La dieta nutraceutica

La dieta nutraceutica si basa sull’uso di alimenti specifici, ricchi in sostanze nutritive in grado di migliorare la funzionalità del nostro organismo

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Roberta Martinoli

Medico Nutrizionista

Dopo una Laurea in Scienze Agrarie e un Dottorato di Ricerca in Fisiologia dei Distretti Corporei, consegue una Laurea in Scienze della Nutrizione Umana e in Medicina e Chirurgia.

Storia

Il termine “nutraceutico” è originato dalla fusione di due parole: nutrizione e farmaceutico e indica un alimento che ha effetti positivi per il benessere e la salute. La dieta nutraceutica è una dieta particolarmente ricca di questa tipologia di alimenti. Il concetto di dieta nutraceutica compare già con la nascita della scienza medica. Non si può non fare riferimento alla massima di Ippocrate (460-377 a.C.): “Lascia che il cibo sia la tua medicina”. Prima che la scienza dell’alimentazione si sviluppasse come branca autonoma, tra filosofi e medici vi era ampio accordo nel ritenere che non esistesse una distinzione tra cibo e medicina. Galeno (131-201 d.C.) era convinto che una dieta corretta potesse contribuire al miglioramento della salute pubblica. La dieta nutraceutica moderna può caratterizzarsi per la presenza di alimenti che, anche se appaiono come un cibo naturale, hanno subìto un trattamento tecnologico mediante il quale è stato aggiunto, aumentato, ridotto o tolto un componente bioattivo o un nutriente. Si parla allora di alimenti funzionali modificati.

A seconda del tipo di manipolazione cui sono stati sottoposti, i cibi funzionali modificati si distinguono in:

• cibi rich in o arricchiti, nei quali il componente aggiunto non è naturalmente presente in origine (esempi sono il sale iodato aggiunto ai crackers o il calcio aggiunto al succo d’arancia);
• cibi free from o privi di, che sono privati di sostanze non desiderate (esistono alimenti privi di zuccheri semplici, o di grassi, o di glutine o di allergeni);
• cibi fortificati, nei quali viene incrementata la concentrazione di un nutriente già normalmente presente (esempi sono il latte con aggiunta di calcio o i cereali arricchiti in vitamine o minerali).

Componenti bioattivi negli alimenti

Qui di seguito viene proposto un elenco dei principali componenti bioattivi con riferimento agli alimenti nei quali sono contenuti:

  • Composti allilici contenenti zolfo: aglio, cipolla;
  • Isoflavoni (genisteina, daidzeina): soia e altre leguminose;
  • Quercetina: cipolla, uva rossa, arancia, broccoli;
  • Capsaicinoidi: peperone e simili (peperoncini);
  • Acido eicosapentaenoico e acido docosaesaenoico (EPA e DHA): pesce, alghe, erbe spontanee (portulacea o erba porcellana);
  • Licopene: pomodoro e derivati;
  • Isotiocianati: crucifere (broccoli, cavolfiori, verza, cavolini di Bruxelles, cavolo cappuccio);
  • Acido linoleico coniugato (CLA): carne e latticini;
  • Resveratrolo: uva e vino rosso;
  • Betaglucani: crusca di avena, orzo;
  • Betacarotene: carota, arance, zucca;
  • Carnosolo: rosmarino, salvia;
  • Catechine: the, frutti di bosco;
  • Indoli: cavoli, broccoli, cavolfiore, cavolini di Bruxelles;
  • Lactobacilli, bifidobatteri: yogurt. kefir e alimenti latto-fermentati (crauti, giardiniere di verdure);
  • Polifenoli: carciofo, uva;
  • Acidi grassi monoinsaturi (MUFA): frutta secca, olio d’oliva.

Effetti sulla salute

A ciascun componente bioattivo è stato attribuito un ben preciso effetto sulla salute. Vediamoli uno per uno.

  • Composti allilici: effetto antibiotico e anticoagulante;
  • Betaglucani: prevenzione delle malattie cronicodegenerative;
  • EPA e DHA: miglioramento del quadro lipidico plasmatico con riduzione dell’LDL ed aumento delle HDL e riduzione del rischio di sviluppare tumori;
  • Licopene e derivati: riduzione del rischio tumorale;
  • Isoflavoni (genisteina, daidzeina): riduzione del rischio cardiovascolare;
  • Probiotici: miglioramento della funzionalità intestinale;
  • Polifenoli: protezione dallo stress ossidativo;

L’interessante caso del carnosolo

Il rosmarino è una spezia diffusa nei paesi dell’area mediterranea. Viene usato soprattutto nella preparazione di piatti a base di carne e di pesce. I principi attivi tipici del rosmarino sono presenti nell’olio essenziale che trova applicazione in cosmesi e in ambito farmacologico. L’olio volatile contiene canfora, borneolo, pinene, cineolo, saponine, colina. In virtù di questa sua composizione il rosmarino ha proprietà di antisettico, antispasmodico, colagogo, diuretico, stimolante, tonico, rilassante, digestivo, balsamico. Il carnosolo è uno dei principi attivi. Si tratta di una molecola che ha una struttura chimica molto simile a quella della curcumina! Alcuni studi dimostrano l’efficacia del carnosolo nell’agire come adiuvante nelle tradizionali terapie anticancro. Il meccanismo d’azione è quello della riattivazione della proteina p53. Nota anche come “guardiano delle cellule”, la proteina p53 blocca la proliferazione di quelle cellule che hanno subito mutazioni a livello del DNA. La p53 risulta inattiva nel 50% dei tumori umani. Il consiglio è, dunque, quello di utilizzare il rosmarino in cucina.

Aspetti principali della dieta