenamenti o alle competizioni. Gli integratori dimostrano la loro efficacia se si pone attenzione alla concentrazione del principio attivo che deve essere costante in ogni lotto di produzione. È possibile rispettare questo criterio di qualità solo se il processo estrattivo viene standardizzato. Diverse sono le tecniche utilizzate per l’estrazione del licopene. Si parla di distillazione frazionata, di estrazione in corrente di vapore, di estrazione con solventi. Tra i metodi più rispettosi pare ci sia l’estrazione con fluidi supercritici e nello specifico con anidride carbonica (CO2). La CO2 è una sostanza priva di tossicità, inerte, poco infiammabile, poco costosa e riciclabile. Il procedimento avviene a basse temperature mantenendo integra la molecola del licopene e senza rilasciare residui come invece avverrebbe se si utilizzassero dei soventi.

Dose giornaliera

I trials clinici sul licopene hanno previsto dosi variabili tra i 13 e i 75 mg al giorno. Gli integratori attualmente in commercio prevedono concentrazioni comprese tra 10 e 30 mg. Fin qui non si è ancora individuata una dose standard ma la dose giornaliera più utilizzata è di 5-15 mg.